Gasperini, capitano coraggioso
Nella nuova Roma la fascia va a chi ha più presenze: scelta chiara, con l'obiettivo di valorizzare il gruppo

(GETTY IMAGES)
L’unico errore che non bisogna fare in questo momento è star lì troppo a sottilizzare sulla questione. Per la fascia di capitano della Roma Gasperini ha scelto un criterio e visto che c’è coerenza rispetto alle decisioni assunte in passato e, soprattutto, con i principi già applicati nella Roma, non è il caso di indugiare sulle prime fonti di divisione già all’alba dell’ennesima rivoluzione in casa Roma. Il criterio peraltro è semplice: la Roma non avrà (più) un solo capitano, ce ne saranno tre o quattro, e sono quelli che vantano più presenze, sperando che presto possano essere anche di più (tradotto: speriamo che tanti giocatori, da qui in avanti, potranno in questo senso guadagnarsi il diritto di giocare con continuità per questa maglia) e ad indossare la fascia sarà ogni volta il giocatore che - per questo criterio e in quella partita - si può considerare il più rappresentativo. Il criterio, rigorosissimo (anche se all’Atalanta forse qualche eccezione fu fatta), è quello delle presenze, intese proprio come numero di volte in cui si è indossata la maglietta della Roma. Per un minuto o per novanta, il principio non cambia.
Il fatto è che la questione nella Roma ha rischiato di sollevare il primo caso dell’estate perché fino a oggi, dall’addio di De Rossi in poi, il capitano designato e da tutti riconosciuto - a parte le parentesi Florenzi e Dzeko - è stato Lorenzo Pellegrini che è anche uno tra i quattro giocatori più presenti nelle partite della Roma della rosa attuale, ma non quello che ne ha di più in assoluto. Gli altri tre sono El Shaarawy, il primo, poi viene Cristante e, al quarto posto, Mancini. Come si può vedere nella tabella pubblicata qui accanto, El Shaarawy e Cristante hanno giocato più partite di Pellegrini, ma Lorenzo ha (per ragioni tecniche) più minutaggio di El Shaarawy, ma meno di Cristante e Mancini, per via essenzialmente degli infortuni che ne hanno penalizzato alcune stagioni. Per altri criteri, dunque, si potrebbe ritenere più rappresentativo Pellegrini di Cristante ed El Shaarawy, senza peraltro tener conto della romanità che per molti tifosi è un valore (ma magari per Gasperini no).
Il fatto è che il nuovo allenatore ha scelto di valorizzare le presenze e quindi non è il caso di star lì a sottilizzare. È comprensibile che qualcuno lo veda come una detronizzazione preventiva di Pellegrini, ma non è giusto che l’intenzione si “accolli” a Gasperini. Ad essere penalizzato in queste prime partite è stato semmai Mancini che era da tutti riconosciuto come il vicecapitano della Roma, ma fino ad ora, nonostante la perdurante assenza di Pellegrini, ha tenuto la fascia solo con il Lens, proprio perché mancavano nella formazione iniziale El Shaarawy e Cristante.
Al momento non sappiamo peraltro se Pellegrini tornerà mai in campo con la maglia della Roma visto che all’indirizzo della società, e per conoscenza a quello del suo procuratore, sono arrivate delle manifestazioni di interesse che in ogni caso si stanno valutando (ma Lorenzo ci risulta che non le voglia prendere in considerazione). Ma anche in questo caso, la responsabilità non può essere certo attribuita al tecnico se è vero, come è vero, che già nei momenti più tumultuosi della scorsa stagione Pellegrini è stato più volte al centro di progetti che sembravano allontanarlo da Trigoria. Poi l’infortunio ha inevitabilmente “complicato” le cose. Ad oggi tecnicamente non è facile vendere bene un calciatore dal potenziale tecnico così alto, ma infortunato, e dai parametri economici così difformi (stipendio da top, cartellino ai minimi storici). Ma è un fatto che il futuro di Pellegrini non è chiarissimo. Ci sta che qualche tifoso ci sia rimasto male perché Lorenzo non sarà stato impeccabile nel rendimento ma lo è sicuramente stato da capitano. Ma va comunque portato rispetto alla scelta di un allenatore che anche in questo dimostra di avere le idee molto chiare.
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