AS Roma

Celik: "Roma tra i migliori club al mondo. I tifosi mi chiamano Pendolino come Cafu"

Il calciatore giallorosso: "Sono orgoglioso di essere qui. Quando vinciamo tutta la città è in festa". Poi il retroscena con Mourinho

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
24 Dicembre 2025 - 13:09

In una lunga intervista sul canale Youtube Anadolu Ajans, Zeki Celik si è raccontato a 360°. Di seguito le dichiarazioni del calciatore giallorosse.

L’inizio della carriera e l’arrivo alla Roma.

«Gioco a calcio sin da bambino, sempre per le strade. Vengo da una famiglia numerosa. Ho sette fratelli maggiori e abbiamo giocato a calcio insieme. Essendo il più giovane, mi hanno lasciato fare un po' quello che volevo. Non riuscivano a starmi dietro, ma io andavo ogni giorno agli allenamenti da solo. Mi ero fissato l’obiettivo di diventare un calciatore. Mentre andavo a scuola, i mister della squadra locale mi si sono avvicinati e mi hanno chiesto se volevo entrare nel loro settore giovanile. Così ho iniziato a giocare nel Yavuz Selimspor. Poi il Bursaspor mi ha preso, successivamente sono andato al Bursa Nilüferspor, e poi all'İstanbulspor. Da lì la mia carriera ha iniziato a prendere forma. Giocai contro il Belgio e gli osservatori belgi erano venuti a vedere un altro giocatore. Io ho iniziato la partita come terzino destro e poi sono passato a sinistra. Mi hanno chiesto: “Chi è questo giocatore?” Hanno voluto osservare me, e io non sapevo nemmeno chi fosse Luis Campos all’epoca. Alla fine della stagione, lui è stato molto insistente e mi ha voluto, e sono andato al Lille. Andare al Lille è stato un passo fondamentale per me, mi ha aperto le porte all’Europa. È stato uno dei momenti più critici della mia carriera. Dopo essere arrivato al Lille, i miei obiettivi sono diventati molto più grandi. Alla fine della stagione, Mourinho mi ha detto che mi voleva davvero, ci siamo messi in contatto, e poi sono arrivato alla Roma. Credo che sia una delle migliori e più forti squadre al mondo, e sono davvero orgoglioso di essere qui. Io analizzo sempre le mie partite, sia che vada bene che male, e cerco di concentrarmi subito sulla prossima partita. Ho potuto sentire che è un club davvero appassionato. I tifosi sono incredibilmente appassionati e ci sostengono sempre. Quando vinciamo, l'intera città è entusiasta».

Sul soprannome.

«Si dice che Cafu fosse una figura molto importante qui. Lo chiamavano “Il Pendolino”, per la sua velocità. Ora chiamano anche me così, grazie alla mia rapidità. Mi piace questo soprannome».

 Sul campionato italiano.

«Il campionato italiano è duro e molto tattico. Come giocatore turco, giocare in uno dei campionati più difficili del mondo è sicuramente una grande sfida per me».

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