53 secondi e 11 giocatori: così crea la Roma di Gasperini
Suona l’orchestra giallorossa nell’azione del gol di Pellegrini. Un lungo possesso palla con tutta la squadra coinvolta in ogni zona del campo
(GETTY IMAGES)
Cresce la Roma, migliorano i risultati anche in Europa (in campionato forse era difficile far di più, anche se il risultato della partita di San Siro resterà difficile da digerire) e si diffonde ormai la sensazione che il progetto affidato a Gasperini stia mettendo basi solide, su cui provare davvero a costruire un futuro in linea con le ambizioni (per ora solo sbandierate) della proprietà americana. E magari già dal mercato di gennaio potrebbero arrivare rinforzi utili per migliorare le prospettive. Da Glasgow, la banda dell’arancia meccanica è tornata con due gol, tre punti e l’ennesima prestazione autorevole, con picchi di ottimo calcio e qualche sbavatura dovuta più che altro a qualche persistente difficoltà di adattamento tattico alle mosse dell’avversario. A fine partita il tecnico ne ha parlato, sostenendo che anche questa questione derivi dal poco tempo ancora dedicato all’addestramento: «Ancora fatichiamo a risistemarci se l’avversario cambia qualcosa, ma miglioreremo con il tempo».
L’adattamento del 2’ tempo
Nello specifico, è successo quando i Rangers hanno cambiato sistema di gioco, all’avvio del secondo tempo. Dopo aver girato a vuoto per i primi 45 minuti, il tedesco Röhl ha deciso di rinunciare ad un difensore, passando dallo schieramento a tre a quello a quattro, togliendo l’incerto Meghoma per inserire il dinamico centrocampista Aasgaard, costringendo quindi Gasperini a cambiare intanto il dispositivo tattico degli attaccanti, allargando Dovbyk a sinistra, alzando Soulé a destra e mettendo Pellegrini sulla trequarti, a schermare la prima impostazione del play avversario, il numero 43 Raskin. Questo ha portato la Roma ad alzare gli esterni sui due terzini in impostazione, a proporre i mediani Cristante ed El Aynaoui sulle mezze ali avversarie, lasciando così dietro i tre difensori a uomo sui tre attaccanti, di fatto abbassando di molto la posizione di Mancini, nel primo tempo molto più libero di sganciarsi in avanti. Questa mossa ha reso più complicate le pressioni estreme della Roma, anche per via del risultato che poteva indurre a non lasciare troppi spazi alle spalle e dunque a ridurre almeno in parte i margini di rischio. Per diretta conseguenza, i Rangers hanno raggiunto più facilmente la trequarti avversaria e hanno trovato qualche conclusione pericolosa, almeno fino ai cambi di Gasperini che, intorno al 20’, ha inserito Koné al posto di Pellegrini, El Shaarawy al posto di Soulé e alzato Cristante sulla trequarti. Dopo l’aggiustamento del tecnico si sono diradate le occasioni per gli scozzesi e la Roma ha costruito l’occasione più nitida per il terzo gol, clamorosamente sprecata da Celik. Gli ulteriori cambi (Wesley per Celik e Rensch per Tsimikas) hanno dato nuovi impulsi alla squadra giallorossa e la partita si è conclusa senza ulteriori patimenti.
Musica maestro
Nel primo tempo, Gasperini si è lamentato invece solo di alcune applicazioni superficiali in fase di non possesso della catena di sinistra, in particolare per la scarsa collaborazione tra Hermoso e Tsimikas e per qualche lentezza nei sincronismi offensivi con Dovbyk, non sempre sollecito a partire con i tempi giusti. Resta però il capolavoro dell’azione che ha portato al raddoppio con un possesso palla di 53 secondi che ha coinvolto tutti i giocatori con una costruzione che nello specifico si è sviluppata così: al minuto 35,01 El Aynaoui ha recuperato un pallone a metà campo e l’ha giocato su Soulé, da lui attraverso una ragnatela efficacissima di passaggi precisi il pallone è passato sui piedi di Mancini poi El Aynaouoi poi Ndicka poi Hermoso poi Svilar poi Ndicka poi Celik poi Soulè poi Cristante poi Tsimikas poi Pellegrini poi El Aynaoui poi Cristante che ha scambiato con Soulè che poi è partito dritto costringendo la difesa dei Rangers ad abbassarsi di qualche prezioso metro, il che ha consentito a Mancini di trovare in posizione regolare Dovbyk che ha controllato il pallone e lo ha scaricato a Pellegrini che ha preso la mira ed esattamente al minuto 35’54” ha gonfiato la rete alla sinistra di Butland.
Lo schema Cristante
Il primo goal, è stato invece ottenuto attraverso l’applicazione di uno schema classico che sono anni ormai che porta vantaggi alla Roma: calcio d’angolo ben calibrato da Pellegrini nella zona del primo palo, spizzata di Cristante verso la porta e chiusura sul secondo palo di Soulé (in altre occasioni è Cristante stesso ad impegnare direttamente i portieri). Si vede che Gasperini sta lavorando anche su altri tipi di schemi sulle punizioni dalla tre quarti e anche nelle zone più vicine alla porta. Dopo quello che non ha funzionato in casa con il Parma e quello riuscito a metà a Milano col Milan, stavolta la Roma ha provato uno schema a tre su punizione laterale che prevede la finta del cross di Soulé con relativo passaggio corto, l’attacco in profondità di Pellegrini verso la porta e lo sviluppo successivo che può essere sia a vantaggio dell’uomo che attacca la profondità sia con un cross tagliato dentro l’area: ma anche in questa occasione non ha funzionato alla perfezione e come esito c’è stato un cross tentato di sinistro da Celik. Cose che capitano quando c’è poco tempo per provare le azioni in allenamento, ma è consolatorio che anche su questi aspetti la squadra stia lavorando in settimana.
Lo scoglio Udinese
Resta adesso lo scoglio con l’Udinese, prima di chiudere un ciclo che in caso di vittoria domenica potrebbe anche risultare esaltante, nonostante la sconfitta di Milano. Contro la squadra di Runajic, vista con l’Atalanta nella sua migliore versione, bisognerà reggere l’impatto fisico e soprattutto la condizione di uno Zaniolo tornato ai suoi livelli migliori, quelli che neanche Gasperini all’Atalanta ha visto. Ma per la Roma le scelte di formazione saranno praticamente obbligate. Contro la difesa a tre bianconera giocherà con ogni probabilità lo stesso attacco di Glasgow con un centravanti, Dovbyk, e due trequartisti, Soulé e Pellegrini. In mezzo tornerà titolare Koné al fianco di Cristante, intoccabile, sulle fasce Celik e Wesley sono favoriti rispetto a Rensch e Tsimikas mentre dietro toccherà ancora ai soliti tre, Mancini, Ndicka ed Hermoso. Tra gli avversari, uno dei giocatori da osservare sarà il 22enne francese Arthur Atta, centrocampista di 189 centimetri che ha già incantato San Siro segnando contro l’Inter lo splendido gol vittoria dell’Udinese. A Roma se ne sta già parlando parecchio.
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