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Totti: "Da dirigente sento più la pressione, era più facile fare gol"

La leggenda giallorossa: "Quando ero un giocatore riuscivo sempre a trovare qualche guizzo in campo, in questo nuovo ruolo è diverso: è più difficile"

Francesco Totti nel workshop a Doha, di LaPresse

Francesco Totti nel workshop a Doha, di LaPresse

09 Aprile 2019 - 08:03

Dal Qatar con amore. Per la Roma, naturalmente. Firmato il dirigente Francesco Totti. Nel giorno della presentazione dell'evento benefico «La notte dei Re» che andrà in scena il prossimo due giugno al Foro Italico, praticamente qualche giorno dopo il secondo compleanno di quel ventotto maggio di due anni fa che è e continuerà a essere nel cuore di qualsiasi tifoso romanista, dal Qatar sono state diffuse alcune delle altre dichiarazioni che il Dieci giallorosso ha rilasciato all'emittente Bein Sports nella giornata conclusiva dell'evento «Togheter As Roma» che il club giallorosso ha organizzato per e con i suoi sponsor.

Dichiarazioni da dirigente. Sempre più dirigente. Un ruolo in cui il campione che ha riscritto l'album dei record societari, ci si sta calando sempre di più, progressivamente più convinto di poterlo fare, crescendo passo dopo passo in una dimensione che fino a due anni fa gli era sempre stata praticamente sconosciuta. Totti è al suo secondo anno da dirigente, da contratto ne ha altri quattro in cui, molto probabilmente, avrà un ruolo più decisivo e propositivo rispetto a quello che è stato fino a poche settimane fa. La prima stagione, del resto, l'ha trascorsa guardando, ascoltando, chiedendo consigli soprattutto a Monchi e, permetteteci la battuta, speriamo che abbia guardato, ascoltato e chiesto consigli perlomeno al contrario considerando il lavoro non proprio eccelso fatto dal senor spagnolo nei suoi due anni di Roma.

Ora per Totti è arrivato il momento di fare un ulteriore step, sapendo che poi ce ne sarebbero altri, anche da dirigente. Un mestiere complesso come ha spiegato anche all'intervistatore arabo: «Un conto è essere calciatore, un altro fare il dirigente. Sono due ruoli molti diversi. Dall'altra parte della barricata, è un lavoro impegnativo e, anche se pensavo il contrario, devo dire che si sente più pressione da dirigente. Quando ero un giocatore riuscivo sempre a trovare qualche guizzo in campo, in questo nuovo ruolo è diverso: è più difficile. Per il resto devo dire che continuo a vivere come prima, vado a Trigoria tutti i giorni, ho rapporti quotidiani con l'allenatore e i giocatori, vivo lo spogliatoio, vado in ritiro insieme alla squadra. L'unica cosa che mi manca è spogliarmi la domenica per la partita. Del resto per me la Roma è tutto».

Totti anche in Qatar è stato accolto come una star. Il suo nome è ormai planetario e il fatto che a Doha se lo sia conteso tutta la stampa locale, ne è stata l'ennesima dimostrazione anche se adesso non delizia più in campo con gol, cucchiai, giocate da campione. Già, Qatar. Non è un mistero per nessuno che nelle ultime settimane si siano infittite le voci che vorrebbero l'emiro proprietario del Psg interessato a entrare anche nel calcio italiano avendo un occhio particolare soprattutto nei confronti della Roma. Pallotta, da Boston, ha fatto sapere con il suo linguaggio colorito che sono tutte sciocchezze (eufemismo), parole che sarebbero state comunque le stesse pure se la notizia avesse avuto un fondamento. Ma che in un futuro più o meno prossimo ci possa essere un impegno più allargato di Qatar rispetto a quello già in essere come main sponsor sulla maglia, non è un'ipotesi così peregrina.

Si pensi solo alla questione stadio. Ci sarà bisogno di trovare uno sponsor anche per l'impianto di Tor di Valle e, in questo senso, possiamo dire con ragionevole certezza che Qatar Airways è sicuramente interessata (non è la sola peraltro, anche Hyunday ha chiesto informazioni). L'importante sarà fare lo stadio e il resto non potrà che essere una conseguenza. E Totti, pure in questo senso, può avere un ruolo chiave come dirigente ed ex grande giocatore. In Qatar è stato il più inseguito, abbracciato, selfato, riconosciuto, baciato, nel corso dell'evento organizzato dal club giallorosso e la scelta di Doha non può essere stata soltanto un caso.

Tornando all'intervista rilasciata all'emittente televisiva che è di proprietà dell'emiro (tanto per non farsi mancare niente), Totti ha anche ricordato il giorno del suo addio e parlato dei Mondiali che si terranno in Qatar nel 2022: «Quel ventotto maggio è stato un giorno indimenticabile. Vedere tanti tifosi con le lacrime agli occhi, gli stessi tifosi a cui aveva regalato sorrisi con i miei gol, è stata un'emozione fortissima. La Nazionale? Io in azzurro ho vinto un Mondiale, fantastico, ora il ct Mancini sta costruendo una squadra ricca di giovani talenti e mi fa piacere che ci siano diversi giocatori della Roma come Pellegrini, Zaniolo, El Shaarawy, Cristante, Florenzi. Ci dobbiamo qualificare per il prossimo Mondiale che si giocherà proprio in Qatar. Sono sicuro che sarà organizzato nel migliore dei modi. Ci sarò anch'io al prossimo Mondiale così avrò modo di scoprire ancora meglio questo paese bellissimo». Hai capito il dirigente Totti?

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