Punto e virgola

Il frasario del Gasp: coraggio sì, riposo no

Scuotendo spesso la testa, anche ieri Gasperini ha infilato le sue perle che ci aiutano un po’ a conoscerlo meglio

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
06 Novembre 2025 - 06:30

Scuotendo spesso la testa, come fa sempre quando vuole far passare un concetto che magari ritiene non sia così chiaro, anche ieri Gasperini ha infilato le sue perle che ci aiutano un po’ a conoscerlo meglio, e a mano a mano che il tempo passa cresce l’apprezzamento dei tifosi nei confronti del suo lavoro e del suo impegno. Ieri ha aggiunto due concetti, al suo frasario. Intanto il turn over serve per mostrare i progressi fatti da chi magari ha avuto minori occasioni, non certo per riposare: «Stanotte semmai ci riposeremo - ha risposto ironico - ma poi domani siamo freschi e giochiamo, non ci dobbiamo riposare». È il concetto connaturato al riposo proprio che non gli piace. Il suo calcio (sì, non ci deve essere alcuna vergogna ad usare questa espressione, perché non è vero che il calcio è uno solo, il calcio di Gasperini è solo suo, ad esempio) non prevede alcun momento di riposo, se non per l’appunto quando si dorme la notte. Ma quando ci sono le partite non esiste che qualcuno riposi: qualcuno stasera partirà dall’inizio, qualcun altro entrerà a partita in corso (lui li considera titolari a prescindere dal minutaggio), qualcun altro resterà in panchina tutta la sera; ma guai a chiamarlo riposo. 

L’altro spunto l’ha offerto invece quando è intervenuto sulla domanda semischerzosa che abbiamo posto a Mancini, il cui inserimento sull’azione di Celik da cui è nata la ripartenza terrificante di Leao col Milan aveva fatto discutere, almeno in ambito tattico. E quindi gli abbiamo chiesto se Gasp lo avesse rimproverato per la discesa al fianco di Celik, per il buco lasciato in di difesa, o elogiato comunque per l’intraprendenza. Ed è lì che il tecnico ha fatto capire il suo pensiero sottolineando quello che a lui piace delle sue squadre: «Il coraggio». Quel coraggio che non sai - prima - se premia o no, perché altrimenti non si chiamerebbe coraggio, ma calcolo. E quindi non farebbe parte del suo repertorio. Dell’inserimento di uno dei centrali nella fase offensiva di una sua squadra ne ha fatto un tratto distintivo: «Perché non criticate Pavlovic che ha seguito l’azione?», la sua domanda retorica. Sono anni che schiere di allenatori studiano la sua modalità tattica e in particolare proprio l’attitudine a riempire l’area con tanti uomini, difensori centrali compresi, per l’effetto sorpresa che determinano. Ed è così che nel 2020-2021, ad esempio, i difensori dell’Atalanta hanno segnato 34 gol. Toloi ne ha segnati 18 nella sua carriera con Gasperini, Djimsiti 10, Hateboer e Gosens 21, 4 Masiello, 5 Palomino e, forse il suo capolavoro, Zappacosta 23. Tutti premiati dal coraggio, appunto, e da quel sistema di gioco così aggressivo. E se qualche volta ci prendi gol, pazienza. A Gasperini piace così. Ai giocatori pure. E a poco a poco sta piacendo parecchio anche ai tifosi della Roma.

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