Le pagelle di Rangers-Roma 0-2: tutto Pelle e riscossa
Lorenzo entra nella genesi del vantaggio, firma il raddoppio e ricama sulla trequarti. Soulé blocca il match e resta frizzante. Mancio ruggisce ancora. Dovbyk più per gli altri che per sé
(GETTY IMAGES)
Filo di Scozia. La Roma riprende il cammino europeo dopo i due stop consecutivi piegando i modesti Rangers senza grande fatica. Basta un tempo per mettere in ghiaccio il match, ma anche a risultato acquisito la scia di brillantezza inaugurata a San Siro si vede tutta. Deve soltanto - si fa per dire - diventare onda lunga.
IL MIGLIORE - 7 PELLEGRINI. Pennella il corner che genera il vantaggio. Poi la piazza nell’angolino per il raddoppio. Al di là della partecipazione ai gol, è il principale raccordo fra mediana e linea più avanzata, dove gestisce il possesso in scioltezza e a proprio piacimento. Pelle lucida.
IL TECNICO - 7 GASPERINI. Anche con gli uomini contati davanti, la squadra conferma le impressioni di novembre, stavolta cogliendo il risultato pieno e rimettendosi in corsa.
6 SVILAR. Può limitarsi all’ordinaria amministrazione più o meno per tutta la partita, dando sfoggio di sicurezza nelle uscite, che per una volta costituiscono il massimo dell’impegno. Serenissimo.
7 MANCINI. Rimpolpa la catena di destra senza scalfire il consueto apporto maiuscolo dietro, dove rimpiazza Svilar a porta spalancata e striglia chiunque gli capiti a tiro. Ruggisce con bocca e piedi.
6 NDICKA. Comanda la difesa senza grandi affanni, in parte perché gli avversari pungono poco, di più perché gode di buon supporto su entrambi i fianchi. Non ancora sicurissimo quando viene puntato.
6,5 HERMOSO. Le incomprensioni coi compagni di reparto in avvio non producono danni, ma col passare dei minuti cresce visibilmente e si rende protagonista di ottime chiusure. Diesel.
6 CELIK. Schierato a tutta fascia, chiude e si propone con la solita costanza. Ma è surreale l’occasione sprecata a un metro dalla linea, quando indeciso fra testa e piede colpisce goffamente col ginocchio. Con l’impegno si fa perdonare, anche perché il gol fallito influisce sul punteggio, non sulla vittoria.
6,5 CRISTANTE. Incarnazione del credo gasperiniano negazionista del riposo, è di nuovo titolare e la sua presenza risulta subito decisiva con la consueta spizzata di testa che vale l’assist dell’1-0. Consueto è anche l’acume tattico che evita sofferenze di ogni genere. Certezza consolidata.
6,5 EL AYNAOUI. Rispetto a Koné di cui prende il posto possiede meno strappi e più passo felpato, il che lo porta lontano dai riflettori. Ma il lavoro oscuro di recupero palloni sull’uomo come sulle linee di passaggio resta notevole. Ombra del partito. Dell’essenzialità.
6 TSIMIKAS. L’atmosfera britannica gli è familiare e compie qualche passo avanti rispetto alle ultime apparizioni: in pressing sembra aver assimilato i dettami di Gasp, un po’ meno convinto quando attacca, anche se un suo sinistro sbilenco crea l’occasione d’oro sprecata da Celik. Tiri mancini.
7 SOULÉ. Sarà anche affrancato dai condizionamenti dybaliani, fatto sta che ritrova la gioia senza Joya. E di testa, non esattamente la sua specialità. L’immediato bis però lo sfiora col mancino, pezzo forte della casa, col quale dà vita a spunti copiosi e di qualità. Frizzante.
6,5 DOVBYK. Qualche difficoltà iniziale nei controlli a ridosso dell’area non lo demoralizza e anzi proprio una gestione sopraffina del possesso fa da prologo al 2-0. Resta macchinoso se deve crearsi spazi per il tiro, ma sulle sponde è prezioso. Artem per gli altri.
6,5 KONÉ. Entra con il passo più appropriato: negli spazi va a nozze e crea sempre superiorità.
6 EL SHAARAWY. In campo per metà della ripresa, crea discreti spunti ma senza mai risultare pericoloso.
6 RENSCH. Dentro nell’ultima parte di gara, si sistema a destra con la giusta concentrazione.
6,5 WESLEY. Sempre più a proprio agio a sinistra: si mostra brillante.
S.V. PISILLI. Scampoli finali per riassaggiare il sapore del campo.
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