Settore Giovanile

Dal Pro Latina da sotto età alle chiamate di De Rossi: la storia di Nardin, difensore della Primavera

Tra l'arrivo a Trigoria, gli Scudetti e l'Europeo U17, Roberto Palluzzi racconta il classe 2007: "Da piccolo era un trascinatore. Lui ha la Roma dentro"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Sergio Carloni
19 Settembre 2025 - 10:12

Da una foto alla realtà, il passo è breve. C'è uno scatto che raffigura Daniele De Rossi e un piccolo bambino, vestito di giallorosso. Di anni e anni fa. E ce n'è un altro in cui quel bambino è in campo, a Trigoria, davanti al suo beniamino, che risale al 2024. Lì, però, è un ragazzo: e il suo nome è Federico Nardin. Classe 2007, difensore centrale perno della difesa della Roma Primavera da ormai un anno. E ora al lavoro con Federico Guidi per migliorarsi e migliorare il gruppo. Inevitabile. "Ora mi sento più maturo", aveva detto, d'altronde, in estate. Consapevolezza arrivata lungo un percorso duraturo e costante, avviato non nella Roma. Tanto tempo fa.

Un tempo piccolo

Più di un'ora di auto distanzia il cuore pulsante della Capitale da Borgo San Michele. Il luogo in cui Nardin, nato a Latina il 18 febbraio 2007, muove i suoi primi passi col pallone tra i piedi e si getta nel mondo del calcio. Un'unica passione. Che lo porta, durante l'infanzia, sostenuto da papà Alessio, mamma Silvia e dalla sorella Chiara, a entrare nelle giovanili della squadra del suo paese. In breve tempo, arriva l’approdo al Pro Latina Calcio. E qui avviene l'incontro che, sostanzialmente, gli cambia la vita: quello con Roberto Palluzzi, suo ex tecnico. Che a Il Romanista racconta: "C'era una squadra di pulcini in cui non avrebbe dovuto giocare. Ma dopo averlo visto, decisi di portarlo coi più grandi, coi 2005. Due anni sotto età". 

Le critiche all'allenatore non mancano. Presto, però, arriva la svolta: "Prendemmo parte a un torneo a Trigoria, a cui partecipavano le scuole calcio affiliate. Ecco, lì Federico rubò l'occhio. Paolo Arolchi, ex osservatore della Roma, conosceva suo nonno e una volta visto gli chiese che cosa ci facesse lì. Quando scoprì che Nardin stava giocando due anni sotto età, volle vederlo da vicino. Capì che meritava la sua attenzione". L'estate si ripresenta al Bernardini e viene preso. Un mondo nuovo si apre. Mentre lui continua a formarsi. "C'erano tanti dubbi, la famiglia avrebbe dovuto fare tanti sacrifici", continua Palluzzi nel racconto. "Io dissi subito di portarlo lì: era un trascinatore e, al tempo, faceva l'attaccante! Era generoso, giocava ovunque, vedeva la porta e faceva gol. Con lui ho avuto coraggio, non mi interessava che fosse piccolo fisicamente. Era bravo e lo inserii in quella squadra".

La prima volta di Federico Nardin a Trigoria

"Un guerriero"

Un passo indietro. Nardin è ancora al Pro Latina, che scende in campo in un torneo contro una squadra molto più dotata fisicamente. Ma Palluzzi non ci pensa due volte: "A marcare il loro giocatore più grande misi Federico, perché aveva un coraggio da vendere, che gli permetteva di 'aggrapparsi ai pantaloncini' degli avversari". Arriva una sconfitta. Poco importa: è tutta esperienza. Atletica e mentale. Tornando a Trigoria, il tempo vola. Crescere con la Lupa sul petto è un vanto enorme per chi ama quei colori. I sacrifici sono tanti. Ma valgono la pena.

Lui, nel frattempo, si sposta indietro. Diventa un centrale. Cresce col fisico, impara 'l'arte della difesa' e ne fa tesoro. Fa tutte le Under, da quando ha 6-7 anni. Ma le sue qualità vengono tutte fuori con Gianluca Falsini, allenatore dello Scudetto Under 16 del 2023: una gioia immensa per Nardin che, schierato dal 1' nella finale con la Fiorentina, lotta e amministra, permettendo alla Roma di confezionare il 3-2. E la Coppa. È il 26 giugno. Una notte da non dimenticare

Ma non finisce qui. C'è la maglia azzurra da indossare con vanto. L'esordio in Under 17 del 25 gennaio 2024 lascia spazio a un Europeo di categoria non da protagonista. Ma da vivere intensamente. Nardin gioca le prime due con Polonia e Slovacchia, dopodiché lascia spazio ai compagni. Che il 5 giugno 2024, con la straordinaria vittoria per 3-0 contro il Portogallo, sollevano il trofeo insieme a lui. Un altro. "Al momento della festa, il nonno mi ha ringraziato pubblicamente", continua a raccontare, emozionato, Roberto Palluzzi. "E Federico mi ha regalato una fotografia di quegli attimi con dedica". Momenti da incidere. Non è l'ultimo. Perché qualche settimana dopo arriva il bis in campionato. Dall'U16 passa all'U17, sempre con Falsini, e il 21 giugno, col successo per 3-1 in finale con l'Empoli, è ancora una volta Scudetto. Con la fascia da capitano al braccio, per giunta. C'è anche una sua firma su quel trionfo: un gol, in semifinale con la Juve, che dà il via alla rimonta.

Al centro, Federico Nardin (con la fascia da capitano al braccio) alza la coppa del campionato U17 vinto dalla Roma nel 2024 (FIGC)

Crescere con la Roma

2023-24. Una stagione che si chiude coi fiocchi e che riserva, tra l'altro, il debutto in Primavera. 6 minuti, quanto basta per provare emozioni nuove. Alla 'vigilia' di quella che è l'annata della conferma. Ancora una volta, con Falsini alla guida. Nell'Under 18, di fatto, è solo di passaggio: 4 presenze e nulla più. Si sale subito al piano superiore. Anzi, ai piani superiori. Perché Daniele De Rossi, allenatore dei grandi, inizia a portarlo spesso con sé in allenamento. E in partita. In lui vede qualcosa di diverso, un talento da valorizzare e da condurre verso grandi traguardi. Tre convocazioni, prima dell'esonero.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da FEDERICO NARDIN (@federiconardin_)

Resta quella foto con DDR sul campo, a Trigoria, durante una delle prime sessioni di allenamento con la prima squadra. "La mamma di Federico me la mandò subito", prosegue Palluzzi nel racconto. "Lì mi sono emozionato. Il calcio è fatto di emozioni e vedere farcela un ragazzo che è cresciuto con te, anche se solo per 2-3 anni, fa scendere la lacrimuccia. L'anno scorso è venuto anche a vedere una mia partita, con la Juniores della Vis Sezze. Me lo sono ritrovato in tribuna, mi aveva detto che sarebbe venuto a vedermi. Per me è stato bellissimo. Si è ribaltata la storia!".

Federico Nardin e Roberto Palluzzi

In U20 prende da subito posto nella retroguardia a quattro, due anni sotto età. E nonostante le molte gare saltate, ritaglia il suo spazio, disputando un'ottima stagione. Trovando occasionalmente spazio anche sulla destra, da terzino. Ruolo che ricopre alla grande. 21 presenze totali, un gol al Monza. La corsa della Roma si ferma in semifinale playoff, contro la Fiorentina. Gara in cui Nardin non splende. Cosa che può succedere. L'importante è rialzarsi, con coraggio e determinazione. Ora c'è una nuova sfida, davanti: convincere chi sta in alto a puntare su di lui. Con l'aiuto di un tecnico esperto come Guidi. Che, tra l'altro, lo ha già fatto leader. Roberto Palluzzi è convinto: "Se De Rossi ci aveva visto qualcosa, non può essere casuale. Lui ha la Roma dentro, come tutti noi, siamo romanisti sfegatati. Per me ha tutte le caratteristiche per poter diventare uno dei giovani di Gasperini". Una speranza che anche i tifosi condividono. E un sogno da realizzare, per Nardin. Senza fretta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI