AS Roma

Gasperini vs De Rossi: questioni di cuore

I due hanno trascorsi importanti nelle squadre che domani cercheranno di battere. DDR eterno simbolo e vanto romanista, Gian Piero ha riportato il Genoa in A e in Europa

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
28 Dicembre 2025 - 07:00

Marassi, diciotto anni fa. Il 24 novembre 2007 la Roma di Spalletti batte il Genoa grazie al gol di Panucci al 90’ e resta sulla scia dell’Inter capolista. Si tratta del primo incrocio fra i giallorossi e Gian Piero Gasperini, e del primo incrocio fra il tecnico piemontese e Daniele De Rossi, all’epoca pedina inamovibile dello scacchiere spallettiano. Nella gara di ritorno De Rossi fu protagonista assoluto, segnando dal dischetto il gol del definitivo 3-2 all’80’, accompagnato da un’esultanza sfrenata, con immancabile vena in bella vista e l’urlo «daje Roma daje!». In quella circostanza Gasperini viene espulso, e dopo la gara parla di «arbitraggio negativo». L’anno seguente De Rossi farà ancora centro, stavolta a Marassi, ma il 24 settembre 2008 sarà il Grifone ad avere la meglio (3-1).  Adesso - incredibile ma vero - i ruoli si sono invertiti, e chissà in quanti ci avrebbero creduto, se glielo avessero raccontato qualche anno fa: uno dei nostri principali avversari a farci da guida, e il nostro vanto, la nostra leggenda come avversario. Sembrerebbe di essere nel Sottosopra di Stranger Things, ma il calcio ormai ci ha abituato a ogni tipo di stranezza. Persino a ritrovarsi contro uno da 616 presenze con la Roma nell’arco di 18 anni, secondo soltanto a Totti nella classifica all-time dei più fedeli; uno che ha rappresentato i tifosi in campo meglio di chiunque altro; uno che ci ha guidato - e bene - nel post-Mourinho, salvo poi essere messo alla porta dopo quattro giornate dello scorso campionato, quasi fosse uno qualunque. Ora è ripartito dal Genoa, proprio la squadra contro cui aveva allenato la Roma per l’ultima volta; proprio la squadra che più di ogni altra ha permesso a Gian Piero Gasperini di spiccare il volo. 

Perché, se è vero che i veri miracoli Gasp li ha compiuti a Bergamo, la scalata verso il successo dell’attuale allenatore giallorosso è cominciata proprio in Liguria: la promozione in A dopo un campionato cadetto che comprendeva anche Juventus e Napoli, quindi un quinto posto capace di riportare il Grifone in Europa dopo un’assenza di 17 anni. L’esonero nel 2010, le esperienze da dimenticare con Inter e Palermo, e il ritorno a Marassi: ancora una volta, risultati ben oltre le aspettative (un sesto posto e l’Europa League sfumata soltanto per il mancato ottenimento della licenza UEFA). Con 297 panchine totali, Gasp è sul podio dei tecnici più longevi nella storia del club più longevo d’Italia. È lì, sul mare, che Gian Piero ha iniziato a spiccare il volo. Un volo che, dopo tanti anni, lo ha portato ad approdare nella Capitale: il rivale ora è il nostro condottiero, mentre quello che è stato per tanti anni il nostro condottiero ora torna da rivale: stranezze del calcio, stranezze della vita. 

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