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Da Capradossi ai gemelli Ricci: quanti ex romanisti nello Spezia neopromosso

Nella rosa di Italiano c'è anche il difensore Marchizza, che debuttò in Europa League con Spalletti, contro l'Astra Giurgiu

Matteo Ricci in amichevole contro il Pinzolo nel ritiro della Roma del 2017, di LaPresse

Matteo Ricci in amichevole contro il Pinzolo nel ritiro della Roma del 2017, di LaPresse

23 Agosto 2020 - 14:25

C'erano più ex romanisti nello Spezia che in ogni altra squadra di Serie B, incluse quelle geograficamente più vicine come Pescara o Frosinone. La squadra ciociara, rimasta in corsa fino all'ultimo minuto per la promozione in A, è solita dare una seconda occasione ai ragazzi che la Roma non conferma nel settore giovanile, inserendoli negli Allievi o in Primavera: l'ultimo della serie è il portiere Trovato, classe 2002, che ha fatto il ritiro con Nesta la scorsa estate, poche settimane dopo aver perso la finale U17 con i giallorossi contro l'Inter. Ma Trovato giovedì sera non era al Picco di La Spezia, pur essendo già andato in panchina in B: c'erano invece Paganini e Tribuzzi, entrambi subentrati nella ripresa. La storia del primo è nota, anche perché il padre famoso - Raffaele, ballerino e personaggio televisivo - ha fatto sì che venisse raccontata: a Trigoria si giocava il posto con Caprari, dai 16 anni ha girato un po' la regione, un anno con gli Allievi della Lazio, poi l'approdo a Frosinone, che dopo Primavera e Berretti (dopo la retrocessione) e prime presenze in C1 lo ha mandato pure sei mesi al Fondi.

Storia a lieto fine: tanti che la Roma tenne quando lui andò via - su tutti Simone Bezziccheri, ma anche il '94 Frediani - non hanno mai giocato in Serie A, lui ci ha fatto 14 presenze e 2 gol nel 2018-19 (sarebbero state di più senza un brutto infortunio, ma a 27 anni può ancora tornarci). Anche Alessio Tribuzzi lasciò la Roma 16enne, e se fosse rimasto un anno in più avrebbe vinto lo scudetto Allievi, con Tumminello e Marchizza: dovette ripartire dai dilettanti dell'Atletico 2000, lo prese il Frosinone, che lo girò due anni in D, a due nobili decadute come il Latina e l'Avellino, con cui segnò 11 gol, meritandosi il biglietto di ritorno: farà 22 anni a novembre, può ancora riprendersi quella serie A che gli è sfuggita giovedì. E che invece hanno finalmente preso Matteo Ricci e Marchizza, dopo un lungo inseguimento, fatto di panchine coi grandi, attese vane, e prestiti in serie inferiori.

I vincitori

Il primo, che nella finale di ritorno è stato forse il migliore in campo, dovette fare tre esperienze in Lega Pro prima di debuttare in B, visto che il Carpi, nel 2014-15, in sei mesi non gli fece fare neppure una presenza. Ai tempi della Primavera piaceva molto a Luis Enrique, che però, lasciata la Roma, è finito presto ad allenare i marziani: mentre vinceva due edizioni della Liga sulla panchina del Barcellona il ragazzo che aveva portato in panchina girava tra Carpi, Pistoiese e Pisa, dopo aver assaggiato la C1 già facendo il titolare a Grosseto. Come Politano e Verre ha trovato fortuna a Perugia, poi un anno alla Salernitana, dal 2018 è allo Spezia, dove un anno fa è stato raggiunto dal gemello Federico, che aveva lasciato la Roma nel 2014 invece che nel 2013, e con quell'anno in più, grazie a Rudi Garcia, è riuscito a fare 4 presenze in A in maglia giallorossa, a cui sommare quelle fatte poi con Sassuolo, Genoa e Crotone. Il club neroverde ora se lo riprenderà per fine prestito, come Marchizza, che con i '98 della Roma era il centrale di sinistra, perché col numero 3 giocava Luca Pellegrini (e qualche volta, in Primavera, la meteora Anocic).

Ora che non c'è più Pellegrini - che in serie B non è mai sceso, ed è appena tornato alla Juve dopo il prestito al Cagliari - il mancino Marchizza si è spostato sulla fascia, ruolo da sempre particolarmente ricercato: ha un piede morbido, un gran fisico, e sta imparando i tempi d'inserimento, cominciando a mettere qualche buon assist a centro area. Con la Roma è andato spesso in panchina in prima squadra, ma Spalletti gli ha negato l'esordio in A, concedendogli solamente un minutino in Europa League, nella gara, a qualificazione già ottenuta, contro l'Astra Giurgiu. Pochi mesi dopo la Roma lo ha ceduto al Sassuolo, insieme alla mezzala Frattesi, tenendosi una percentuale sulla futura rivendita che potrebbe fruttare qualcosa, visto che il ragazzo ha parecchi estimatori in A, tra cui il Bologna, che si erano segnati il suo nome ben prima dei playoff, saltati per un problema muscolare.

Non li ha giocati neppure Capradossi, con cui faceva coppia nella Primavera campione d'Italia nel 2015-16, fermato da un infortunio al crociato: è l'unico, degli ex, ad aver giocato in serie A con la Roma, esordio a Cagliari, in coppia con Fazio, in uno dei tanti giorni in cui Manolas accusò un qualche insormontabile problema fisico. Nato a Kampala da padre del Tiburtino, arrivato a Roma bambino dall'Uganda, e alla Roma 14enne dalla Lodigiani, se ne andò quando ne aveva venti, dopo uno scudetto Primavera vinto da capitano, e due stagioni aggregato alla prima squadra: lo prese il Bari, il prestito di un anno venne rinnovato, e poi interrotto quando la Roma cedette Hector Moreno, e scelse di sostituirlo con l'ex Primavera. È anche quello che ha più possibilità di ritrovarla da avversario: dovrebbe rimanere allo Spezia, che dopo averlo preso in prestito nel 2018-19, lo ha acquistato un anno fa, sfruttando gli ottimi rapporti di Angelozzi con la dirigenza giallorossa. Gli stessi che hanno appena portato due 14enni, il difensore Plaia e il centrocampista Mannini, dallo Spezia all'Under 15 della Roma: i fili che legano le due società ormai vanno in entrambe le direzioni.

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