AS Roma

Gasp, guarda un po' Chivu si rivede!

Fu Gian Piero a segnalare il romeno a Moggi. I due si sono incrociati (per poco tempo) proprio all’Inter

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
14 Ottobre 2025 - 06:00

Aveva già i capelli sale e pepe - seppur non ancora del tutto bianchi come oggi - Gian Piero Gasperini quando, agli inizi degli Anni 2000, oltre ad allenare la Primavera della Juventus faceva anche da osservatore per la prima squadra bianconera. Moggi lo mandava in giro per l’Italia e per l’Europa, chiedendogli dettagliate relazioni sui calciatori visionati. Ogni relazione - come ha raccontato qualche mese fa lo stesso Gasp in un’intervista - doveva concludersi con la dicitura “da Juve” o “non da Juve”. Del primo gruppo faceva parte Cristian Chivu, prossimo avversario della Roma sabato sera: all’epoca poco più che ventenne, fu segnalato con particolare interesse dall’attuale tecnico romanista a Luciano Moggi, all’epoca dg della Vecchia Signora. Giocava nell’Ajax che in quegli anni lanciò anche Ibrahimovic, Heitinga, van der Vaart, Stekelenburg e già mostrava carattere da autentico leader, oltreché doti tecniche fuori dal comune. «Questo è da prendere», il succo dell’analisi di Gasp. 

Ecco dunque che nell’estate 2003 “Big Luciano” - dopo aver già soffiato Legrottaglie alla Roma - prova un altro sgambetto prendendo anche Chivu. Ma alla fine la spunta Franco Baldini, dopo un tira e molla legato anche alla difficile situazione economica giallorossa in quel periodo. Chivu quindi approda alla Roma, con buona pace di Moggi e di Gasperini. Quest’ultimo, però, dall’Ajax si appresta a importare altro: la difesa a tre, oggi suo autentico marchio di fabbrica. «Vedendo squadre in giro per l’Europa - ha raccontato di recente Gasp - vidi l’Ajax e capii che questa difesa a tre poteva funzionare. In Italia era una novità assoluta, se non per le squadre “catenacciare”, bloccate con il 3-5-2. Invece questa era una difesa a tre molto propositiva, con vari giocatori che partecipavano al gioco». Detto, fatto: nel giro di qualche anno, la difesa a tre finisce per spopolare anche in Italia.

Gasp prova a replicarla anche all’Inter, dove approda nell’estate 2011: lì trova Cristian Chivu, ormai 31enne e condizionato da diversi acciacchi fisici. La storia è nota: i nerazzurri del post-Mou sono di fatto una squadra a fine ciclo, priva di stimoli e assai poco incline a digerire il passaggio a tre dietro. Gasperini dura cinque partite (Chivu ne gioca due, saltando le altre per una caviglia slogata), quindi viene esonerato e sostituito da Ranieri. Ma riuscirà comunque a rilanciarsi al Genoa, proprio mentre Chivu appende gli scarpini al chiodo.

Da colleghi

Come Gasp mosse i suoi primi passi da tecnico nella Primavera della Juve, così Chivu li muove in quella dell’Inter. La scorsa stagione la chiamata del Parma, condotto a una salvezza pressoché miracolosa. Salvezza arrivata aritmeticamente soltanto all’ultima giornata, grazie alla vittoria in rimonta a Bergamo, proprio contro l’Atalanta di Gasp. Il 3-2 dei ducali ha così rovinato l’ultima di Gasperini con la Dea. Si tratta dell’unico precedente tra i due, che sabato sera si ritroveranno: uno, Gasp, da ex interista, seppur per un brevissimo periodo; l’altro, Chivu, da ex giallorosso per quattro stagioni. Ma il passato non conta: c’è solo il presente, e un big-match in grado di dire molto sulle rispettive ambizioni. Per Gasp e la sua Roma è l’occasione di continuare a vivere un sogno.

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