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Le parole

Mou critica la Primavera ma promuove lo stesso Ndiayè e Felix

Il tecnico portoghese in conferenza stampa: "Un campionato di livello basso che non prepara alla Serie A. Non c’è paragone con le altre nazioni"

Felix Afena Gyan dopo la doppietta al Genoa (AS Roma via Getty Images)

Felix Afena Gyan dopo la doppietta al Genoa (AS Roma via Getty Images)

13 Dicembre 2021 - 09:31

Non è stato molto diplomatico Josè Mourinho sul campionato Primavera, ieri in conferenza stampa, ma intanto continua a pescare nella squadra di Alberto De Rossi: in panchina a Sofia c'erano il portiere Mastrantonio, i difensori Ndiayè e Tripi e l'attaccante svedese Voelkerling Persson. Rientrati a mezzanotte passata dalla Bulgaria, alle 14.30 erano in campo (a parte Ndiayè, che è rimasto a disposizione del portoghese) contro la Spal Primavera, e hanno fatto la differenza, nonostante la stanchezza. La poca competitività del campionato Primavera non è certo una novità tra gli addetti ai lavori, e i due gol segnati in soli 94' tra i grandi da Felix Afena-Gyan non bastano per smentire questa convinzione. Anche perché il 18enne ghanese ha una forza esplosiva che i suoi coetanei si sognano: dopo i pochi mesi di ambientamento della scorsa stagione quest'anno sembrava un alieno, ha segnato 6 gol in 5 partite, ed è rimasto a lungo capocannoniere del campionato, anche quando ormai era un giocatore della prima squadra. Ma Felix è un caso a parte, almeno per il momento: Volpato contro l'Inter ha esordito in serie A, Missori ha debuttato in Conference, ma entrambi continueranno a giocare con la Primavera. Parlando dei ragazzi che sono con lui Mourinho ha detto che «sono giocatori di talento, ma devono migliorare». Perché la Primavera «è un campionato di livello basso se lo si paragona ai campionati dove giocano i giovani delle squadre più forti di Portogallo, Inghilterra, Francia o Spagna». Lega e Federcalcio, per risolvere il problema, hanno fatto molto, le società non abbastanza: il campionato Primavera è stato fortemente riformato, contando che fino a 4 anni fa c'erano ancora tre gironi, con le squadre di serie B. Nel 2016-17 il raggruppamento della Roma fu vinto dall'Atalanta, con 63 punti in 26 partite, conto i 6 della Salernitana. L'estate successiva furono introdotte le retrocessioni, alzando il livello, un anno dopo l'altra riforma epocale: introdotte le seconde squadre, delle Under 23 ammesse alla serie C, con possibilità di salire in B (a meno che la prima squadra non retroceda). È il modello che ha fatto grande il calcio spagnolo, che Mourinho conosce bene, coi suoi trascorsi al Real Madrid: i giocatori nella stessa stagione possono iniziare nelle giovanili, prendere calci per qualche mese in C, contro avversari adulti (come capita pure in Inghilterra, col campionato riserve), e salire in prima squadra già ben più smaliziati dei coetanei italiani. L'unico club italiano che ha iscritto l'Under 23 in serie C è la Juventus. A Trigoria vari dirigenti sarebbero felicissimi di avere una squadra in terza serie per completare la crescita della Primavera: se ne è parlato spesso, ma i costi hanno frenato il progetto. Chissà che Mourinho stesso, ingaggiato per un progetto triennale, non decida di metterci una buona parola...

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