AS Roma

Dalla coppa al dito medio: Chivu, c'eravamo tanto amati

Un trofeo e le 11 vittorie di fila, ma anche le contestazioni e il gestaccio

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Davide Fidanza
14 Ottobre 2025 - 07:00

Quattro anni possono essere pochi ma al tempo stesso sufficienti a generare un rapporto ambivalente fatto di amore ed odio (sportivo). Quattro anni è il tempo che Christian Chivu ha trascorso a Roma tra il 2003 ed il 2007, periodo nel quale ha sfiorato uno scudetto, vinto una Coppa Italia e scritto il record delle famose 11 vittorie consecutive. In questi 4 anni tuttavia, ci sono state anche contestazioni, divisioni, psicologi e tanto altro. Ma andiamo con ordine. Chivu arriva alla Roma per la stagione 2003-2004 dall’Ajax per circa 18 milioni di euro, fortemente sponsorizzato da Koeman che lo definiva un ragazzo dal talento straordinario. E questo talento straordinario Chivu lo mette da subito in mostra: al suo primo anno in giallorosso riesce a trovare un’intesa incredibile con Samuel e grazie alla solidità offerta dai due calciatori, la Roma sfiora lo scudetto arrivando seconda in classifica alle spalle del Milan. La difesa della Roma in quella stagione è la meno battuta del campionato ma questo non basta per il tanto sognato tricolore. Il punto di rottura si ha nel novembre del 2005: in un’intervista, parlando del suo futuro, Chivu dice che un giorno gli piacerebbe tornare a lavorare con Capello, essendo stato lui a portarlo nella Capitale.

Chivu precisa nella stessa intervista che ha ancora due anni e mezzo di contratto a Roma e che si trova bene, ma il danno è fatto. I tifosi  non avevano ancora perdonato a Capello il passaggio alla Juventus e da lì partono le contestazioni, raccontate dallo stesso Chivu in una recente intervista a Cronache di Spogliatoio: «Il giorno seguente i media  scrissero che sarei andato alla Juve, ma non era vero, io parlai solo ed esclusivamente di Capello. Da quel momento - racconta Chivu - il pubblico della Roma cambiò atteggiamento nei miei confronti, l’Olimpico non mi perdona più nulla. Io ne soffrivo. In quel periodo andavo dallo psicologo, a fine partita vomitavo per lo stress e per l’ansia, non riuscivo a uscirne e ho chiesto aiuto. Ne uscii grazie allo psicologo e alle mie risorse interiori».  Il 28 luglio del 2007 Chivu saluta i giallorossi - dopo aver vinto una Coppa Italia - per approdare all’Inter al termine di una trattativa difficile, con il centrale che rifiuta Real Madrid e Barcellona creando qualche disagio alla Roma per rispettare la parola data a Moratti. Ironia della sorte vuole che il suo esordio in nerazzurro sia proprio contro la Roma, nella finale di Supercoppa italiana vinta dai giallorossi per 1-0 con gol di De Rossi. Per salutare il club, organizza una conferenza stampa, nella quale afferma di aver trascorso 4 anni indimenticabili, citando però con malcelata acredine i fischi e le contestazioni che lo hanno accompagnato. Acredine che fuoriesce nel 2010, quando, dopo aver battuto la Roma in finale di Coppa Italia, si rivolge al pubblico giallorosso con reiterati gesti volgari, per i quali viene deferito. Chivu si scusa in seguito definendolo un gesto istintivo, che racchiude al suo interno un rapporto intenso, tormentato, che non è finito come tutti quanti si aspettavano e volevano in quel lontano 2003. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI