Con la testa giusta
Il 29 novembre 2009 la Roma di Ranieri batte in rimonta l’Atalanta, guidata da Conte. Decidono due inzuccate di Vucinic e Perrotta. Arriva il quarto dei 24 risultati utili consecutivi

(GETTY IMAGES)
Quando si affrontano per la prima volta da tecnici, Claudio Ranieri e Antonio Conte sono agli antipodi: il primo è già un veterano della panchina, con anche esperienze prestigiose all’estero, che finalmente ha coronato il suo sogno di allenare la Roma, la squadra che ha sempre tifato; il secondo, dopo aver condotto il Bari alla vittoria della Serie B, è alla sua prima esperienza in A. I due si affrontano a Bergamo, nello stesso stadio dove Sir Claudio tornerà domenica (il nome nel frattempo è cambiato da Stadio Atleti Azzurri d’Italia a Gewiss Stadium per ragioni di sponsor): è il 24 novembre 2009, quattordicesima giornata di un campionato che fino a quel momento è stato piuttosto negativo per entrambe. Sia Ranieri sia Conte sono subentrati in corsa: il giallorosso ha sostituito dopo due giornate il dimissionario Spalletti, mentre il nerazzurro ha preso il posto di Gregucci, esonerato. La Roma, dopo una partenza tra alti e bassi, cerca continuità; l’Atalanta, dal canto suo, è ancora lontana dagli obiettivi recenti, e va a caccia di una salvezza piuttosto complicata.
La partita
Il match comincia in salita per i giallorossi, che pure erano andati vicino al gol dopo appena 4’, ma Consigli si faceva trovare pronto sul tiro di Vucinic. Al 13’, al primo vero affondo, i bergamaschi passano però in vantaggio con un contropiede fulminante: al 13’ Ceravolo s’iscrive al club dei Carneadi pronti a colpirci evitando Juan con una finta e insaccando alle spalle di Julio Sergio con un destro all’angolino. Ma la Roma - quella Roma lì - è una squadra che non s’arrende, e che si batte con onore fino a che ha respiro in corpo (come dimostrerà nei mesi a seguire). Guai a darla per morta. Quando è arrivato, Ranieri sembra aver infuso in quel gruppo - che a fine agosto appariva demotivato e stanco - nuova linfa vitale: linfa testaccina, proprio come lui. La stessa linfa che tornerà a infondere sedici anni più tardi.
Prima ancora dell’intervallo, troviamo il pareggio, tutto sommato meritato: corner dalla destra di Pizarro, traiettoria lunga sul secondo palo, sbuca dal nulla Vucinic che sovrasta un difensore atalantino e di testa mette dentro il pallone dell’1-1. Il montenegrino esulta scivolando in ginocchio sul terreno di gioco, da ore battuto dalla pioggia. Si va al riposo in parità. Nella ripresa la Roma amministra, sorniona, aspettando il momento giusto per piazzare la zampata. Momento che arriva al 64’. Tutto parte dai piedi (neanche a dirlo...) di Francesco Totti, che allarga sulla sinistra per Vucinic: l’attaccante dà uno sguardo in area, quindi pennella un cross perfetto per l’ennesimo inserimento vincente di Simone Perrotta; altro colpo di testa e gol del 2-1.
A quel punto Mexes e compagni mettono in cassaforte la gara, rischiando soltanto una volta nel finale: sul tentativo a botta sicura di Padoin, Juan respinge in scivolata. La Roma di Ranieri vince, allungando a 4 la striscia di risultati utili consecutivi in campionato: una striscia che arriverà addirittura a 24, e che si interromperà rovinosamente il 25 aprile 2010 in casa contro la Sampdoria. Ma quel pomeriggio piovoso di fine novembre, a Bergamo, si gettano le basi di una rimonta entusiasmante, che porterà i giallorossi a contendere il titolo all’Inter di Mourinho.
Stavolta in palio non c’è il tricolore, ma Ranieri e i suoi si stanno giocando la possibilità di tornare in Champions League dopo sette anni di assenza. Servirà lo stesso spirito testaccino mostrato dalla Roma in quella gara di sedici anni fa; lo stesso spirito testaccino che Claudio Ranieri ha riportato nella Capitale anche quest’anno, ridando senso a una stagione che sembrava finita già a metà novembre.
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