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L'analisi di Roma-Fiorentina

Una difesa europea. Ecco i progressi della Roma di Mourinho

In Italia non c’è una squadra che subisca meno della Roma. Solo Bayern, City, Atlethic Bilbao, Arsenal e Barcellona risultano più attenti dietro

José Mourinho durante una seduta di allenamento a Trigoria

José Mourinho durante una seduta di allenamento a Trigoria (As Roma via Getty Images)

17 Gennaio 2023 - 10:05

E così la Roma ha portato a casa anche il terzo clean sheet su quattro partite del 2023, consolidando ulteriormente una tenuta difensiva che, in termini di expected goal concessi, la pone addirittura al primo posto tra le migliori difese d’Italia e al sesto assoluto considerando tutte le squadre delle cinque principali leghe europee calcistiche. In Europa, dunque, solo Bayern Monaco, Manchester City, Athletic Bilbao, Arsenal e Barcellona consentono di meno alle squadre avversarie.

L’unica differenza rispetto a questo ristretto gruppo sta nelle caratteristiche generali delle squadre. Le altri cinque sono infatte tutte formazioni apprezzate anche per la loro capacità offensiva, sia in termini individuali, sia di reparto. Minor considerazione ha invece la Roma tra gli osservatori del campionato italiano. Eppur qualcosa si muove. Lo ha confermato anche Mourinho in sala stampa proprio dopo la sfida con la Fiorentina: «Stiamo cercando di trovare nuove soluzioni nella costruzione dal basso, stiamo anche provando a essere più efficaci nelle pressioni offensive. Un cambio di sistema di gioco? Lasciatemi nascondere i nostri difetti, alcuni giocatori non sono adatti a questo schieramento».

Tante notizie in poche parole: intanto che non si tornerà a breve termine alla difesa a quattro, soprattutto adesso che non sembra più tanto vicino il rientro in campo di Wijnaldum. Qualcosa, a dire il vero, si era colto sin dal ritiro portoghese: nelle amichevoli successive al break mondiale, infatti, si era notato uno spirito diverso nelle pressioni offensive dei calciatori giallorossi, così come le esercitazioni per lo sviluppo di una manovra capace di partire da lontano si devono essere intensificate. 

3-30-300: che numeri!
Al momento ciò che sembra particolarmente funzionale è proprio la tenuta difensiva: dicevamo del terzo clean sheet su quattro partite giocate nel 2023, si potrebbe allargare il concetto alle 30 sfide giocate sotto la guida di Mourinho senza subire reti e, dulcis in fundo, considerare anche la 300ª partita in carriera di Rui Patricio terminata senza l’onta di dover raccogliere un gol in fondo alla porta alle proprie spalle. La partita con la Fiorentina è stata indubbiamente facilitata dalla superiorità numerica in cui la Roma si è ritrovata a giocare in virtù del triplice fallo del brasiliano Dodò nel corso dei primi 25 minuti di gioco: avvertito dopo il primo, sanzionato dopo il secondo, espulso dopo il terzo. Una volta in 10, Italiano ha preferito, in ossequio forse ad una mentalità offensiva decisamente spiccata, conservare tre punte sul campo, chiedendo magari ai due esterni qualche sacrificio in fase di non possesso, abbassando peraltro Bonaventura a centrocampo, facendo uscire Duncan per far entrare un altro terzino destro, Venuti. In questa maniera, però, la squadra viola si è spezzata in due e in mezzo al campo i giocatori della Roma hanno preso a palleggiare in maniera quasi irresistibile, raggiungendo punte di possesso palla intorno al 65% proprio nell’ultimo quarto d’ora della prima frazione di gioco. Considerando pure che la Roma non ama particolarmente tenere il pallone tra i propri piedi, il responso del campo è stato davvero inequivocabile. 

L’errore di Italiano
La Roma poi ha avuto il merito di trovare proprio attraverso una bella giocata offensiva il vantaggio che ha scavato il solco definitivo tra le due squadre. Quando Italiano è corso infatti ai ripari all’inizio del secondo tempo, inserendo un centrocampista come Barack al posto di una punta (e procedendo anche al cambio ruolo su ruolo tra Nico González e Kouamé), è sembrato ormai troppo tardi. Senza correre praticamente rischi di sorta, Mourinho ha portato a casa il risultato, consolidandolo attraverso una riuscitissima azione di sviluppo dal basso, con doppia uscita sul terzo uomo, scarico e verticalizzazione più assist perfettamente rifinito: in pratica, la Roma è andata in porta con il pallone costruendo dai suoi difensori, segno che a Trigoria qualcosa si muove, segno che i meriti di Mourinho sono più evidenti di quanto vox populi voglia far credere. Il problema è che della questione si è già dibattuto un anno fa, quando la Roma a gennaio sembrava arrendersi alla crisi ed ha invece in poco tempo ribaltato ogni tendenza negativa fino ad assumere quello spessore di grande squadra che l’ha portata a trionfare nella serata di Tirana. E questo è un altro di quei motivi per cui sarebbe consigliabile un atteggiamento maggiormente cauto. La sconfitta casalinga contro la Juventus - ci riferiamo all’inopinato 3-4 del 9 gennaio 2022 - fu considerato il punto più basso della stagione: da lì però la squadra è ripartita attraverso la feroce applicazione dei concetti cari a Mourinho che si rivedono anche in questa stagione.

Perché si segna poco?
C’è anche un’altra questione che riguarda invece proprio la prolificità della squadra giallorossa. Andando ad osservare la classifica delle squadre con il più alto coefficiente di expected goal in Italia in Europa, la Roma è sempre in una posizione privilegiata, appena sopra il ventesimo posto. Dove pecca clamorosamente è proprio nella qualità delle sue conclusioni. Se si va infatti a guardare solo il macro dato delle reti realizzate, la situazione diventa davvero preoccupante.La Roma non rientra infatti tra le prime cinquanta squadre d’Europa. In Italia è la squadra che ha il maggior differenziale in negativo tra occasioni create (per 30,75 gol) e le reti effettivamente realizzate (23). Non è solo un discorso di qualità, è un tema che è stato trattato a livello statistico già più volte. Sono diversi i fattori che possono incidere per determinare una underperformance di questo tipo. Di sicuro è qualcosa che può avere a che fare con la qualità delle conclusioni, può avere a che fare con una certa incidenza del destino, può avere a che fare anche con la capacità di una squadra di andarsi a ritagliare solo soluzioni offensive poco efficaci, perché un conto è arrivare alla conclusione come è capitato a Dybala nel primo gol, un conto è come gli è capitato nel secondo.

La Roma, infine, è anche maestra nelle conclusioni su palla inattiva. Solo il Napoli, in Italia, ha realizzato più reti da calcio d’agoli. In ogni caso, parliamo di tutte attitudini che vanno allenate e che connotano evidentemente squadre capaci di lavorare molto sulla didattica. A dispetto di chi ritiene che Mourinho lavori solo sulla testa dei suoi giocatori e poco sul campo

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