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L'addio di De Rossi alla Roma è un evento senza senso. Innaturale. Come una madre che abbandona il proprio figlio

Il 22 maggio presso il ristorante “Core de Roma” si svolgerà una cena di beneficenza con la riffa per finanziare il dono per la storica società dell'Appio Latino

Vincere contro il Sassuolo avrebbe fatto sfumare un pizzico della rabbia dei tifosi giallorossi. Al contrario, è aumentata, dopo 90' che fotografano la nostra stagione

De Rossi ha rappresentato, rappresenta e continuerà a rappresentare il nostro senso di sentirci diversi, mai omologati al calcio del terzo millennio

Il Romanismo è un sentimento che si tramanda. Non si racconta, si condivide, non si divide, può anche dirsi “arrivederci”, ma mai “addio”

A come Amore e non A come Azienda. Ad Ago il Cucs scrisse: "Ti hanno tolto la Roma, non la tua curva". Invece a voi la Roma non la può togliere nessuno. Nemmeno adesso

Romero, una stagione buttata via, tre punti che probabilmente non serviranno per la Champions. Ma battere la Juve è romanista, e se è inutile è ancora più romanista

Intervista all'ex attaccante giallorosso: "Il quarto posto ora è lontano, ma va tenuta viva la speranza. Serve una vittoria, la squadra la deve ai suoi tifosi".

Anche se sono altri gli allenatori nel mirino, Pallotta a fine campionato dovrebbe pensare a trattenere in ogni caso un uomo giusto (e vincente)

La mattinata di ieri è stata simile a quella di quindici anni fa quando ci svegliammo senza più Capello, solo che lui ce l'avevamo avuto, Conte mai