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Il Match Program

Mancini innamorato della nuova squadra: "Roma è magia"

"È l’unica città in cui se ti perdi sei contento. I compagni mi hanno fatto ambientare. Le responsabilità non mi spaventano, il gruppo non ha paura di esporsi»

Mancini esulta dopo il gol segnato al Brescia, di LaPresse

Mancini esulta dopo il gol segnato al Brescia, di LaPresse

30 Novembre 2019 - 09:12

Se la Roma di Fonseca oltre alle vittorie ha ritrovato solidità difensiva, gran parte del merito spetta a lui. Gianluca Mancini è l'uomo del momento, protagonista in mediana nella fase emergenziale dei continui infortuni e di nuovo in difesa, ora che si può tornare a parlare di abbondanza. «La solidità arriva grazie all'apporto di tutti - commenta lui al Match Program del club - cerchiamo di mettere in pratica quello che ci dice il mister. È importante raggiungere l'equilibrio, dobbiamo continuare ad allenarci sempre al massimo».

Partendo dal reparto arretrato, ha trovato anche il primo gol, sotto la Sud. «La gioia del primo gol è una emozione indescrivibile. Per noi difensori segnare è una cosa in più. Lo aspettavo da tanto e segnarlo all'Olimpico, con la maglia della Roma, è stata una bella emozione, che rivivo anche a freddo». La rete di Mancini è arrivata sugli sviluppi di una palla inattiva, caratteristica che sta diventando un marchio di fabbrica della squadra. «I gol su palla inattiva fanno la differenza. Soprattutto quando incontriamo squadre che si chiudono bene, diventano un'arma in più. Ci lavoriamo molto prima delle partite, ma in più siamo aiutati anche dalla struttura fisica, quando andiamo a saltare siamo quasi tutti sopra il metro e novanta. Ma dietro c'è lavoro e organizzazione, non è una palla buttata così a caso».

Il tecnico portoghese non perde occasioni per incensare l'ex atalantino e la sua grande maturità, dentro e fuori dal campo. «Quello che dice il mister mi fa piacere, mi hanno sempre etichettato come "giovane vecchio". Non l'ho mai considerato un difetto ma un pregio. Mi piace prendermi le responsabilità, magari anche sbagliando e sentendo qualche critica, fa parte del gioco. In squadra siamo in tanti che non hanno paura di esporsi: prendo spunto dai giocatori più esperti, dai vari Florenzi, Kolarov, Dzeko e Fazio. Se il mister pensa questo di me è perché me lo sono conquistato ed è un piacere».

Il suo inserimento nella Roma è stato molto veloce e la dimostrazione è che non serve essere "anziani" per farsi sentire e meritarsi il rispetto in campo. «Il mio inserimento da luglio è stato facilissimo grazie ai miei compagni, a me non sembrava di aver cambiato squadra. È stato fantastico. Mi hanno aiutato e consigliato. Devo ringraziare tutto lo staff del mister che lavora al 110 per cento, come noi, per aiutarci a migliorare. Avrei potuto avere più difficoltà se fossi capitato in un ambiente diverso. Fuori parlo poco, ma in campo non c'è età. In partita siamo tutti uguali e se c'è bisogno di strillare e magari anche mandarci a quel paese ci sta. È giusto, e in questa squadra ci sono tanti giocatori che si fanno sentire in campo».

Maturità vuol dire anche ammettere i propri errori. Quando torna a casa, Mancini rivede le sue gare: «Sì, mi aiuta a migliorare. Con lo staff facciamo sedute video e tattiche, ma ogni volta mi piace rivedere la mia partita, vedere come mi sono comportato. Gli errori ci possono stare. Da quando vedo con attenzione le partite di calcio, e ne vedo tante, non ho mai visto una partita intera in cui un difensore non fa almeno un errore. Ce n'è sempre almeno uno a partita. L'importante è pensare di recuperare, abbassare la testa e continuare, anche se hai preso gol, capire l'errore e la volta dopo non commetterlo più, ti aiuta a migliorare sicuramente».

Il numero 23 si nutre di passioni: «Vivo per il calcio, è la cosa che faccio ogni giorno ed è ciò che amo più di tutto. La pressione fa parte della vita, vale per tutti i mestieri. Bisogna viverla bene, ce ne deve essere un po' per non farti mai rilassare, ma la devi vivere serenamente e bene per fare risultati». E una città che di pressione può metterne eccome è Roma. Ma il difensore mostra di essersi pienamente ambientato. «È bellissima. Roma è magia. Qualcuno ha scritto che Roma è l'unica città in cui ti perdi e sei contento, anche io la penso così, scopri sempre cose nuove. Quando posso, almeno un paio di volte a settimana, quando non si gioca ogni tre giorni, vado in centro. Mi piace girare, sono un curioso, con mia moglie cerchiamo di capire quello che c'è dietro, la storia che racconta».

Riparte il campionato, si va a Verona, una partita non facile. «Ci aspetta un sfida importante. Loro stanno andando forte, corrono molto e hanno grande aggressività. Noi dobbiamo continuare sul livello che abbiamo da un po', migliorando sempre. Ogni domenica c'è un nuovo gradino da superare per finire il ciclo di partite prima di Natale nel migliore dei modi».

Gli obiettivi di Gianluca sono fissati: «Voglio migliorare settimana dopo settimana e mi sento già molto cambiato da inizio stagione ad oggi. Voglio raggiungere gli obiettivi con la Roma e se gioco bene con questa maglia posso dimostrare a mister Mancini di meritare la convocazione. Essere convocati in Nazionale non è cosa da poco. Il gruppo che andrà agli Europei lo farà il mister e vedremo cosa farò io. Il primo obiettivo è fare bene con la maglia giallorossa».

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