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La partita

Roma-Bologna: il primo lampo dell'anno

Per battere un gagliardo Bologna è sufficiente un rigore del capitano sulla giocata di inizio gara di Zaniolo e Dybala, poi usciti malconci

Pellegrini esulta con El Shaarawy

Pellegrini esulta con El Shaarawy (GETTY IMAGES)

05 Gennaio 2023 - 09:00

Se inauguriamo l’anno facendo gli schizzinosi perché la vittoria col Bologna non è stata corredata da un gioco scintillante, nel giorno in cui l’Atalanta ha pareggiato all’ultimo secondo con lo Spezia e la Lazio ha perso a Lecce, e dunque in un colpo solo la Roma si è ripresa il quinto posto, forse non rendiamo giustizia a un gruppo di ragazzi in maglia giallorossa che ce l’hanno messa tutta per ricominciare col piede giusto e alla fine ci sono riusciti grazie anche al provvidenziale salvataggio sulla linea di Abraham, peraltro a deviare oltre la traversa l’unico tiro in porta del Bologna di tutta la partita. È stato dunque sufficiente il rigore di Pellegrini al 6’ minuto per conquistare i primi tre punti del 2023 e poi una condotta di gara comunque disinvolta, con l’affanno riservato proprio ai secondi finali, quando un paio di rimpalli avrebbero potuto premiare gli avversari ben oltre i loro meriti. La partita non è stata bella, ma in qualche modo è stata “condizionata” dal gol in apertura, e nel secondo tempo quando l’usura della mancanza agonistica s’è presa prima Zaniolo e poi Dybala, Foti, alias Mourinho, ha preferito abbassare il baricentro inserendo prima Matic e poi Bove per difendere il preziosissimo vantaggio senza rischiare altri sbandamenti.

La partita della Roma è stata messa subito in discesa dal primo frutto delle giocate di velluto di Zaniolo e Dybala, col primo a cercare il secondo in area, lo scatto imprevedibile dell’argentino a sorprendere il colombiano Lucumì e l’inevitabile impatto tra i piedi, per il chiarissimo rigore concesso dal permissivo Santoro di Messina. Magistrale anche la trasformazione di Pellegrini, un destro aperto ad accarezzare la parte interna della rete alla sinistra di Skorupski, spiazzato. Subito scombinati dunque i piani di Motta che aveva invece sperato di sorprendere Mourinho, rappresentato nell’occasione in panchina da Foti, con il suo 4231 privo di punti di riferimento fissi dalla cintola in su. Davanti ai quattro della linea difensiva (da destra Posch, Soumaoro, Lucumì e Lykogiannis), Medel e Rodriguez sono solo posizionalmente i due mediani, così come Orsolini parte da esterno destro e Soriano da sinistro ma convergono spesso dentro il campo a ripartire dentro corridoi centrali, con Ferguson a spaziare alle spalle di Arnautovic, ma scambiandosi spesso di posto con Rodriguez e a volte con lo stesso Medel. Un tourbillon soprattutto delle posizioni di centrocampo che però non ha sorpreso Mourinho (a vigilare dall’alto a scontare la prima delle due giornate di squalifica, nascosto agli occhi indiscreti dei curiosi) che a sorpresa ha invece dato fiducia dall’inizio a Tahirovic, il giovane serbo/svedese svezzato da Matic tanto da levargli il posto, con Abraham inizialmente in panchina e Pellegrini lasciato a trequarti alle spalle di Dybala e Zaniolo, senza un centravanti di ruolo, con El Shaarawy e Celik in fascia e i soliti tre difensori davanti a Rui Patricio.

In 45 minuti il Bologna non è stato in grado di tirare in porta una sola volta (quattro i tentativi in totale), mentre lo specchio di Skorupski è stato centrato tre volte dai giallorossi (su dieci tiri verso la porta). In particolare sono state tre le occasioni propizie: al 17’ un tiro che pareva davvero ben indirizzato da Mancini è stato deviato al volo da Zaniolo a rialzare la trattativa, con Skorupski proteso in tuffo a vigilare che la palla non scendesse sotto la traversa; al 41’ sul primo calcio d’angolo della partita, con il solito Pellegrini alla battuta, in area Medel ha trascinato a terra Smalling senza che nessuno degli arbitri avesse trovato nulla da eccepire, nel prosieguo del viaggio la palla ha trovato Dybala pronto a deviare verso la porta, ma la conclusione è stata respinta, e sul tap-in l’argentino ha genialmente cercato di sospingerla di collo a pallonetto non avendo il tempo di colpirla più in basso, mandandola a un palmo dalla traversa di Skorupski. Un solo brivido per Rui Patricio, invece, per una sghemba rovesciata volante di Orsolini al 31’ su cross lungo di Lykogiannis. Un solo ammonito nella prima frazione, Ibañez. Non ci sono stati picchi di gran gioco da nessuna delle due squadre, né i dispositivi difensivi hanno mostrato grandi crepe nelle quali infilarsi. Maestosa, al riguardo, l’interpretazione di Smalling, alle prese con un sopraffino interprete del ruolo offensivo come Arnautovic. Comprensibilmente timido Tahirovic, mai a disagio in ogni caso al fianco di Cristante. La manovra giallorossa si è disciolta fluida, forse non veloce come avrebbe dovuto, sempre piuttosto sbilanciata dalla parte in cui decideva di andare Dybala, il più cercato dai compagni.

Ad inizio ripresa la Roma ha provato a chiudere la pratica grazie anche ad uno svarione di Soumaoro che ha svirgolato un cross basso di Celik servendo a Zaniolo un assist prezioso, bravo poi Skorupski ad allungare le manone sulla conclusione rapida del romanista. Al 5’ Pellegrini ha servito lungo in uno stretto corridoio ancora Zaniolo, ma l’ex portiere romanista si è disteso bene ad impedire ogni giocata. Nel botta e risposta il Bologna ha sfruttato due uscite mancate di El Shaarawy per mettere paura a Rui Patricio con due iniziative sulla fascia destra, la prima terminata con un tiro-cross di Orsolini ad attraversare tutta la porta, la seconda con una conclusione respinta d’intestino da Smalling, ancora lui. I numerosi cambi non hanno dato più freschezza alla Roma mentre il Bologna ha via via alimentato l’azione offensiva. Nella Roma sono entrati Abraham, Zalewski e Matic, al posto di Zaniolo, El Shaarawy e Tahirovic e Nicolò uscendo è andato direttamente negli spogliatoi nolto arrabbiato, scalciando la vetrata delle scalette. Motta ha inserito invece Aebischer, Schouten e Cambiaso per dare maggior vigore al centrocampo e alle fasce, lasciando davanti Ferguson e Arnautovic, sempre rimbeccati dagli attenti difensori giallorossi. Al 16’ un bel duetto tra Dominguez e Ferguson ha partorito un assist non sfruttato nei tempi giusti da Arnautovic, mentre il livello agonistico si è pian piano alzato con l’arbitro che ha lasciato correre su molti contrasti, ed è stato inflessibile sulle simulazioni (ammoniti Ferguson e Celik) e sulle proteste, percorrendo di corsa 40 metri per andare a sanzionare anche Motta che pretendeva la review sul campo per un contrasto fantasma tra Zalewski e Ferguson.

Al 28’ si è arreso ai crampi Dybala, al suo posto non un attaccante, ma Bove. E senza troppe sofferenze si è andati sui secondi finali dei 6 minuti di recupero concessi. Grande il sospiro di sollievo dei 62092 romanisti (18’ sold out consecutivo) quando Smalling ha respinto in scivolata quello che pareva essere l’ultimo tiro della partita, quello di Pyythia al 51’, ma la palla è scivolata pericolosamente in calcio d’angolo e dunque non si poteva ancora festeggiare. Sulla traiettoria successiva Dominguez è intervenuto quasi d’istinto di tacco alzando la traiettoria verso il secondo palo dove Lucumì ha indovinato lo stacco giusto colpendo di testa e cogliendo in controtempo Rui Patricio, senza fare i conti però con la rabbia agonistica di Abraham che si è buttato all’indietro verso la porta e di testa è riuscito a deviare la traiettoria oltre la traversa, diventando così decisivo in attesa di tornare a segnare.

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