Serie A

Gasp e le storie tese

La stagione conferma il valore della sua Atalanta, ma con qualche però. La chimera scudetto, le schermaglie sul rinnovo, le voci sulla Roma e le liti con i giornalisti

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
09 Maggio 2025 - 07:30

Gasperini e la Roma, storia di un amore mai sbocciato, per ora e fino a prova contraria. Quella del tecnico di Grugliasco (provincia di Torino) e la squadra giallorossa è stata recentemente e per qualche settimana una telenovela di mercato che ha fatto molto discutere. Intanto va ricordato che già con la vecchia proprietà, leggasi Pallotta, il tecnico che allora aveva iniziato il suo percorso virtuoso all’Atalanta dopo i fasti del Genoa e la scottatura dell’Inter, viene avvicinato alla e dalla Roma. Per subentrare - indovina - proprio a Claudio Ranieri dopo il suo secondo ritorno sulla panchina della squadra della sua città, quella volta per la fine dell’era Di Francesco

A seguire, i successi con la Dea che inizialmente, pur stupendo il mondo fino a meritarsi l’etichetta di “modello Atalanta” come un Dortmund qualunque, stenta a vincere, pur andandoci vicino in Coppa Italia (tre finali nel 2019, 2021 e 2024) e infastidendo niente meno big come il Liverpool in Champions League, dove si è stabilmente piazzato dal 2019 ad oggi, ad esclusione della stagione scorsa, che però gli è valsa la vittoria della storica Europa League contro il Leverkusen (e una finale di Supercoppa Europea, persa poi col Real). 

Nel corso di questa stagione l’altra scintilla: un rapporto privilegiato con Ranieri, che a fine stagione lascerà la Roma dei suoi miracoli, ed è in cerca di un successore. Sbuca fuori da più parti il nome proprio di Gasp, che non prolungherà, per sua stessa ammissione in conferenza stampa, il contratto con l’Atalanta. Neanche in caso di scudetto. Già, perché per più di qualche giornata si parla anche di questo obiettivo per la squadra di Percassi. Obiettivo però mai realmente avvicinato, perché Napoli e Inter diventano imprendibili da un certo punto in avanti. E Gasp, che inizia a strizzare l’occhio alla Roma («l’interesse fa piacere, è come la Nazionale, un club che piace a tutti», dichiara al Coni a fine marzo per la cerimonia di consegna della XIV Edizione del Premio Nazionale “Enzo Bearzot”). Giusto un paio di giorni dopo però Ranieri chiude ogni porta («non sarà lui l’allenatore della Roma). Gian Piero si ritrova in una morsa di tensioni. L’Atalanta, malamente eliminata dal Brugge nel playoff della coppa dalle grandi orecchie, dice addio alla corsa scudetto, pur navigando verso una Champions blindata, e il 4 maggio lui - che anche a Bergamo descrivono un carattere burbero, che diventa addirittura la sua “forza” - dà in escandescenza (non la prima volta in carriera con la categoria) con Pietro Serina, giornalista del “Corriere di Bergamo”. Volano parole grosse all’U-Power Stadium di Monza dopo la gara con i brianzoli: muso a muso, taccuini in volo e il rischio che la situazione degeneri ulteriormente. Il tutto nella giornata in cui il mondo Atalanta è in lutto in seguito alla tragica morte di Riccardo Claris, 26enne tifoso nerazzurro ucciso a coltellate nella notte tra sabato 3 e domenica 4 maggio, a Bergamo, per una banale lite tra tifosi atalantini e interisti. 

Poi le parole di carica: cercare la posta piena con la Roma per assicurarsi aritmeticamente la qualificazione alla prossima Champions, pur sapendo, tra fiato corto e nervi tesi, che resterebbero altre due partite per il semaforo verde.

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