Soulé e Pellegrini risolvono la pratica: 2-0 della Roma sui Glasgow Rangers
Con due gol nel primo tempo, i giallorossi battono gli scozzesi e si rimettono in corsa in Europa League
(GETTY IMAGES)
La Roma ha reagito da grande squadra alla piccola emorragia di risultati in Europa e si è ripresa a Glasgow ciò che aveva lasciato all’Olimpico tra Lille e Viktoria Plzen, regolando senza troppe sofferenze i Rangers - o quel che resta di una squadra gloriosa in fortissima difficoltà e nel pieno della contestazione dei tifosi soprattutto contro la dirigenza - e raggiungendo così quota 6 punti che nel lungo girone della fase campionato le consente ora di risalire la classifica fino al 16° posto, in una graduatoria in cui spicca il primo posto solitario a punteggio pieno dei danesi del Midtjylland, guarda caso prossimi avversari dei giallorossi all’Olimpico, il prossimo 27 novembre. Non sarà evidentemente facile, ma battendoli il più sarà fatto e in teoria tornando poi a Glasgow al turno successivo per affrontare il Celtic si potrà anche provare ad attaccare direttamente uno degli otto posti utili per evitare anche il playoff di febbraio. Soulé e Pellegrini sono stati i marcatori di giornata, proprio gli uomini mandati in campo da Gasperini a far da guardiaspalle di Dovbyk, il centravanti che invece continua a non segnare e che però ha avuto almeno il merito in un paio di decisive occasioni di portarsi dietro gli uomini per poi mandare al tiro i compagni, e in una di queste ha fatto gol proprio Pellegrini. Più semplice invece il gol dell’argentino, pronto a mettere in porta dal secondo palo un assist di testa di Cristante su corner calciato proprio da Lorenzo, protagonista di una bellissima partita proprio un paio di giorni dopo l’intervista concessa al Romanista in cui aveva manifestato proprio la sua serenità rispetto ai progressi della sua Roma.
Così non hanno destato nessuna sorpresa le scelte iniziali di Gasperini, svelate mentre dalla curva dei tifosi della squadra protestante di Glasgow si dispiegava una magnifica coreografia con un Colosseo colonizzato da varie bandiere britanniche e da un gladiatore con lo scudo dei Rangers pronto ad immolarsi in battaglia. Gasperini ha schierato le certezze di cui si può disporre in questo periodo, e quindi l’attacco a tre con Soulé e Pellegrini alle spalle di Dovbyk, a riposare, anzi, ad attendere di giocare in panchina Koné con la promozione di El Aynaoui al fianco di Cristante in mezzo al campo, con Celik nuovamente riproposto a destra al posto di Wesley (pronto a subentrare nella ripresa) con Tsimikas a sinistra (ma ancora troppo timido rispetto al giocatore che ci si aspettava di ammirare, ed uscito nella ripresa con una smorfia di disapprovazione che Gasperini non ha affatto gradito) e la difesa a tre con Mancini a destra, libero di attaccare con continuità la difesa avversaria molto bassa, Ndicka centrale sull’unico riferimento offensivo degli scozzesi, Chermiti, ed Hermoso a sinistra. Röhl ha risposto con l’atteso 3421 (anche se qualche giornalista scozzese giurava che avrebbe schierato la squadra col 451 e Gasperini in ogni caso si era preparato anche al piano B, che poi utilizzerà nella ripresa), che però con il tempo ha assunto più le caute fattezze di un 451 a blocco basso che ha lasciato tanto campo ai giallorossi di arancione vestiti. La Roma è stata poi brava ad andare in vantaggio dopo appena 13 minuti, al secondo calcio d’angolo battuto, come al solito in maniera molto efficace, da Pellegrini: solito schema con Cristante a svettare sul primo palo e Soulé rapido ad intervenire sul secondo per il più facile dei gol. Un pasticcio tra Hermoso e Tsimikas, col greco a rinviare sulla caviglia dello spagnolo, ha permesso tre minuti dopo a Chermiti di involarsi sulla destra e calciare forte in diagonale sfiorando il palo. Gasperini si è infuriato per la pressappochezza dell’intervento difensivo, ma è stato presto rinfrancato dalla prova collettiva dei suoi, molto concentrati sull’obiettivo e assai poco disposti ad assecondare l’onda emotiva di uno stadio che cercava lo spunto per tornare a tifare forte, spunto che la Roma non ha proprio mai concesso, se non per qualche sprazzo del secondo tempo. A destra peraltro la Roma sfondava regolarmente i morbidi controlli eretti da guardiani (Meghoma più alto, Djiga più dietro) assai poco efficaci. Al 22’ Celik ha trovato un varco per Soulé che è rientrato sul destro e ha calciato forte, costringendo il portiere a deviare in corner. Al 35’ Pellegrini ha trovato in verticale un bel corridoio per Dovbyk che però ha controllato male il pallone col destro e l’azione è sfumata. Molto meglio è andata un minuto dopo per via di un bel movimento di Soulé, che ha scambiato il pallone con Cristante e poi si è buttato nello spazio avanti a sé, invitando Mancini a dargli una palla che opportunamente il difensore ha preferito indirizzare verso Dovbyk, tenuto in gioco centralmente proprio per il movimento dell’argentino ad abbassare la linea difensiva: l’ucraino ha cercato allora di aggiustarsi il pallone per il tiro di sinistro, ma ha poi preferito servire all’indietro Pellegrini che di piatto destro ha indirizzato con la sua enorme qualità il tiro nell’angolino più lontano alla sinistra di Butland, per il meritatissimo raddoppio. Ancora una volta però un pasticcetto tra Tsimikas, poco attento in marcatura, ed Hermoso, che ha tentato un rischiosissimo intervento in scivolata in area per fortuna mancato, hanno permesso a Gassama di involarsi a destra e crossare forte e basso, e sulla respinta in tuffo di Svilar è stato provvidenziale Mancini a salvare in scivolata disperata su Moore: e dall’esultanza rabbiosa del difensore non si è capito se ha prevalso in quel momento la gioia per l’intervento risolutivo o il rimprovero indiretto nei confronti dei compagni lunatici. Poi la Roma ha legittimato ancora il vantaggio sfiorando due volte il 3-0, prima con un altro assist di Soulé per Dovbyk che stavolta ha controllato e battuto forte col sinistro facendosi deviare il pallone in corner da Souttar, e al 45’ con un gran suggerimento diagonale di Pellegrini ancora per Dovbyk che col destro ha faticato a trovare lo spazio per il tiro e ha concesso la chance stavolta a Soulé che ha calciato forte di sinistro non inquadrando però la porta.
All’intervallo la sensazione più diffusa tra i quasi 2000 tifosi presenti ad Ibrox (tra i 1500 del settore ospiti e qualche altra centinaia sparsi nelle tribune) era che la pratica fosse ormai risolta. Anche perché i tifosi ospiti hanno sfoderato una coreografia stavolta assai meno suggestiva di quella di inizio gara, con striscioni piuttosto polemici nei confronti della dirigenza, messa proprio graficamente nel mirino, con tanti stendardi raffiguranti le teste di ad e ds come bersagli da colpire. Il rapido intervento degli steward ne ha ridotto solo parzialmente l’impatto, perché gli striscioni e altri disegni sono poi riapparsi su altri spalti, tra l’esultanza dell’intero stadio. Rohl però non si è dato per sconfitto e ha cambiato il sistema di gioco, togliendo un difensore (Meghoma) per un centrocampista (Aasgaard) che gli ha consentito di schierarsi con la difesa a 4, con tre centrocampisti, due attaccanti più larghi e la punta centrale. La Roma è andata in difficoltà tatticamente perché Pellegrini ha dovuto accentrarsi a prendere il play, Dovbyk si è aperto a dividere l’attacco con Soulé e dietro si sono creati pericolosi uno contro uno che per un po’ hanno impensierito Svilar. Al 3’ con un gran destro finito alto di poco di Raskin, al 13’ con un altro bel destro stavolta di Moore a lato e al 15’ con un inserimento di Chermiti finito fuori, i Rangers hanno sfiorato il gol che avrebbe riaperto la partita. Così Röhl ha ulteriormente rafforzato il reparto offensivo, con Diomande e Danilo, e Gasp è corso ai ripari con Koné al posto di Pellegrini (con Cristante alzato al suo posto di trequartista) e El Shaarawy al posto di Soulé. Aasgaard ha avuto un’altra occasione ma ha calciato ancora una volta fuori misura, ma è stata la Roma a costruire la più nitida delle palle-gol, con un cross deviato a favorire Tsimikas sul secondo palo, con conclusione sporca a liberare sul palo opposto Celik che di pancia e coscia ha clamorosamente mancato il gol mandando la palla sulla parte bassa della traversa. Gasp ha inserito anche Wesley e Rensch per dare più forza alle fasce (e Tsimkas l’ha presa male) e la partita a poco a poco si è spenta, tra qualche sporadica occasione reciproca (Dovbyk ed El Shaarawy da una parte, Danilo dall’altra, bravo nell’occasione Svilar), fino al tripudio per tutti i tifosi nel settore ospiti dopo il triplice fischio. Seconda vittoria su due trasferte in Europa, sesta in assoluto compreso il campionato. È questa la squadra di Gasperini.
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