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Torino-Roma, le pagelle: guizzo Kluivert, diamante Dzeko. Pastore da rivedere

La Roma espugna l'ostico campo granata grazie ad una perla dell'attaccante bosniaco. Bene anche l'ingresso di Cristante, Fazio incerto in difesa

LaPresse

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20 Agosto 2018 - 07:45

La Roma ricomincia da dove aveva lasciato. Una vittoria in trasferta - dove nell'ultima stagione aveva spadroneggiato - sia pure sofferta e arrivata all'ultimo giro di lancetta. Ma forse proprio per questo anche più bella. Ancora nel segno di Dzeko, che regala una magia delle sue su splendida invenzione di Kluivert. E i primi tre punti vanno in cascina.

6 OLSEN Tutti gli occhi sono puntati su di lui, l'erede di Alisson. La prima uscita dà sicurezza, ma il secondo tempo inizia col brivido, quando usa inopinatamente i pugni per respingere un tiro di Baselli. Passata la paura, torna a ribattere le (poche) conclusioni subite. Non sarà Batman, ma Robin fa il suo e chiude imbattuto.

6,5 FLORENZI Il sorriso dei giorni migliori lo sfodera a fine gara, ma durante tutto il match lo fa scoccare a chi assiste. Preciso e puntuale, crea tanto (la prima occasione nasce da un suo break rifinito con assist al bacio per Pastore) ma non per questo disdegna la fase difensiva, dove anzi è spesso prezioso.

6,5 MANOLAS La sua presenza si staglia imponente su un reparto che sembra scricchiolare a inizio ripresa. Ma il colosso greco veglia ancora su di noi.

5,5 FAZIO Le vacanze prolungate hanno forse un po' arrugginito la verve del Comandante. Questa volta sono i compagni di linea a dare manforte a Federico.

6 KOLAROV Di grinta e d'esperienza. Conquista palloni e falli preziosi sulla corsia mancina, coglie l'incrocio dei pali esterno, poi si gestisce, fino a fornire all'amico Dzeko la punizione-cross per il gran colpo di testa che si stampa sul terzo palo di giornata.

6 STROOTMAN Al piccolo trotto. Manca ancora un po' di dinamismo, ma Kevin contiene bene il centrocampo granata, poi ingaggia duelli rusticani con Rincon e Meité, uscendone spesso vincitore.

6,5 DE ROSSI Comincia la sua diciottesima stagione in giallorosso con fascia al braccio (rigorosamente rossa), l'entusiasmo di un ragazzino e l'esperienza del veterano. Il mix che ne esce, frutta una regia ordinata e una diga precisa.

5 PASTORE Ancora lontano dalla forma migliore, ha due occasioni d'oro (una per tempo) ma si arena, dando quasi l'impressione di essere imballato. Anche quando Di Francesco lo alza nella posizione prediletta, non morde.

6 ÜNDER È attivo il turchetto, soprattutto nella prima parte. Ma ancora non punta l'avversario come l'anno scorso, quando dava sempre la sensazione di poter creare superiorità e pericoli. Non è al top e a venti minuti dalla fine lascia il posto a Kluivert.

5,5 EL SHAARAWY Poco faraonica la prestazione di Stephan. Per mezz'ora sembra latitante, poi innesta il turbo e parte in un coast to coast che però spreca tirando debolmente, anziché servire un libero Cengiz. È il primo a lasciare il campo, forse non a caso.

6,5 CRISTANTE Bryan è il volto della concretezza. Entra quando il Toro preme maggiormente e lotta su ogni contrasto. Preziosissimo su quelli aerei, bravo a districarsi anche palla a terra. Cris-tanto.

7 KLUIVERT Il momento Klu della gara lo segna l'ingresso in campo di Justin, che vivacizza la manovra fin dal primo pallone toccato. L'azione che porta all'assist vincente per Dzeko è un vero e proprio gioiello.

S.V. SCHICK Il protagonista dell'estate ha soltanto un quarto d'ora per mettersi in luce. Troppo poco per dare conferme.

7,5 DZEKO Il cigno di Sarajevo. Alzi la mano chi non ha rivisto il gol di van Basten all'Europeo di trent'anni fa in quel numero che ha dato la vittoria sul gong alla Roma. Più o meno bello di quello al Chelsea, è argomento da simposio letterario. Perché sempre di opere d'arte si parla. Quelle sue portano spesso nella valle dell'Edin, dove i tre pali (due suoi) mainagioisti vengono annichiliti dai tre punti al fotofinish. Su un campo tosto. Proprio dove i campioni escono fuori. Ancora prima di regalare perle (perfino ai porci) come quella del gol: andando a saltare sui corner nella propria area, difendendo palloni coi denti per far salire i compagni, andando al tiro in ogni modo. Poi la confezione del capolavoro e un'esultanza meravigliosa, vecchie maniere: esplosione di felicità e corsa sotto il settore. Amore Dzeko.

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