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Non solo El Shaarawy, da Cristante a Ünder: ricordi felici contro l'Udinese

Il Faraone guiderà l’attacco contro l'Udinese (sabato alle ore 15). Alla squadra friulana ha già segnato 5 gol

El Shaarawy, di LaPresse

El Shaarawy, di LaPresse

22 Novembre 2018 - 09:18

El Shaarawy, Cristante, Ünder, perfino Zaniolo nel campionato Primavera. A molti dei papabili per la formazione che Di Francesco manderà in campo alla Dacia Arena, l'Udinese evoca ricorda felici. Precedenti incoraggianti: soprattutto per i possibili esterni d'attacco che probabilmente giostreranno intorno a uno Schick rigenerato dal consueto gol in nazionale, oltre che dalla rete che lo ha sbloccato anche in campionato. In questa fase El Shaarawy sembra uno dei pochi insostituibili. Il Faraone è capocannoniere della Roma in questa Serie A con cinque centri (non in generale: grazie alle prestazioni super in Champions è ancora Dzeko a comandare con sette marcature complessive), primato personale ulteriormente arrotondato dopo la doppietta alla Sampdoria. Non è mai stato un bomber nel senso letterale del termine, tranne forse nella seconda stagione milanista, quando è esploso tutto il suo talento facendogli toccare quota sedici. Eppure anche prima che il suo valore si palesasse a tutti, è proprio l'Udinese la squadra che tiene a battesimo le sue doti sotto porta nel massimo campionato. Il primo gol assoluto arriva a San Siro, dove sostituisce Pato e firma il pareggio. Il secondo mette la firma sulla vittoria in Friuli. Lo score di Stephan a fine stagione è di due reti, entrambe messe a segno contro i bianconeri, che da allora sono rimasti fra le sue vittime predilette. Anche nella scorsa stagione una sua doppietta ha spianato la strada alla Roma nel 3-1 rifilato ai friulani all'Olimpico.

Dalla parte opposta a quella dell'ex rossonero è possibile che ritrovi un posto da titolare Ünder, dopo aver cominciato dalla panchina con la Samp e in Champions a Mosca. Anche il turco vanta un invidiabile score contro l'Udinese: una presenza, una vittoria, conquistata in gran parte grazie a un suo gol, un formidabile bolide mancino a sbloccare nella ripresa una gara che nella prima parte sembrava difficile da indirizzare. Era il periodo d'oro di Cengiz, che trasformava in oro tutti o quasi i palloni che toccava, contribuendo in maniera significativa alla rinascita romanista dopo il letargo di gennaio. In questa fase il numero 17 non sembra attraversare il suo momento migliore, o perlomeno appare meno decisivo rispetto a quanto aveva abituato nella seconda parte della scorsa stagione, grazie a quei proverbiali strappi che lo hanno di fatto trasformato in titolare pressoché inamovibile. Eppure col talento di Kluivert che sembra sul punto di sbocciare definitivamente; e la vena realizzativa di El Shaarawy accompagnata da un lavoro oscuro e prezioso in fase di contenimento, il posto di Ünder non è così certo. Come è giusto che sia per chiunque in una grande squadra.

Scelte che sembrano invece obbligate dalla cintola in giù. In difesa le condizioni precarie di Kolarov e Manolas lanciano rispettivamente Santon e Jesus. Mentre in mezzo al campo - accanto a Nzonzi - ci sarà Cristante, che sta ormai studiando stabilmente da alternativa di De Rossi in mediana, guadagnando sempre maggiore fiducia. L'ex atalantino torna nella sua terra (è nato in provincia di Pordenone), dove ha già dato un dispiacere ai suoi corregionali, segnando con la maglia dell'Atalanta. E in Friuli ha fatto gol anche Zaniolo, con la Primavera interista. Ma sulla trequarti il favorito resta Lorenzo Pellegrini, ormai stabilmente in gruppo dopo lo stop in Nazionale.

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