Le pagelle di Roma-Napoli 0-1: Mancio resta baluardo
Il centrale fra i pochi a salvarsi in una prestazione collettiva abulica e deludente. Svilar reattivo fra i pali e fuori. Koné fuori fase, Soulé si complica la vita, anche Dybala è spaesato
(GETTY IMAGES)
Un passo indietro. Tanto in classifica quanto nel gioco: farraginoso, opaco, senza sbocchi. La Roma perde un altro scontro diretto (sempre con lo stesso punteggio), ma a differenza di quelli contro le milanesi stavolta fa poco per meritare di più. Anche se il risultato lascia la bocca amarissima, i distacchi continuano a essere minimi. L’importante è restare dentro il gruppone.
IL MIGLIORE - 6 MANCINI. Il match è duro e tirato, condizioni in cui è perfettamente a suo agio: bada al sodo e anche il primo tiro nello specchio è suo. Più il match diventa arcigno, più il suo numero 23 è presente al centro della scena. A mancare è il resto.
IL TECNICO - 5,5 GASPERINI. In campo le sue proverbiali strigliate mancano: la squadra appare svuotata o comunque con poche idee e confuse. Al di là degli interpreti: la miriade di errori è di stampo collettivo.
6 SVILAR. Provvidenziale e al tempo stesso coraggioso in uscita su Lang in avvio. Resta sempre reattivo fra i pali e fuori, ma può poco su Neres solissimo davanti a lui.
5,5 NDICKA. Ingaggia un duello con Hojlund che più fisico non potrebbe essere. Il danese è tosto e grosso, ma Evan tiene botta. Le difficoltà arrivano nei disimpegni e alla fine rimedia anche il giallo, ma sul neo-entrato Lucca.
6 HERMOSO. Dietro l’esperienza conta più che altrove e così lo spagnolo ritrova una maglia da titolare. E interpreta la gara senza fronzoli, compresi i falli, commessi con più acume rispetto ai compagni.
5,5 CELIK. Per una sera torna alla versione ruvida delle passate stagioni: la grinta non gli manca, la precisione sì. E dalla sua corsia arriva ben poco in fase offensiva.
5,5 CRISTANTE. Macina chilometri in quantità, al solito. Ma Neres ha un altro passo e non riesce a stargli dietro nell’azione che sblocca la gara. Ammonito, esce dopo un’ora.
5 KONÉ. Si muove tanto, non sempre con costrutto, perdendosi perfino in qualche leziosismo gratuito. Ingenuo, sfortunato e toccato duro (senza provvedimenti) sulla palla persa che dà origine al contropiede dello 0-1. La condizione non perfetta è un’attenuante, ma non giustifica i tanti, troppi errori.
6 WESLEY. Confusionario, sempre in bilico fra la giocata in velocità e l’abbaglio. A graffiare ci prova, con tutti i limiti del caso, conquistando almeno corner e punizioni.
5 SOULÉ. Fin dalle prime battute fatica a trovare spazi e anziché cercare soluzioni facili in più di un’occasione va a complicarsi la vita. Inghiottito dal circolo vizioso, non riesce a uscire dal loop e allora gli tocca uscire dal campo a metà secondo tempo.
6 PELLEGRINI. Come per i compagni, anche per lui le difficoltà nel trovare varchi sono evidenti. Ci prova in solitaria con un bello spunto a sinistra, unico acuto di un primo tempo monocorde. Tenta ancora di scuotere la squadra nella seconda parte, ma non va oltre un tiro dal limite fuori misura.
5,5 FERGUSON. Titolare un po’ a sorpresa, incarna lo sfogo aereo se c’è necessità di alleggerire la pressione. Quando vede la porta non si fa pregare, ma la mira è sempre alta, di testa come di piede. E l’attacco continua a languire.
5 BALDANZI. Si ritrova a fare la punta centrale dopo una settimana e per un tempo, ma Cremona è lontana in ogni senso. Entra proprio mentre è in atto il tentativo di rimonta, non il massimo per uno così “leggero”. E quando gli capita l’occasione più ghiotta, si fa ipnotizzare dal portiere avversario.
6 EL AYNAOUI. Cerca di mettere ordine a una manovra confusa e sterile.
5 DYBALA. Stavolta nemmeno la Joya riesce a restituire sorrisi. Anzi, appare fra i più spaesati.
5,5 BAILEY. Entra nel finale fornendo un solo spunto degno di nota, poi si perde anche lui e gli ultimi istanti della sua gara sono surreali.
S.V. EL SHAARAWY. Pochi minuti a tutta fascia, per tentare il tutto per tutto.
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