Punto e virgola

Il grande fardello

Numericamente la rosa è attrezzata, l’accordo per il Ffp pesa, ma fuori dalle folli isterie del mercato sarà più facile anche per Gasperini concentrarsi su ciò che serve veramente

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
02 Settembre 2025 - 06:30

In questa sessione di mercato, cominciata da Ghisolfi e completata da Massara (assunto da Friedkin, va ricordato, il 18 giugno scorso), sono stati acquistati nove giocatori (sette di movimento più due portieri) per 62 milioni di spesa, con 65 milioni di possibili riscatti (solo per Ghilardi c’è un impegno obbligatorio, 8 milioni) e 7 di bonus, e ne sono stati venduti tredici (fine prestiti a parte), per 45,5 milioni d’incasso e 39,5 di riscatti più 6 di bonus. In sostanza, la Roma ha investito sul mercato 16,6 milioni di euro, ma il totale degli impegni per il prossimo anno (ammesso che diventeranno realtà tutti i riscatti, in entrata e in uscita) porteranno ad altri 25,5 milioni di sbilanciamento, considerate le entrate. Di fatto rispetto alla squadra che ha finito trionfalmente la stagione, sono usciti otto giocatori e altrettanti ne sono entrati. La rosa è più giovane, il monte ingaggi invece è rimasto più o meno invariato. È mancato il grande colpo finale, non è arrivato l’esterno d’attacco tanto voluto da Gasperini, con un sorprendentemente radicato surplus di delusione espressa in serata da molti esperti di settore giovanile sconcertati per la cessione al Benfica (per un milione) del giovanissimo talento della Primavera Federico Coletta: che però andava a scadenza senza possibilità di accordo sul rinnovo e quindi è stata colta “un’occasione”. Niente, in ogni caso, che abbia riflessi immediati sulla prima squadra. 

Che cosa può essere successo dal giorno della riunione con Dan Friedkin, lo scorso 9 agosto, in cui erano state paventate al tecnico “cose importanti”, al nulla di ieri non è facile stabilirlo. Presumibilmente, in quell’incontro, i proprietari assicurarono all’allenatore che si sarebbe potuto fare uno sforzo per arrivare a raggiungere due giocatori che proprio Gasperini aveva indicato: Fabio Silva e Sancho. Il primo si sarebbe potuto prendere in caso di cessione di Dovbyk, l’altro, invece, avrebbe dovuto rappresentare la ciliegina sulla torta. Bailey era già stato acquistato e numericamente l’allenatore sapeva che avrebbe potuto-dovuto fare a meno di Baldanzi, Pellegrini ed El Shaarawy, oltre evidentemente a Dovbyk.

Ma per l’ucraino non sono arrivate offerte ragionevoli e la Roma non può permettersi di registrare minusvalenze, avendo il fardello del rilevante gap con l’Uefa da colmare entro la scadenza del 30 giugno 2026. Si poteva rischiare una strategia diversa? Forse, ma nessuno può dirlo con certezza. Oggi El Shaarawy se va in campo è il capitano, Baldanzi è stato bloccato quasi alle porte di Verona, mentre Pellegrini sarà riciclato da centrocampista: per l’allenatore è meglio lui di Pessina nel ruolo. E Sancho, su cui la Roma ha perso oggettivamente tanto tempo, è andato all’Aston Villa, per sostituire Bailey, a condizioni alla portata della Roma. Numericamente la rosa è attrezzata, il fardello del Ffp resta, ma fuori dalle folli isterie del mercato sarà più facile anche per Gasperini concentrarsi su ciò che serve veramente. E se servirà far capire a tutti che lui resta dalla parte della Roma, lo farà.

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