ASCOLTA LA RADIO RADIO  
sliding doors

La notte dei sogni vani e delle porte sbagliate

Farelli avrebbe esordito a quasi 38 anni, se a inizio mese non fosse tornato Fuzato. Reduce da 6 mesi senza gloria al Gil Vicente, il brasiliano sperava nella lotteria dei rigori

Cristante lascia il posto a Daniel Fuzato, dopo l’espulsione di Pau Lopez, di Mancini

Cristante lascia il posto a Daniel Fuzato, dopo l’espulsione di Pau Lopez, di Mancini

20 Gennaio 2021 - 16:53

Poteva essere la grande notte di Simone Farelli, 38 anni il mese prossimo: fino a dicembre era il terzo portiere più anziano della serie A (da quando Piergraziano Gori, classe 1980 del Benevento, è stato escluso dalla lista della serie A per inserire il 17enne Lucatelli), le scelte del Gil Vicente lo hanno retrocesso. Poteva fare l'esordio in gare ufficiali con la maglia della sua città il coetaneo di Daniele De Rossi, che non gioca una gara ufficiale dal 30 dicembre 2016, quando ancora vestiva la maglia del Trapani, senza sapere che dopo i sei mesi all'Arezzo, la stagione da riserva a Novara, e il biennio da terzo portiere del Pescara in B, l'amico Savorani, conosciuto ai tempi di Siena, gli avrebbe fatto vestire per una stagione la maglia della Roma, anche se con uno stipendio da ragazzo della Primavera, e possibilità quasi zero di giocare.

Il terzo dell'anno prima, Daniel Fuzato, dopo due anni di anticamera, era andato in prestito in Portogallo, convinto che finalmente avrebbe potuto dimostrare il suo valore: in sei mesi neppure una presenza, e così ai primi di gennaio il ragazzo ha chiesto (e ottenuto, senza problemi), di tornare alla Roma. E così, con Mirante fuori causa dalla gara del 23 dicembre con il Cagliari, quando Ghersini ha tirato fuori il cartellino rosso per Pau Lopez, Farelli è rimasto in panchina, ed è entrato in campo il 23enne di Santa Barbara d'Oeste, che la Roma prese dal Palmeiras nel 2018, regalandogli la prima apparizione in gare ufficiali, insieme a Riccardo Calafiori, lo scorso primo agosto, sul campo della Juventus già sazia e campione. Una gara con nulla in palio, ben diversa da quella di ieri: facile immaginare cosa passi per la testa di un portiere che entra ai supplementari, con la squadra in 9 contro 11. In quelle condizioni l'unica salvezza è puntare ai rigori, e sperare che un portiere visto praticamente solo in allenamento possa diventare l'eroe per un giorno. Appena entrato il brasiliano ha fatto la parte sua, alzando sopra la traversa il tentativo di Maggiore, poi si è dovuto arrendere al colpo di testa di Verde, e alla gemma da fuori di Saponara. Sarebbe stato tutto vano, anche se li avesse parati, ma ancora non poteva saperlo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA