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L'intervista

Parla Nainggolan: "Bella la mia Roma"

«Con quella squadra ora ce la giocheremmo con tutti. Avevamo giocatori incredibili, peccato non aver vinto. Questo club merita la Champions»

Radja Nainggolan in azione con la maglia della Roma

Radja Nainggolan in azione con la maglia della Roma (GETTY IMAGES)

Martina Stella
17 Gennaio 2023 - 10:00

Al cuor non si comanda e quando si tratta di Radja Nainggolan, tutta la tifoseria giallorossa è d’accordo. Il Ninja ha emozionato il pubblico romanista dal lontano 2014 fino al 2018. Si è legato a filo doppio con il club, tanto che a quattro  anni dal suo addio ancora riesce ad emozionare: «La Conference League è stata una cosa bellissima, ma la Roma merita la Champions. Dybala sta trascinando la squadra ma ad oggi la rosa non è ancora completa. Quando ci sono infortuni alla lunga queste cose fanno la differenza» .

L’ex centrocampista della Roma ha parlato in esclusiva a Radio Romanista durante la trasmissione “Secondo tempo”.


Che cosa non vi ha permesso di vincere quando giocava alla Roma?
«Noi non abbiamo vinto perché la Juventus in quel momento era imbattibile. Ora come società è superata dall’Inter e le altre squadre approfitteranno del calo. Ad oggi, con la mia Roma ce la saremmo giocata per il titolo alla grande. Sono passati giocatori incredibili. Alla squadra di adesso manca il dominio delle partite».

Che idea si è fatto di Capitan Pellegrini?
«Noi avevamo due come Totti e De Rossi che ti spingevano a dare tutto. Pellegrini è importante, ma è giovane e da solo per lui non è facile, mancano un po’ di giocatori di appartenenza».


Invece sulla rosa di Mourinho? 
«Se togli Abraham metti Belotti, però al momento non è in condizione. Noi toglievamo Dzeko e mettevamo Francesco. Oggi la rosa non è completa, non ha 26 calciatori. Quando ci sono infortuni alla lunga queste cose fanno la differenza».


Come valuta il centrocampo giallorosso?
«Hanno i giocatori per ruotare, magari abbassano Pellegrini e giocano con i tre davanti, oppure Lorenzo si sposta davanti e ne mettono uno in più. I giocatori ci sono, ma noi giocavamo con un centrocampo più equilibrato, più complementare e soprattutto abbiamo condiviso per anni insieme lo stesso spogliatoio. Avevamo più meccanismi e automatismi».


Mourinho ha portato a Roma la Conference League. Che idea si è fatto sulla competizione?
«La Conference della Roma è stata una cosa bellissima e se la meritava. La Roma comunque merita di giocare la Champions».


Le piacerebbe  essere allenato da Mourinho?
«Ho avuto un piccolo contatto con Mourinho quando era al Manchester, mi aveva scritto e mi ha fatto piacere. Il suo nome comunque parla per lui».


Alla Roma sono arrivati nomi come Dybala o Wijnaldum. Che profili sono?
«Wijnaldum è un giocatore completo e ha fatto una grande carriera. Vedo meglio anche Matic. Il problema è anche imparare a conoscersi nel tempo e ora non c’è molta continuità anche se i giocatori ci sono. Dybala sta trascinando la Roma, è quello che sposta gli equilibri e lo sta dimostrando. Belotti per tornare ad essere centrale nel progetto deve giocare tante partite. Oggi la rosa non è completa a un certo livello e fa la differenza».


Ha sempre avuto un ottimo rapporto con Dzeko. Il ricordo più bello insieme?
«Edin ha sempre giocato per la squadra, è un attaccante completo. Forse è il calciatore più forte con cui abbia mai giocato. Abraham gioca in campo aperto, Dkezo crea, inventa».


Tante voci di mercato. Che cosa c’è nel suo futuro. La valigia è sempre pronta?
«Cerco sempre di farmi trovare pronto, appena troverò qualcosa di nuovo. Mi è dispiaciuto chiudere così con l’Anversa ma loro pianificavano già di mettermi da parte. Non sono mai stato vicino a tornare a Roma, è stato un capitolo che si è chiuso e poi nulla»

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