Bianca, con banda giallorossa: da Piedone a Totti, per la seconda maglia un sapore vintage
L'ultima divisa bianca con banda giallorossa nel 2009-10. La striscia bicolore orizzontale frequente negli Anni 30 e 40, poi torna nei primissimi Anni 60 e nel 94-95
(GETTY IMAGES)
Non una novità, bensì un (gradito) ritorno: la seconda maglia della Roma per il 2026-27 vedrà il ritorno della banda giallorossa orizzontale sul petto, ovviamente su fondo bianco. Una scelta dal grande fascino, non soltanto a livello di marketing e design, ma anche in termini storici. Sì, perché - oltre a richiamare la seconda divisa della Fortitudo Pro Roma - la doppia striscia giallorossa affonda le radici negli albori della storia romanista. A partire dal 1930, addirittura: in quel caso la divisa era verde, colore mutuato dall’Alba Audace, e all’altezza del petto presentava questo “fascione” che verrà riproposto sulla divisa della prossima stagione. Quella maglia viene usata saltuariamente (è di fatto la terza, quando non la quarta) fino al 1935: l’ultima volta è indossata in un Roma-Milan del 26 maggio a Campo Testaccio, vinto 1-0 da Bernardini e compagni.
A partire dalla stagione 1937-38, la banda bicolore approda sulla maglia bianca, con lo scudetto con l’acronimo ASR al centro “in negativo” (quindi con i colori invertiti rispetto allo sfondo): la similitudine con la maglia sviluppata da Adidas è evidente non solo per la stessa tipologia di stemma, ma anche perché questo comparirà al centro del petto, e non sul cuore, dove si trova solitamente. La divisa rimane più o meno immutata (con pantaloncini e calzettoni neri) fino al 1942: la Roma che conquista il primo Scudetto della sua storia la indossa spesso durante la stagione trionfale, non soltanto in trasferta ma anche in casa. La differenza con quella della prossima stagione è che allora la banda era più larga. Tra il 1943 e il 1947 sulla banda compare l’acronimo ASR in bianco e rotondo, poi di nuovo sotto forma di scudetto. Negli Anni 50 la maglia bianca con fascia giallorossa continua ad accompagnare Losi e gli altri, ma stavolta senza alcuno stemma. Idem nei primissimi Anni 60, quando la Roma conquista la Coppa delle Fiere: nella semifinale di ritorno contro l’Hibernian, il 26 aprile 1961 allo Stadio Olimpico, “Piedone” Manfredini la indossano in un 3-3 in rimonta che ci porta alla “bella” (che vinceremo 6-0).
Negli anni a seguire sulla maglia bianca si adotta la fascia bicolore diagonale (riproposta dalla Nike nel 2014-15): viene poi l’epoca delle “ghiacciolo” sviluppate da Gratton per la Pouchain, e la banda orizzontale finisce per parecchi anni nel dimenticatoio. La ripropone la Asics nella stagione 1994-95, su una maglia che ha come particolarità il colletto a V con i laccetti e lo sponsor Nuova Tirrenia, breve parentesi tra Barilla e INA Assitalia. Nel nuovo secolo arrivano i modelli Kombat della Kappa, ed è proprio quest’ultima a sviluppare, per la stagione 2009-10, l’ultima maglia bianca con doppia striscia orizzontale giallorossa: Totti e compagni la indossano spesso durante la cavalcata che porta la Roma a contendere il titolo all’Inter; in quel caso, però, lo scudetto presenta la Lupa che allatta Romolo e Remo sopra l’acronimo. A sedici anni di distanza, ecco un altro modello pronto a far innamorare i tifosi.
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