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L'analisi di Sassuolo-Roma: il primato non è casuale, Cristante solo per pochi

Bryan trequartista è l’ultima intuizione (e neanche è facilmente replicabile). In trasferta il rendimento della squadra è vicino al top

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
28 Ottobre 2025 - 06:30

No, non c’è niente di casuale nel primato della Roma in un campionato in cui la squadra probabilmente più forte di tutte, l’Inter, ha perso finora tre partite che ne hanno in qualche modo rallentato l’impeto, come era comunque preventivabile, considerando l’inevitabile periodo di assestamento che un tecnico pur bravo come Christian Chivu avrebbe inevitabilmente dovuto scontare. Se l’Inter riprenderà a fare l’Inter e acquisirà quel passo in qualche modo accreditato dalle enormi potenzialità tecniche della squadra (anche se l’assenza di Mkhitaryan nel prossimo periodo si farà sentire) sarà difficile per chiunque altro starle dietro, sicuramente per la Roma, forse anche per il Napoli e per il Milan, le altre due squadre in buona salute che hanno positivamente impressionato la critica in questa prima parte di campionato. Ma che la Roma meriti di stare lassù è indubbio e la testimonianza più viva deriva dal fatto che le due partite che ha perso, contro Torino e la stessa Inter, sono terminate con il rammarico di chi ha lasciato molto per strada, a compensare magari altri episodi che non sono andati storti in un altro paio di partite. Insomma la Roma sta meritando la posizione che ha guadagnato, anche se nel dettaglio dei punti attesi (expected point) Inter e Milan dovrebbero avere un punto in più rispetto alla coppia Roma-Napoli. Quisquilie e pinzillacchere, avrebbe detto Totò. Siamo là.

Cristante a trequarti? È per il 433

Entrando nello specifico della gara di Reggio Emilia, forse non è stato ancora messo a fuoco con precisione il punto di vista dell’allenatore rispetto alle sue stesse scelte tattiche. Per capirci, se contro l’Inter giocano tre punte e con il Sassuolo due falsi nove e un centrocampista, non è certo perché Gasperini ritiene che si debba essere più prudenti con gli emiliani rispetto alle cautele che può suggerire la preparazione della gara con l’Inter. E invece è puramente una questione tattica. Come infatti abbiamo più volte sottolineato lo schieramento in fase di non possesso dei giocatori della Roma non dipende tanto da come Gasperini abbia intenzione di impostare la partita in fase di possesso-palla quanto dalle zone di campo che presumibilmente può far coprire ai suoi giocatori quando la palla ce l’hanno gli avversari. Ecco quindi che contro il 433 di Grosso la prima necessità era schierare una squadra con due riferimenti offensivi e un trequartista in grado di schermare la prima impostazione del play avversario, nello specifico Matić. Alla vigilia della partita Gasperini aveva il dubbio legato alle condizioni di Koné, uscito malconcio dalla partita di coppa, così il dubbio che si è portato dietro fino alla fine era legato all’uomo in grado di assorbire i movimenti del regista avversario. Avrebbe potuto schierare Pellegrini, nel momento in cui aveva deciso di schierare davanti due attaccanti veloci e larghi per togliere punti di riferimento alla difesa avversaria (da qui la scelta di Dybala e Bailey), mentre meno adatto è sembrato sin da subito Soulé, ma con il recupero di Koné ha deciso di affidare l’incarico a Cristante, uno specialista del settore. E lo ha dimostrato una volta di più, osservando scrupolosamente le mansioni di guastatore della prima iniziativa avversaria, ma anche quello di incursore nella zona di rifinitura, come dimostra ad esempio l’azione del gol. Quindi 3412 con i due attaccanti sui due centrali, il play schermato dal trequartista, gli esterni altissimi sui terzini, i due mediani sulle mezze ali del Sassuolo, i tre difensori a uomo contro il tridente di Grosso. Ecco perché non ha troppo senso sostenere che l’esperimento di Cristante possa essere ripetuto, perché dipenderà quasi sicuramente dall’impostazione tattica della squadra avversaria. Col Parma schierato a tre di Cuesta, ad esempio, è difficile che possa essere riproposto il 3412, ma è più probabile il 3421.

I rischi delle risalite da corner

Quanto alla partita,  la vittoria poteva essere essere messa in discussione solo da un episodio. Ad esempio, e siamo sicuri che su questo Gasperini dovrà intervenire, la Roma ha rischiato due volte di subire gol in occasione di palla respinta da calcio d’angolo e tutte e due le volte i giocatori giallorossi in risalita non hanno tenuto conto dei movimenti opposti degli avversari. In particolare, l’ultimo uomo (Ndicka nel primo caso, El Aynaoui nel secondo) avrebbe dovuto guidare la risalita, mentre in entrambi i casi gli altri giocatori sono andati su e li hanno lasciati soli a tenere in gioco gli avversari. Dettagli da sistemare.

Quell’idea della trasferta

Ciò che colpisce invece di più della squadra giallorossa è la forza d’animo che sembra alla base dei suoi successi, caratteristica che si esalta proprio in trasferta e che forse è anche alla base della spiegazione apparentemente illogica del rendimento diverso tra le gare fuori casa e quelle all’Olimpico. In trasferta c’è sempre l’idea che il premio sia doppio, che non ci sia nulla di scontato nella vittoria, che lottare davanti ai tifosi in minoranza (che siano 300 come a Firenze o 10.000 come a Reggio Emilia)  valga di più. All’Olimpico si dà invece troppe volte per ovvio che il risultato debba per forza essere favorevole e viene a mancare, almeno a livello mentale, quel richiamo in più. Come tutte le questioni mentali, però, potrebbe bastare un clic per aprire una porta chiusa e risolvere in un attimo la questione. C’è poi anche un aspetto tattico che incide ed è determinato proprio dalla spinta ad attaccare che la squadra avversaria può ricevere quando gioca di fronte al proprio pubblico rispetto a quando gioca all’Olimpico. Proprio per le caratteristiche del controgioco di Gasperini, una squadra che tende a giocare sarà sempre più facilmente attaccabile nelle transizioni e comunque negli attacchi veloci, e su questo tema la Roma sta facendo passi da gigante, avvicinando l’Atalanta delle versioni migliori.

Il mercato comincia a dare frutti

Di diverso, rispetto a quella, c’è solo il fatto che ancora nella testa dei giocatori della Roma domina il pensiero che un risultato di vantaggio si possa anche difendere fino alla fine, senza sbilanciarsi troppo alla ricerca del secondo gol, vecchio retaggio della squadra plasmata da Mourinho. Ma qualcosa sta cambiando. A proposito: a Reggio Emilia sono scesi in campo quattro giocatori nuovi su undici (Wesley, El Aynaoui, Tsimikas e Bailey). E questo ha consentito a Gasperini di giocarsi nella ripresa cambi di qualità come Soulé e Pellegrini. E anche questo conforta.

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