ASCOLTA LA RADIO RADIO  

De Rossi: "Creiamo un po' meno, ma i nostri attaccanti sono fortissimi"

Il capitano giallorosso ha dichiarato: "Dzeko è un campione assoluto. Figc? Con Tommasi si va sul sicuro. Grave che siano uscite certe voci su Italia-Svezia"

La Redazione
28 Dicembre 2017 - 13:27

Daniele De Rossi ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Sky Sport. Queste le dichiarazioni del capitano romanista:

Dopo il confronto dello Stadium, avete la sensazione che la Juve sia più forte?
"Loro sono fortissimi, più forti degli altri, lo dimostrano anche i giocatori che avevano in panchina. Abbiamo fatto la nostra partita, forse un po' meno nel primo tempo, ma sicuramente molto meglio nella ripresa. Ci sta di soffrire per una parte di gara, ma credo che anche un pareggio non sarebbe stato "rubato" e ci avrebbe portato a vedere prima parte della stagione in maniera differente".

Per Juve-Roma si è parlato di ferocia e arrendevolezza per evidenziare la differenza di atteggiamento. Si può usare questo titolo o è eccessivo?
"Sì, perché poi Benatia è quello che passa la palla a Schick e in quella circostanza sembra arrendevole. Lui è molto forte, ma anche quando io do la palla a Florenzi due difensori bianconeri si bloccano. Non abbiamo sfruttato le occasioni per sfortuna, per la bravura dell'avversario, perché Szczesny è stato bravo. Benatia in quella circostanza del gol è stato bravo, noi meno, ma il discorso sulla mentalità di squadra è condizionato dal risultato".

Siete pronti per iniziare a vincere?
"E' una parola della quale non si deve abusare, un percorso molto lungo: me lo ha insegnato Conte, un allenatore che stimo molto. Si vince con gli atteggiamenti fuori dal campo, si vince in allenamento, anche con la bravura, ma non puoi basare le ambizioni di una squadra su una sola partita, soprattutto se è contro una squadra molto forte che è quella che vorremmo raggiungere e che spesso e volentieri mette in difficoltà tutti quelli che giocano lì".

Di Francesco che contributo sta dando?
"Ne ho parlato spesso e volentieri: basterebbero i punti, potremmo averne fatti più dell'anno scorso in cui siamo andati alla grande, con un allenatore magnifico. Sta dando un'impronta ben precisa alla squadra: aggredire sempre, che sia la Juventus o il Sassuolo. Durante la settimana ci fa lavorare su certe pressioni, dalle quali è difficile uscire. Stiamo ottenendo tanto, anche dal punto di vista della difesa"

I numeri dicono che avete difficoltà a segnare...
"E' un discorso di squadra, di episodi, di supporto agli attaccanti... C'è anche un pizzico di sfortuna e stanchezza, come è prevedibile alla fine dell'anno, dopo tante partite, ma non vedo un grave problema. Creiamo un pochino meno, lo dicono i dati, ma non vedo una situazione preoccupante: i nostri attaccanti sono forti e torneranno a fare gol: noi li aiuteremo da dietro affinché questo avvenga con maggiore facilità".

Ci aiuti a giudicare Dzeko?
"E' un attaccante facilissimo da giudicare: un campione assoluto che aiuta sempre la squadra, tutti sbagliano dei gol. Il fatto che produciamo meno sicuramente non lo aiuta, ma lui ha bisogno di presenza in area, di manovra e di palle che arrivano. L'anno scorso ha avuto un periodo in cui segnava come toccava il pallone, ma anche questa stagione sta facendo grandi cose".

Juve o Napoli, chi è la vera favorita?
"Sono anni che dico che il Napoli è tra le più forti, perché gioca molto bene, ma la Juve forse ha ancora qualcosa in più. Dietro ci siamo il Napoli e noi, ma nulla è deciso, ci sono anche tanti scontri diretti da giocare. Dipende anche dai periodi: abbiamo perso qualche punto, ma ora abbiamo delle gare da vincere assolutamente per riavvicinarci un po'".

Italia-Svezia, tante voci su un presunto nervosismo durante i playoff tra squadra e Ct...
"Sono state dette tante cose attorno a quella partita, anche sul fatto che io mi fossi rifiutato d'entrare: non è assolutamente vero, mi sono subito scaldato. C'è stato un momento di grande tensione e nervosismo, sapevamo che sarebbe stata dura. C'è stato qualcosa che è uscito e che sarebbe dovuto rimanere negli spogliatoi: lo ritengo molto grave. Il nervosismo era comprensibile: pensavamo di farcela e non ci siamo riusciti. Avrei potuto far meglio nella partita che ho giocato e lo stesso discorso vale per tutti gli altri".

Il profilo giusto per rilanciare il calcio italiano?
"Sono stati fatti dei nomi e Tommasi è una persona che ha sempre dato un'immagine diversa: con lui si va sul sicuro. Non mi è piaciuto che sia stata gettata tutta la croce addosso a Tavecchio, che ha sbagliato molto, ma ha fatto il dirigente e ha ereditato una situazione calcistica già determinata. Tanta gente che ha parlato, se fosse entrato il palo di Darmian, non avrebbe detto una parola: bisogna essere coerenti. Detto questo, ha sbagliato molto, ma come tutti".

Totti dirigente ti piace?
"Sì, mi piaceva tanto anche da calciatore, quando aveva 28-29 anni: davo la palla a lui ed ero tranquillo! E' un periodo di studio in cui si sta ambientando: il rapporto con Monchi lo sta sicuramente aiutando. Ha trovato il suo posto ideale".

Gli auguri li fai al Var o a Lapadula?
"No, le feste ormai sono finite. Lo strumento non è ancora perfetto, ma ci darà grandi soddisfazioni, nell'accettare le decisioni e nel limitare le proteste. Ci vorrà un po' di tempo perché qualche decisione è ancora un po' dubbia, ma leverà quasi sicuramente tutti i dubbi".

© RIPRODUZIONE RISERVATA