Nuovo Stadio

Nuovo stadio, la Roma tra centenario e Europei

Presentata la fattibilità tecnico-economica. Un progetto da 1,2 miliardi di euro verso la conferenza

(As Roma)

PUBBLICATO DA Andrea De Angelis
29 Dicembre 2025 - 06:30

Poco più di 60 mila posti. Per la precisione 60.600. Partiamo dal dato forse che più interessa ai tifosi giallorossi per parlare di quanto depositato dalla Roma la scorsa settimana, poche ore prima del Natale, in Campidoglio. Il 23 dicembre, alle 19 circa, infatti la società guidata dalla famiglia Friedkin ha inviato al Comune il Progetto di fattibilità tecnico-economica del nuovo stadio che dovrebbe sorgere a Pietralata. Un passaggio atteso da mesi e che rappresentava a tutti gli effetti l’ostacolo più grande da saltare in questa corsa contro il tempo per regalare alla squadra (e alla città) quella casa inseguita per decenni, e che ogni volta finora si è scontrata contro veti incrociati e difficoltà politiche o finanziarie che ne hanno impedito la realizzazione. Finora appunto. Perché questa sembra davvero essere la volta buona

Tutto lascia pensare che finalmente la Roma possa arrivare a meta (tanto per usare una metafora cara agli americani), dalla volontà politica di un’amministrazione cittadina convinta di cogliere un’opportunità rara, alla capacità di investimento della proprietà, proiettata dal primo giorno verso questo obiettivo. Una convergenza che mai si era vista. E che giustifica (o è giustificata, a seconda da dove si voglia vedere la questione) uno sforzo economico mastodontico. Oltre un miliardo di euro di soldi privati. Il costo dello stadio è lievitato nei mesi dagli iniziali 570 milioni di euro, agli attuali 1200 milioni. Un miliardo e 200 milioni circa (ballano circa 200 milioni tra tasse, materiali e spese accessorie) che fanno dell’impianto di Pietralata la più imponente opera privata mai pensata in questa città. Imponente al punto tale da aver comportato uno sforzo progettuale dilatato ad oltre 2 anni, ben più di quanto previsto subito dopo l’approvazione del Pubblico Interesse, nel maggio del 2023, quando la Roma stimava di presentare la documentazione per lo stadio in circa un anno. Da allora le voci sulla possibile consegna del Piano di fattibilità tecnico-economica si sono rincorse e accavallate, fino ad arrivare agli ultimi mesi, con annunci poi non rispettati (dal Comune va però detto, perché la Roma non ha mai comunicato una data certa), rinvii, ed infine per fortuna la felice conclusione. Manca ancora qualcosa, come gli scavi archeologici (ancora fermi a causa dei tanti ricorsi presentati dai comitati contrari allo stadio, deboli nella consistenza numerica, ma agguerriti sul piano giudiziario), che la Roma dovrà completare entro un paio di mesi al massimo, e che andranno a completare il progetto prima dell’avvio della Conferenza dei Servizi.

I passaggi mancanti 

L’iter infatti non è ancora ultimato, mancano alcuni passaggi delicati, e che non vanno sottovalutati. Il primo, più immediato, e che presenta alcuni rischi di natura politica, si consumerà a partire dai prossimi giorni in Campidoglio. Gli uffici tecnici del Comune dovranno sottoporre il progetto presentato ad una verifica di ottemperanza delle prescrizioni contenute nel Pubblico Interesse. I vari dipartimenti dovranno quindi valutare il progetto, per poi passarlo alle Commissioni Capitoline. Quindi andrà predisposta dalla Giunta una delibera per la presa d’atto che dovrà infine essere approvata dall’Aula Giulio Cesare. Due mesi circa di lavoro, si spera poco meno, in cui i contrari potranno far valere le proprie ragioni, anche all’interno della maggioranza a sostegno del Sindaco. In questo senso assumono un’importanza significativa le notizie recenti del rafforzamento della compagine di Roberto Gualtieri, che oggi può contare sul supporto esplicito di Italia Viva (due i consiglieri che fanno riferimento al partito di Matteo Renzi) e l’astensione “positiva” di Azione (altri due consiglieri), che vanno a bilanciare le perplessità degli esponenti affini al mondo ambientalista (dai verdi di AVS all’ex assessore Caudo), che negli ultimi mesi non hanno risparmiato critiche al progetto. Un riassetto della maggioranza che sulla carta non lascia spazio a sorprese. Ottenuto il via libera del Campidoglio, il dossier stadio, arricchito di quanto ancora manca, passerà quindi alla Conferenza dei Servizi Decisoria. Qui i tempi sono stabiliti dalla legge: 60 giorni, prorogabili di 30. Quindi 3 mesi per completare il lavoro, maggio o giugno come termine presumibile.

La connessione con Euro 2032 

La conclusione della Conferenza coinciderà con la decisione del Governo e del Commissario straordinario sugli impianti che ospiteranno i prossimi Europei del 2032, partita in cui la Roma conta di poter dire la sua, e che avrebbe l’effetto non secondario di agevolare (oltre che l’iter approvativo) l’edificazione del nuovo stadio. I tempi ipotizzati parlano di 24 mesi, due anni quindi, dalla posa della prima pietra. Sono previsioni realistiche e che fissano la data dell’inaugurazione molto probabilmente per il 2029 o il 2030. Oltre la stagione del centenario del club, termine su cui si erano concentrati gli sforzi finora, ma che non cambiano la sostanza delle cose. La Roma, dopo i tentativi degli Anni 80 di Viola e di Pallotta di un decennio fa, con tutta probabilità avrà il suo stadio.

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