Atalanta-Roma: Sozza, dubbi su rigore e protocollo. E si è giocato un tempo...
L'arbitro non se la cava molto bene e alla fine fa pure segno di aspettare auricolare alla mano, come se ci fosse un check in corso: ma di che?

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L’episodio chiave di Atalanta-Roma è al 21’ del secondo tempo e lascia molti dubbi per la gestione. Ranieri, infatti, gara sbotta (ammonito dopo il fischio finale). Koné, liberato in area da Angeliño, arriva a contatto con Pasalic in corsa. Sozza concede il rigore ma viene richiamato da Abisso, al Var, per on field review. È proprio l’interpretazione sul protocollo che lascia ampi dubbi: il tocco con il piede, evidentemente visto da Sozza non c’è, ma Pasalic, che sbaglia l’intervento e tocca Koné - che altrimenti andrebbe in porta - che, in caduta, rovina a terra.
L’articolo è il 12, che regola falli e scorrettezze: «è da considerare punibile il calciatore che con il corpo impedisce la progressione dell’avversario o ostacola un avversario venendo a contatto con lui». Se anche questi rigori rientrano nella categoria “generosi”, quante volte ci hanno detto che se l’arbitro vede un contatto si dovrebbe lasciare a lui l’interpretazione di intensità e quindi debba prevalere la scelta del campo? Anche in questo caso “arbitra” Abisso e, forse, fa sbagliare Sozza.Sozza che non se la cava molto bene neanche col resto della gara: decide di lasciar giocare molto e di estrarre pochi cartellini specie nel primo tempo (ne commina uno solo, per Djimsiti al 90’), ma non gli riesce benissimo, se prendiamo in esame i soli 51’49” di tempo effettivo. Un tempo, in pratica. Tanto più che gestisce male il recupero finale: assegna 5 minuti (nonostante i 3 minuti di check) e non fa battere - inspiegabile - l’angolo finale per la Roma che assegna a 8 secondi dal termine del recupero, facendo pure segno di aspettare auricolare alla mano come se ci fosse un check in corso: ma di che?
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