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Tre, il numero perfetto: tre gol, tripletta e terzo posto

Mkhitaryan si scatena e domina la partita. La Roma vince a Marassi, scala posizioni e si mette alle spalle di Milan e Sassuolo. A segno pure Pjaca

Mkhitaryan festeggia la tripletta contro il Genoa con il pallone della partita, di LaPresse

Mkhitaryan festeggia la tripletta contro il Genoa con il pallone della partita, di LaPresse

09 Novembre 2020 - 08:50

La Roma vince la sua terza partita consecutiva, segnando tre gol con Mkhitaryan e andando alla sosta per le nazionali al posto numero tre della classifica di Serie A, che potrebbe anche diventare oggi il secondo posto se la Corte d'Appello Federale accoglierà il ricorso per la restituzione del punto guadagnato a Verona alla prima giornata, poi tolto per l'errore del posizionamento di Diawara nella lista sbagliata.

Una vittoria netta e strameritata, in linea con il 3-1 dello scorso anno, un filino più sofferta perché dopo un primo tempo dominato e concluso solo 0-1, con un gol arrivato peraltro all'ultimo secondo del minuto di recupero grazie a un colpo di testa di Mkhitaryan su calcio d'angolo, ad inizio ripresa, dopo l'occasione sbagliata del raddoppio, era arrivato il pareggio di Pjaca e Scamacca ha avuto persino pochi minuti dopo la palla del possibile vantaggio. Ma poi la Roma ha rimesso la testa sulla partita e, dopo aver divorato il gol dell'1-2 con Cristante, ci ha pensato ancora l'armeno ad azzeccare la conclusione giusta, e sempre lui, a cinque dalla fine, ha interrotto i patimenti dei tifosi realizzando anche il terzo gol, ancora di destro. Di sinistro invece aveva costretto nel primo tempo Perin al miracolo con l'aiuto della traversa. Una partita da dominatore, in assenza di Dzeko, di cui peraltro con l'uscita di Mayoral a mezz'ora dalla fine è stato il perfetto surrogato.

Per tutto il primo tempo si era giocato a una porta, con la Roma costantemente proiettata verso l'area rossoblù. Nella metà campo romanista è rimasto quasi da solo Pau Lopez, sostituto estemporaneo di Mirante, dolorante ancora per una contusione rimediata con la Fiorentina la settimana prima eppure in panchina accanto al terzo Farelli (con il giovane Boer rimandato in macchina a Roma a causa della riscontrata positività mattutina, e con lui per precauzione anche Milanese, negativo, ma coinquilino del portierino).

I tre centrali Mancini, Smalling e Ibanez hanno stazionato quasi sempre sulla linea di metà campo, sbrogliando con mestiere le rarissime iniziative avversarie (nel taccuino è rimasta traccia solo di un salvataggio di Mancini dopo che un suo stesso tocco aveva rischiato di favorire una conclusione di Zajc), a destra e a sinistra non sono mancate le propulsioni degli esterni (Karsdorp da una parte e prima Spinazzola poi Peres dall'altra, in campo dal 14' per un risentimento muscolare dell'azzurro), in mezzo Pellegrini è stato il vero regista, con Veretout abilissimo ad abbassarsi a sinistra in impostazione per far spazio nel mezzo ai trequartisti Mkhitaryan e Pedro, bravi a loro volta a produrre gioco tra le linee e a farsi trovare nelle finalizzazioni.

Mobilissimo anche Borja Mayoral, meglio nell'impostazione che nella fase conclusiva. Tutto questo gran movimento era stato prodotto per cercare di trovare spazi e togliere punti di riferimento nella doppia maginot disegnata da Maran, con un 4321 solo accennato in fase di possesso, con Zajc e Pjaca dietro all'unica punta Scamacca: ma nel possesso romanista, e quindi praticamente per tutto il tempo, diventava un 442 molto difensivo, con Zajc rapido ad aprirsi a sinistra, Lerager a destra, in mezzo i mediani Radovanovic e Rovella, e dietro una linea formata da Biraschi, Bani, Masiello e Criscito.

In cronaca, solo azioni romaniste, dal primo all'ultimo secondo del tempo: perché la Roma ha cominciato con un immediato assalto e ha finito col gol dell'armeno. In mezzo al 5' un sinistro di Miky è finito fuori, al 6' un braccio di Lerager (da sanzionare col rigore) è stato ignorato da Irrati, al 7' un tiro da fuori di Ibanez è finito lontano, al 9' un cross basso di Veretout è stato respinto a fatica, al 10' Pedro da destra con un gran rientro di sinistro ha colto Ibanez sul secondo palo talmente da solo che ha cercato di stoppare di petto e tirare invece di segnare di testa, e l'hanno fermato, poi al 14' ci ha provato Pellegrini calciando alto di sinistro, al 19' un gran sinistro da fuori di Mkhitaryan è stato deviato con un bellissimo volo da Perin sotto la traversa, al 20' ha tentato Pedro, al 32' Peres, al 36' Karsdorp, al 43' una ghiotta occasione l'ha avuta Mayoral su prezioso assist ancora di Miky, ma l'ha sprecata. Poi il gol del vantaggio e l'intervallo.

Nella ripresa è stata ancora la Roma a partire forte e dopo soli 2 minuti Peres ha avuto sul sinistro la palla per indirizzare in maniera quasi definitiva la partita, su assist ancora dell'immenso armeno, ma la conclusione di destro a giro è stata troppo morbida e Perin ha salvato. Così si è consacrata ancora la più vecchia legge del campo, che condanna chi regala facili gol a subirne presto uno: così il Genoa è uscito alla grande per la prima volta dall'alta pressione dei romanisti, in difesa il reparto intero è andato con troppa leggerezza a chiudere i varchi, con Mancini in ritardo su Zajc, Ibanez in ritardo su Lerager lasciando incustodito Pjaca e Smalling che ha dovuto lasciare Scamacca per posizionarsi più basso per capire dove fosse il buco da coprire. Così Lerager ha servito Scamacca che ha verticalizzato nel corridoio interno per Pjaca che ha resistito al ritorno di Ibanez e ha battuto Pau Lopez sul palo vicino.

Il Genoa ha preso fiducia, anche perché Maran aveva ridisegnato l'assetto, abbassando Radovanovic tra i centrali, alzando gli esterni e avvicinando le punte, per un 352 che ha ridato sostanza soprattutto al loro centrocampo. Nella minima confusione tattica che si è determinata, Scamacca ha avuto la palla del 2-1, ma sotto pressione ha tirato di sinistro di punta in diagonale, angolando troppo.

E Fonseca ha cambiato la Roma, togliendo Mayoral e inserendo Cristante, rialzando Pellegrini trequartista di sinistra e spostando Mkhitaryan centravanti. Peres ha sbagliato un'altra conclusione, ma poi ha azzeccato l'assist decisivo, in una bella azione nata da Cristante che ha potuto scegliere sull'inserimento a destra di Karsdorp e a sinistra proprio di Peres, battezzando il brasiliano che ha scommesso sulla percussione centrale di Miky, che a sua volta ha bruciato Radovanovic in velocità.

Cristante ha poi clamorosamente buttato la palla del 3-1 su assist tottiano di Pellegrini, il Genoa ha provato a reclamare su un contatto spalla a spalla tra Ibanez e il subentrato Pandev, Maran ha cambiato di nuovo assetto provando con un estremo 4312 a tre punte (dentro Destro vicino a Scamacca, con Pandev a trequarti) e la Roma ha dilagato, regalando un'altra meraviglia col terzo gol, splendido assist di Pedro e mirabile mezza rovesciata del migliore in campo, il cavaliere armeno. A lui, direbbe Gigi Proietti, a cui è stata dedicata la maglia speciale di ieri, non dovete rompere le scatole...

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