ASCOLTA LA RADIO RADIO  
Tatticamente

L'analisi tattica di Istanbul-Roma: il segreto è la mentalità offensiva

Partita quasi perfetta: bastava un punto, ma non per Fonseca che ha chiesto di attaccare dall’inizio per vincere la partita. Missione compiuta

La squadra festeggia dopo il gol di Kluivert contro l'Istanbul, di LaPresse

La squadra festeggia dopo il gol di Kluivert contro l'Istanbul, di LaPresse

30 Novembre 2019 - 09:54

Sta tutto nelle grafiche che abbiamo riprodotto il bello e anche l'eventuale brutto della Roma di Fonseca, una squadra che ha raggiunto oggi una maturità tattica, tecnica e agonistica tale da autorizzare fiducia e ottimismo sul futuro almeno a breve scadenza, ora che stanno rientrando anche i giocatori infortunati (e si è visto anche in quel quarto d'ora finale quanto può essere importante aver ritrovato elementi come Under e Mkhitaryan al fianco di colonne ormai quasi imprenscindibili della squadra come Pellegrini, Zaniolo, Kluivert e ovviamente Dzeko).

In fase di commento sul giornale di ieri, la partita l'abbiamo definita quasi perfetta. Perché in 90 minuti decisivi, contro una squadra indubbiamente di minor spessore tecnico eppure in piena salute, seconda nel campionato turco dietro al solo Sivasspor e in testa nel girone di qualificazione europeo dopo aver battuto due volte il Wolfsberger e pareggiato in casa col Borussia capolista della Bundesliga, la Roma ha sfoderato una prestazione praticamente priva di errori nelle quattro fasi di gioco (possesso, non possesso e nelle due transizioni, positive e negative).

Se al "perfetta" abbiamo anteposto l'avverbio "quasi" è solo perché inevitabilmente una trazione così offensiva pone il rischio di uno squilibrio, soprattutto in una transizione negativa, che però la difesa ha saputo riassorbire senza conseguenze. Poteva indubbiamente starci un rigore a favore dei turchi nella fase finale della partita per un tocco di braccio involontario ma punibile di Smalling non visto dall'arbitro così come si è rischiato di prendere il gol nel primo tempo nell'azione che abbiamo analizzato nelle grafiche a fianco. Ma parliamo di dettagli quasi casuali all'interno di una partita bellissima.

Una prova di forza

L'atteggiamento della Roma è stato lo stesso per tutti i novanta minuti: aggressivo e decisamente offensivo.

Una delle più significative frazioni di partita che spiegano perfettamente l'atteggiamento offensivo della Roma a Istanbull: sul fallo laterale offensivo per i turchi, con il risultato peraltro già sbloccato dalla Roma, tutti i giocatori giallorossi sulla palla scaricata all'indietro guadagnano metri con forza e decisione

Lo pretendeva Fonseca, come hanno rivelato i giocatori a fine gara, e così è stato. La squadra è partita sparata, ha messo le tende nella metà campo avversaria, ha dominato il possesso palla (nel primo tempo le percentuali erano schiaccianti), ha saputo aspettare il momento giusto per segnare e per mettere in ghiaccio risultato e qualificazione, poi ha affrontato la seconda parte della partita con buon senso e maturità, senza mai rinunciare alla proposta offensiva, tanto che dal taccuino gli unici episodi degni di nota per i turchi in fase di attacco nella ripresa riguardano quel fallo di mano di Smalling e un tiro di Robinho al minuto 93, l'unico nello specchio di Pau Lopez.

Spaventati, i giocatori del Basaksehir arretrano prima sulla trequarti, poi sulla metà campo e da lì, per la pressione romanista, fino al portiere

Pellegrini esalta Dzeko

Sugli scudi è salito subito Lorenzo Pellegrini, non solo per l'atteggiamento maturo e professionale tenuto quando è stato colpito da un oggetto metallico vigliaccamente lanciato verso di lui dalla tribuna mentre attendeva di battere un calcio d'angolo, ma soprattutto per l'eccellente prestazione.

Dzeko allunga fino ad arrivare in pressione solitaria sul portiere, Günok prende atto della situazione e sull'inevitabile rilancio lungo la linea difensiva romanista è già praticamente sulla linea di centrocampo

Nell'assist per il 3-0 c'è il paradigma del suo calcio: sradica il pallone dai piedi di un avversario e, dopo un rapidissimo sguardo, lancia Dzeko non solo scavando la palla per scavalcare il difensore che controllava il bosniaco, ma anche dandole l'effetto al contrario per farla spiovere verso il compagno con la giusta forza. Un prodigio di tecnica condensato in una frazione di secondo, un ragionamento geniale elaborato in un attimo da una testa capace di pensarlo. Totti, di solito, faceva cose così. In questo primo scorcio di stagione sono già sette i suoi assist, giocando peraltro fin qui solo la metà delle partite disponibili (9 su 18). Mettiamoci poi l'intesa con Dzeko.

Invariabilmente, tre giocatori arancioni sono oltre l'ultimo difensore, l'obiettivo romanista è stato raggiunto: dalla potenziale azione offensiva avversaria, la pressione convinta e organizzata ha consentito l'immediato recupero del pallone

Ieri il collega Alessio Nardo a Tele Radio Stereo ha fornito un dato piuttosto significativo: quando i due hanno giocato assieme, ed è accaduto per 662 minuti finora, il bosniaco ha realizzato 6 gol, in pratica uno ogni 110 minuti; quando Dzeko era in campo da solo, ha segnato 2 gol in 787 minuti, uno ogni 394 minuti. Sarà un dato ancora relativamente significativo, ma Edin ne è sicuramente contento.

A questa qualità vanno aggiunti i dati della quantità garantita dal giovane centrocampista romano: ha vinto infatti il 67% dei duelli difensivi (4 su 6) e il 100% di quelli offensivi (2 su 2). Non ha ancora segnato una rete in questa stagione, è vero, ma considerando le assenze e soprattutto il fatto che la Roma segna molto su calcio piazzato, e lui è uno di quelli che in quei casi va a calciare invece di andare a ricevere, è anche più difficile per lui mettersi in evidenza con i gol. Ma siamo sicuri che anche i gol presto arriveranno.

Qui invece i rischi che si corrono con l'atteggiamento offensivo dei difensori quando si trascurano alcuni piccoli particolari: nel corso del minuto 39, sull'iniziativa di Kahveci, Kolarov controlla a distanza Visca nella giusta posizione: la difesa giallorossa è perfettamente allineata, le distanze sono corrette

Smalling ha messo il lucchetto

E a proposito di gol, merita citazione anche un'altra statistica dell'account twitter As Roma Data riguardo i gol subiti con Smalling in campo o con Smalling assente. La differenza è evidente: 1 gol concesso ogni 108 minuti quando c'è l'inglese, uno ogni 60 quando manca. Indubbiamente con Mancini ha formato una coppia forte e destinata a durare nel tempo.

Sull'improvvisa accelerazione del portatore, Kolarov commette l'errore di muoversi nella direzione dell'esterno che dovrebbe tenere sotto controllo, invece di attendere la scelta di passaggio restando più stretto: così è lui ad invitare gli avversari a sfruttare il corridoio

Con loro Fonseca accetta anche volentieri il duello difensivo in parità numerica: insieme hanno vinto 14 dei 17 duelli difensivi in cui si sono cimentati contro il Basaksehir. Un bunker chiuso a chiave, in pratica. In più va sottolineata la pulizia nell'impostazione del gioco: Smalling ha infatti raggiunto la percentuale più alta delle azioni andate a buon fine tra tutti i giocatori della Roma, 86% (55 azioni riuscite su 64). Così pian piano Fonseca sta migliorando anche l'unico aspetto su cui in Inghilterra mostravano scetticismo, relativo proprio alla costruzione del gioco dal basso.

Per fortuna della Roma, Kahveci è mancino e non se la sente di tentare il passaggio in profondità col destro, ma aspetta un tempo e lancia di esterno sinistro

E zitto zitto Diawara...

C'è poi un altro giocatore che merita di essere celebrato dopo la partita di Istanbul, Amadou Diawara: nei 99 minuti giocati, recupero compreso, il guineano è stato protagonista addirittura in 122 azioni (il secondo della Roma, Veretout, ne ha fatte 83), con l'80% di buona riuscita. È diventato il vero regista della squadra, ha un'altissima percentuale di passaggi riusciti (88 su 95, il 93%), secondo solo a quella di Mkhitaryan (mostruoso 97%) che però è stato in campo solo 26 minuti e ovviamente con un timbro agonistico diverso.

E questo manda Visca in fuorigioco, subito rilevato dal guardalinee ben posizionato: nell'immagine, abbiamo ingrandito la posizione di Visca e Kolarov e tracciato una linea ideale dell'offside

E contrariamente a quello che è lecito aspettarsi, è anche il giocatore della Roma (tolti ovviamente i difensori, a quello delegati) che ha recuperato il maggior numero di palloni (5 di cui 3 nella metà campo avversaria, di quelli che valgono doppio). Con lui e Veretout in mezzo al campo, e con Smalling e Mancini in difesa, Fonseca, e con lui i tifosi della Roma, possono davvero dormire sonni tranquilli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA