AS Roma

Allenare la fase realizzativa, si può?

Dice giustamente Gasperini, numeri e prestazioni alla mano: dobbiamo migliorare la fase realizzativa, migliorare le prestazioni dei giocatori, in particolare modo gli attaccanti

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Rinaldo Boccardelli
24 Settembre 2025 - 07:30

Dice giustamente Gasperini, numeri e prestazioni alla mano: dobbiamo migliorare la fase realizzativa, lavoro per migliorare le prestazioni dei giocatori, in particolare modo gli attaccanti. E fin qui si tratta di evidenziare un dato di fatto. Non basta la superiorità territoriale, né il maggior possesso palla. Bisogna trovare il gol con più frequenza, a meno che non si vogliano vincere tutte le partite per 1 a 0. Magari….

   Il punto è: si può allenare la fase offensiva? Come migliorarla? Certo che si può, ma fino a che punto? Alcuni tecnici lasciano libertà di invenzione negli ultimi 20 metri. Altri studiano schemi e soluzioni che dovrebbero consentire di entrare in porta con tutto il pallone, avversari permettendo. Ci sono vie di mezzo e, soprattutto ci sono le caratteristiche dei giocatori e qualcosa che difficilmente riesci ad insegnare: il fiuto del gol, il senso della rete. Che spesso riconosci già nei bambini delle scuole calcio.

   Ma andiamo con ordine e da una assunto. Molto più facile (anche se ci vuole molta applicazione) allenare la fase difensiva per tutta una serie di fattori che qui non prendiamo in considerazione. Diverso allenare la fase offensiva anche se ci sono una marea di esercizi, situazioni, partitelle a tema che durante la settimana possono aiutare gli attaccanti a trovare meglio e con più frequenza la via del gol. Ve ne elenchiamo qualcuna e magari gli appassionati possono approfondire. 

   Palla avanti-palla dietro-palla al terzo (schema molto caro ad Antonio Conte, ad esempio), rotazione a tre e sovrapposizione sulle fasce per andare al cross dalla linea di fondo. Attacco al primo palo dell’attaccante centrale con inserimento al centro di un centrocampista e chiusura sul secondo palo dell’esterno opposto. Postura, mai piatta ma sempre in diagonale. Attacco allo spazio con i tempi giusti. Presa di posizione sull’avversario. Velocità di pensiero. Visione periferica.  Esercitazioni con partitelle a tema. Ne citiamo solo una ma ce ne sono tantissime: campo molto ridotto con due porte regolari, cinque contro cinque più i due portieri: massimo 5 tocchi e 10 secondi per andare al tiro.

Arrigo Sacchi, che per quei tempi era considerato (giustamente) un innovatore, faceva fare spesso il 10 contro 0 con due tocchi al massimo per giocatore. Ora non più di moda ma forse ancora utile. Ci si potevano aggiungere dieci cinesini avversari oppure dieci avversari veri e propri ma in marcatura passiva.

   Insomma, la fase offensiva si può allenare ma… Ma quando devi fare gol? C’è un momento in cui hai bisogno di qualcosa in più. E se non ce l’hai… Pippo Inzaghi era un attaccante con poca tecnica e poco fisico, ma… In una partita del 2007 quasi non toccò palla ma alla fine il tabellino diceva così: Milan-Liverpool 2-1 finale di Champions League. Doppietta di Inzaghi.

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