ASCOLTA LA RADIO RADIO  
ma che calcio dite

Serie A, il ballo in mascherina. I presidenti sperano in un protocollo meno rigido

La Lega vota compatta: «Il campionato può ripartire il 13 giugno». Ma per giocare servirà una revisione delle regole: si spera nell'abbassamento della curva dei contagi

14 Maggio 2020 - 08:40

Spingere, è la parola d'ordine. I presidenti della Serie A spingono ancora e nonostante le oggettive difficoltà e le resistenze che emergono qua e là provano ad individuare margini per terminare il campionato con tutte e 124 le partite da giocare. Così ieri al termine dell'Assemblea della Lega hanno individuato e votato la data giusta per la ripartenza: quindici voti su venti hanno puntato l'obiettivo sul 13 giugno, gli altri cinque si sarebbero accontentati del 20 giugno. All'unanimità però si sono espressi per giocare.

Già che c'erano, hanno anche ribadito che i broadcaster titolari dei diritti televisivi del campionato dovranno regolarmente versare la sesta e ultima rata del contratto. Lo hanno messo proprio nero su bianco: «La Lega Serie A ribadisce, nel rapporto con i licenziatari dei diritti audiovisivi 2018-2021, la necessità del rispetto delle scadenze di pagamento previste dai contratti per mantenere con gli stessi un rapporto costruttivo». En passant «l'Assemblea ha inoltre indicato il Dott. Nanni della Società Bologna per rappresentare nella Commissione medico scientifica della Figc le istanze delle Società».

In un clima più disteso è scoppiata anche la pace tra la Figc e il Governo, dopo l'annuncio del pacchetto Salva Sport inserito nel Decreto annunciato ieri: «Grazie al presidente Conte e ai ministri Gualtieri e Spadafora - ha detto in una nota Gravina - il calcio guarda con più fiducia al futuro». Tra i provvedimenti, la riduzione dei gradi della giustizia sportiva e una quota riservata al calcio sulle scommesse sportive. Ma che si possa realmente giocare il campionato nella sua formula con 124 partite da recuperare ovviamente è tutto da vedere.

Lo ha ricordato ieri proprio il ministro dello Sport Spadafora, in due diversi interventi alla Camera e al Senato: «Prima di venire qui - ha detto nel discorso pomeridiano - ho ricevuto la comunicazione del presidente della Federcalcio Gravina e mi ha detto che hanno accolto le osservazioni del Cts riadattando il proprio protocollo e quindi consentendo senza altre difficoltà di poter riprendere entro il 18 maggio gli allenamenti collettivi. Ora se il campionato riprenderà, come tutti auspichiamo, lo faremo mettendo tutto e tutti in sicurezza e non con la fretta irresponsabile o strumentale di chicchessia».

La commissione degli esperti della Figc guidata dal professor Zeppilli ha partorito dunque il documento finale. Quindici pagine, allegati compresi, in cui sono state implementate le stringenti indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico. Al medico della Lazio tutto questo rigore non è piaciuto: «Trovo ridicolo - ha detto a Radio Radio il dottor Pulcini - il punto di vista del Cts. Il virus sta morendo, e se io a casa ho uno positivo e lo metto in isolamento, faccio il tampone e so con certezza che in quel momento non è infetto, poi faccio i test immunologici e so che non ci sono gli ICGM. Mi devi considerare ammalato quando sono sano? Ma siamo matti?».

Ma Zeppilli, invece di far polemica, ha lavorato per sistemare il protocollo. Questi i passi fondamentali relativi ai punti controversi. Intanto il periodo di validità: «Le indicazioni generali per la ripresa degli allenamenti collettivi - c'è scritto - sono riferite alle due prime settimane di allenamento in gruppo "chiuso", con possibile estensione alla terza. Si ricorda che, per avere efficacia, le misure di "quarantena volontaria" devono essere "stringentemente" rispettate sotto la responsabilità del Medico Sociale. Successivamente, sulla base del combinato disposto delle evidenze epidemiologiche e delle misure governative che verranno adottate, potranno essere fornite linee guida aggiornate per un possibile allentamento della "quarantena volontaria" in occasione dei successivi periodi di allenamento e/o di ripresa delle gare». Questa è la postilla fondamentale su cui si appunta la speranza di chi spera di poter ricominciare a giocare: con il protocollo appena validato disputare il campionato non sarebbe possibile, l'unica speranza il "possibile allentamento" legato alla riduzione della curva dei contagiati.

Quanto agli allenamenti la fase iniziale sarà dedicata a lavori individuali, poi «in una fase successiva (indicativamente dopo l'effettuazione del test molecolare/sierologico di controllo una settimana dopo l'inizio degli allenamenti collettivi) si procederà ad una progressione del lavoro tecnico, inserendo gradualmente esercizi specifici e di gruppo fino alle simulazioni delle fasi di gioco (partitella e schemi)».

Quanto agli allenatori inizialmente dovranno usare i dispositivi di sicurezza, ma potranno abbandonare guanti e mascherine dopo la prima settimana, magari dopo i test sierologici. Negli alberghi utilizzati per il ritiro, per quei club che non hanno foresterie adeguate, «i pasti dovranno essere serviti self-service in monoporzioni confezionate e si dovranno evitare contatti con il personale del ristorante, che dovrà indossare mascherina e guanti. La società che non dispone di un proprio Centro Sportivo/Foresteria deve provvedere ad identificare un albergo/ristorante di riferimento utilizzato "in esclusiva"». E le conferenze stampa? Tipo quelle di Conte, su piattaforme telematiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tags: