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Roma, è l'ora di Veretout: regista e non solo

Tocca al francese. Contro il Sassuolo farà il suo esordio in giallorosso. Sarà uno dei due mediani col compito di dettare tempi e geometrie di gioco

Jordan Veretout è pronto all'esordio contro il Sassuolo, di LaPresse

Jordan Veretout è pronto all'esordio contro il Sassuolo, di LaPresse

10 Settembre 2019 - 08:09

Neppure un minuto. Nonostante un notevole numero di amichevoli precampionato e, pure, le prime due di campionato già andate in archivio vedendo di fatto la stessa Roma della stagione precedente. È vero che era arrivato dalla Fiorentina (in prestito più un diritto di riscatto) con una caviglia non proprio a posto, ma è altrettanto vero che nessuno avrebbe immaginato che a settembre Jordan Veretout fosse ancora un giocatore tutto da scoprire con la maglia giallorossa che, oltretutto, pare abbia voluto a tutti i costi. Ora il francese sta bene, è pronto per farsi conoscere (anche perché se non dovesse esserci contro il Sassuolo, uno potrebbe anche pensare che sul giocatore non è stata raccontata tutta la verità). Complice pure l'infortunio di Under che probabilmente convincerà Fonseca a schierare Zaniolo sulla fascia destra con Pellegrini avanzato nel preferito ruolo di trequartista, Veretout probabilmente sarà uno dei due mediani davanti la difesa. Al fianco di chi? Più Cristante di Diawara, nel ruolo di regista più o meno occulto di una Roma che ha bisogno di trovare un uomo in mezzo al campo in grado di dettare tempi e geometrie di gioco.

Regista o no?

Veretout ha un vantaggio rispetto a tutti gli altri centrocampisti a disposizione di Fonseca. È diverso come caratteristiche tecniche e ancora di più tattiche. È l'interditore più interditore della rosa giallorossa, uno che mette sempre la gamba, che va sempre a cercare di prendere il pallone e, nel momento in cui ci riesce, è capace di ribaltare in velocità la manovra con una verticalità di gioco che è parte integrante e naturale del francese. Nessun altro dei centrocampisti giallorossi ha questo tipo di caratteristiche, soprattutto nella fase di interdizione, cosa che da un po' di tempo a questa parte è uno dei problemi con cui deve fare i conti la squadra giallorossa. Se non altro perché recuperare il pallone, vuole dire togliere pressione alla linea difensiva che certo, tra lo scorso anno e l'inizio di questo, qualche problematica l'ha messa in mostra (speriamo che Smalling e la crescita di Mancini possano garantire maggiore solidità). Si dirà: ma con Veretout regista, Diawara cosa è stato preso a fare? Fermo restando che la concorrenza nel ruolo potrebbe fare bene a entrambi, a noi sembra che il francese sia più adatto a farlo con una linea a due come è quella dei mediani della Roma in questo momento, mentre il guineano potrebbe essere più adatto in una linea a tre, centrale affiancato da due incontristi.

Può giocare ovunque

Grazie ai potenti mezzi della Rete, siamo andati a rileggere la carriera del francese, con un particolare riferimento agli ultimi anni. Dal 2011, anno del suo esordio nel calcio professionistico, prima della Roma il francese ha vestito la maglia di Nantes, St Etienne, Aston Villa e Fiorentina. Andando a spulciare il ruolo in cui è stato utilizzato nelle 259 partite di campionato che ha giocato, si scopre che praticamente è stato utilizzato in tutti i ruoli di centrocampo, dal trequartista, al mediano, dall'interno a destra o a sinistra al regista. Da notare che nell'evoluzione del ragazzo, nei primi anni è stato utilizzato quasi sempre da trequartista dietro le punte, a conferma di una duttilità tattica che può essere soltanto un pregio. Poi nel corso degli anni, prima in Premier, poi con la Fiorentina, il suo raggio d'azione è arretrato di qualche decina di metri andandosi a piazzare sulla linea dei centrocampisti con una certa preferenza proprio in mezzo al campo. Un po', azzardiamo il paragone, lo stesso percorso che qualche anno fa fece un certo David Pizarro, arrivato dal Cile all'Udinese come trequartista e poi, con Luciano Spalletti, arretrato nel ruolo di regista dove ha dimostrato, soprattutto negli anni romanisti, di essere un giocatore di grandissima qualità. Magari, insomma, Veretout facesse lo stesso percorso. Per la Roma e Fonseca vorrebbe dire aver risolto uno dei problemi più evidenti, equilibrio difensivo a parte, di questa squadra. Ora tocca a Veretout cominciare a dare una risposta. Da subito. Da domenica prossima contro il Sassuolo in quella che sarà la prima, vera, Roma di Fonseca.

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