Da Perth e la chiamata di DDR all'Allianz con Gasp: la storia di Mirra, capitano della Primavera
Le prime esperienze tra Selva Candida e Urbetevere, poi gli Scudetti alla Roma. Fino agli allenamenti con Mourinho e al posto fisso in difesa nell'U20 di Guidi
(GETTY IMAGES)
È il 9 luglio 2006, l'Italia vince i Mondiali per la quarta volta nella sua storia. Sono attimi di pura euforia. Anzi, ore. A Berlino si festeggia per un'attesa lunga 24 anni, oramai culminata col rigore di Grosso. Con le lacrime del gruppo di Lippi. E dei tre romanisti Francesco Totti, Daniele De Rossi e Simone Perrotta. Roma, prima; Italia, poi. Un ordine ben preciso. Lo racchiude anche la vita di Jacopo Mirra. Davanti a tutto, la Lupa. Lui, invece, viene dopo l'Italia. Il giorno dopo il trionfo. È il 10 luglio quando nasce. In una famiglia romanista. È impossibile perseguire una verità diversa da quella giallorossa. O dalla strada del duro lavoro.
Il calcio nel destino
La passione accomuna la sua vita e quella dei suoi famigliari. La Roma scandisce il tempo, i sogni. E poi il temperamento. Già da piccolo, Mirra si mette "al lavoro". Sperimenta, col pallone tra i piedi; a qualità, anche in zona avanzata. Inizia al Selva Candida, a 7 anni passa all'Urbetevere. Dove incontra mister Gianluca Isgrò. "Il rapporto che abbiamo mi riporta ai ricordi più belli", racconta a Il Romanista. "Allenavo i 2006, avevo circa 35 ragazzi e tra noi è nata subito una bella intesa. Mi veniva detto: 'Se lo si mette davanti, viene tutto più facile'. Vedeva la porta facilmente. Lì ho deciso di metterlo difensore centrale". Il suo marchio di fabbrica. Jacopo si stabilizza dietro. Entra in sintonia con quel ruolo.

Jacopo Mirra, in maglia giallorossa, e Gianluca Isgrò
Da lì, sono anni che passano con la spensieratezza dei più piccoli. Di chi ha tutta una strada davanti, ma già immagina la derapata sul curvone più difficile di tutti. Giorni, più che anni. Anche perché in due moti di rivoluzione, arriva quella chiamata. La chiamata della Roma. "Venne Bruno Conti, insieme con alcuni osservatori. Quando se ne andò gli dissi di non preoccuparsi, che ciò che avevamo fatto era stato davvero bello. Il nostro abbraccio fu quello di un padre che dice a suo figlio: 'È il tuo momento'". Una rondine pronta a spiccare il volo. "Quando andò alla Roma, gli regalai una collanina con il numero 14. Il giorno della mia nascita e, allo stesso tempo, il numero di Cruijff. Lui mi fece la promessa di prendere la maglia numero 14, una volta arrivato in giallorosso. È un numero che ci lega".
La Roma al centro
Le giovanili giallorosse sono un mondo nuovo. In cui prosegue la scalata di Mirra: da difensore centrale, diventa presto uno dei punti fermi delle varie squadre in cui si stabilizza. È una roccia. Fuori e dentro. E piano piano, col passare degli anni, c'è spazio pure per i trofei. Il primo arriva nel 2022: ad Ascoli, il 25 giugno, la Roma e il Milan si affrontano nella finale U16. Finisce 1-0, gol di Nardozi. Festa e cielo giallorossi. Jacopo non scende in campo. Ma poco importa. È lì, a dare manforte, da leader silenzioso qual è. La serata termina con abbracci e baci. Anche alla coppa. Lo testimonia il suo profilo Instagram.

Jacopo Mirra con la coppa del Campionato U16 tra le braccia
Arriva la stagione 2022-23. Quella che gli permette di conquistare un altro trofeo. Ancora una volta, da protagonista silenzioso. Accumula una presenza in Under 18, mentre in Under 17 parte da riserva, conquistando un posto da titolare nel finale. In una Roma che chiude la regular season e nell'ultima fase, ancora una volta, fa faville. Mirra, dal canto suo, fa quanto può: gioca 90' al ritorno dei quarti con l'Atalanta; 17' in semifinale col Milan. Poi, entra nei minuti conclusivi dell'ultimo atto con l'Inter. Il gruppo vince ancora, stavolta 2-1: arriva la seconda grande gioia in due anni. Con Falsini. E uno slancio non banale verso il futuro.
Perché la dedizione, come già detto, è tanta: 17 anni e un nome, José Mourinho. Attento ai giovani. Lo Special One lo nota, nell'autunno del 2023 lo porta con sé tra i più grandi. Sapori nuovi. In attesa della svolta. Che arriva: mentre in U18 è attore principale, nel febbraio del 2024 arriva l'esordio in Primavera. 45 minuti col Frosinone e un ko per 1-0. Sorrisi e lacrime. Le stesse che condizionano il finale di stagione. Quando arriva, dopo due chiusure incandescenti nel 2022 e nel 2023, la doppia doccia fredda. Più in alto, la squadra di Guidi cade col Sassuolo e dice addio al sogno Scudetto. Poi, archiviata la semifinale vinta con la Dea (preceduta dall'ennesimo campionato di alto livello), l'Under 18 di Tanrivermis cade col Genoa. 0-2, anche qui niente titolo. La felicità, invece, lo porta a Perth: De Rossi lo chiama e in Australia scende in campo, all'82', nella gara amichevole tra Milan e Roma (un sonoro 2-5 per i giallorossi). Storia bella.

Jacopo Mirra in campo a Perth insieme ai compagni di squadra (GETTY IMAGES)
Caduta e risalita
C'è però da voltare pagina. All'orizzonte, una stagione 2024-25 tutta da vivere. Da protagonista. Con Gianluca Falsini, ancora. Che in Primavera lo prende e lo mette al centro della sua difesa: prima concedendogli poco spazio, poi rendendolo a tutti gli effetti un titolarissimo del suo undici. Gioca con costanza fino all'inizio del 2025. Fino a quando problemi fisici ne compromettono lo sviluppo: da gennaio in poi disputa solo quattro partite. Saltando, anche se per scelta tecnica, la semifinale dei playoff Scudetto. Dopo una regular season dominata.
La delusione è enorme. Però, come spiega Isgrò, "Jacopo ha l'ossessione, in senso positivo, del calcio". Un'ossessione utile a superare gli ostacoli. A ergersi. È ciò che accade nel 2025-26: una stagione che inizia con un infortunio. Ancora. Salta le prime tre con Parma, Atalanta e Sassuolo. Poi però, il nuovo tecnico Guidi (che lo aveva lanciato in U20) lo rende centrale nella sua retroguardia a tre. Da braccetto di destra. Dove torna a giocare con regolarità e a sfornare le sue entrate "dure, ma rispettose". Donando la sua solidità. Cosa che anche Gian Piero Gasperini nota.
Tant'è che dopo averlo aggregato a più riprese agli allenamenti dei più grandi, Mirra fa la sua comparsa nei convocati di Juventus-Roma. Un ko, ma al contempo un'esperienza formativa: l'Allianz Stadium, il pullman, le mosse dei campioni. Tutto fa brodo, si dice. Anche questo. "Ho visto Jacopo quando faceva il raccattapalle. E ora vorrei vederlo lì, in campo, all'Olimpico", chiosa Isgrò. Una frase in cui c'è tutto. Lavoro e risultati. Nel frattempo, quel 14 continua a lavorare in Primavera. Quella Primavera prima in classifica a fine 2025. Sperando in quel trampolino di lancio che oggi sembra più vicino che mai.
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