Cuore e sudore al Viola Park, ma passa la Fiorentina: Roma Primavera ko 1-2 in semifinale
Graziani sigla il vantaggio, poi il super gol di Rubino e Harder ribaltano tutto. Nel finale i giallorossi acquistano fiducia, ma non basta per la finale

(GETTY IMAGES)
Cuore e sudore non bastano al Viola Park. La finale è della Fiorentina: la Roma Primavera inizia bene, segna con Graziani; poi subisce la rimonta avversaria e ci prova fino all'ultimo. Col sentimento. Ma i giallorossi cadono 1-2 e si fermano in semifinale ai Playoff Scudetto. Dopo una cavalcata trionfale in regular season. Dopo 90', ancora una volta, pieni di compattezza. Poca rivoluzione, scelta che ricade sugli uomini di fiducia. E una sorpresa davanti. Perché in assenza di Misitano è Levak giocare avanzato, spartendosi pressing e gestione offensiva con Della Rocca nel simil-4-3-1-2 schierato da Falsini. In porta c'è il solito De Marzi; davanti a lui, Mannini, Nardin, Reale e Cama. Poi spazio a Graziani (arretrato) e Marazzotti come mezzali ai lati di Romano, con Coletta unico trequartista alle spalle del tandem offensivo. Che tanto tandem, visti gli interpreti fuori ruolo, non è. Ma le emozioni, probabilmente, fanno da padroni a una gara che lascia poco spazio a situazioni tattiche di vario tipo. Serve sin da subito concentrazione e lucidità. Attributi che sembrano mancare al 4', quando Keita vince un duello aereo fondamentale e solo la manona del portiere romanista toglie al mancino a incrociare di Tarantino la gioia dello 0-1.
Da qui, una volta accusato il colpo, aumenta l'autoritarietà. Qualità di rilevanza in una sfida del genere. Anche se le occasioni scarseggiano e l'unico a provarci è Marazzotti, all'11', con un tiro piuttosto debole. Col tempo, sale anche la pericolosità e allora, dopo un altro tentativo del 7, è l'ora dell'1-0: lo serve Capitan Graziani, assistito da un prezioso Mannini nella lotta al pallone a centrocampo; dopodiché, al 10 basta piazzarla alla sinistra di Leonardelli per far impazzire di gioia la parte giallorossa dello Stadio Curva Fiesiole al 25'. L'episodio dona una nuova veste alla Roma. Più convinta, carica. Lo dimostra il pressing asfissiante di Della Rocca e Levak, insieme all'efficacia nel recupero del numero 16 romanista. Romano tenta il bis al 29', trovando la pronta risposta del portiere viola. Poi sono gli avversari ad affacciarsi. E al 40', De Marzi nulla può sul magistrale colpo di testa di Rubino. Tenuto da un non forse impeccabile Nardin. Ma il gesto tecnico è di assoluto livello e pareggia i conti, prima di altri 5' di corsa e polmoni.
Il fiato, per i ragazzi di Falsini, è centrale anche alla ripresa. Di fatto, i giallorossi sembrano accusare il pari e lasciano spazio, a più riprese, alla Viola, dovendo rincorrere. Non tanto per la caratura delle chance. Piuttosto, a causa della maggiore percentuale nel possesso. A cui il reparto avanzato, risistemato con Levak e Coletta alle spalle del neo-entrato Zefi, non sembra voler porre rimedio col pressing. Così, De Marzi para su Romani e Baroncelli, prima che al 66' sia il "miracolo" della traversa a salvare la Roma Primavera. Il pallone di Baroncelli rimpalla sul legno e si ferma sulla linea. Ma le disattenzioni difensive costano caro e due minuti dopo Harder infila il pallone sotto il sette più lontano, vincendo prima un contrasto con Cama e aggiustando la sfera in area. 1-2, rimonta e, a bocce ferme, Fiorentina in finale. La reazione c'è: Mannini, spostato a centrocampo con l'ingresso di Marchetti, impegna seriamente Leonardelli al 75' e all'82' centra un palo clamoroso, dopo lo spunto sulla sinistra di Zefi. Sono segnali. Forse troppo tardivi. L'ultimo, sul pallone colpito quasi con le unghie dei piedi (ancora!) da Mannini. Ma al 95' sono i viola a esultare e a condursi in finale. Restano l'impegno e l'abnegazione di un gruppo di ragazzi più unito che mai.
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