Per la Roma

Adesso, c’è bisogno di fare la Roma, di comportarsi da Roma e anche da strutturarsi da Roma. Perché tanto i Romanisti ci sono, ci sono sempre stati e da quattro anni riempiono l’Olimpico

Ecco alcune considerazioni da fare prima dell'inizio dell'avventura del tecnico sulla panchina della Roma

Emblematica la noiosa telenovela legata al futuro allenatore: dodicimilaseicentoventuno nomi al giorno. Tra chi fa il suo lavoro seguendo una fonte e chi la spara più grossa sperando di beccare il jolly

Chissà se quarant’anni fa quando avevo sottoscritto il mio primo abbonamento avrei mai immaginato di ritrovarmi, una vita dopo, ancora oggi nello stesso posto

Come se il tempo si fosse cristallizzato per questo signore della panchina, capace di fagocitare punti in classifica agli avversari e riuscendo a cancellare dal nostro vocabolario la parola sconfitta

Quel sogno durò un istante eppure c’è rimasto addosso, come quegli amori estivi che nessuno ha mai dimenticato. E qualcuno ancora domanda: «Ma te lo ricordi il gol di Bartelt?»

Il peso lo do al suo modo di stare in campo: partecipe, motivato, determinato e capace di farci apparire “normali” degli interventi straordinari

Come capita spesso in partite del genere chi segna per secondo va a casa più contento ma quel pomeriggio, a prescindere dal risultato, non me lo sono mai dimenticato

Quinta elementare, la maestra: «Danilo, perché non verrai a Firenze?». « Ci sarà Roma-Juventus». «E tu non andrai in gita per una partita di calcio?». «No, per la ROMA».

Esultate ragazzi! Abbracciatevi così forte da farvi venire i lividi sulle braccia e, se serve, urlatevi in faccia per caricarvi l’un l’altro come Mancini con Dovbyk. Mai come in queste ultime 8 partite servirete tutti