Da nessun’altra parte se non qui
In amore non vince chi fugge... vince chi anziché continuare a chiedersi dove potrà arrivare questa squadra avrà la cura di starle accanto al traguardo
(GETTY IMAGES)
Si dice che in amore vince chi fugge... è una bella scemenza se penso alla ROMA perché qui vince chi resta, chi sa andare oltre, rialzarsi e poi rilanciare.
Vince chi disinnesca i luoghi comuni, chi non li alimenta, chi coltiva l’amor proprio, quelli che non dimenticano le parole dette, in ogni modo e in tutte le salse compresa la più diretta – questa estate – subito dopo una amichevole contro il Kaiserslautern, da Gian Piero Gasperini: «Non sono ipocrita, ci mancano dei giocatori».
Quel verbo, poi, è rimasto al presente perché quei giocatori mancano ancora.
Pure se dopo Cremona abbiamo fatto finta, tutti o quasi, di dimenticarcelo perché quando stai lassù, fosse pure solamente per un attimo, la tentazione di fregarsene della realtà, per cullare un sogno, è troppo più grande della volontà di ragionare con il cuore anziché con il cervello. E, invece, proprio il cervello dovrebbe farci ripensare a Baldanzi su un aereo per Verona che disfa le valigie, a Dybala che purtroppo si accende sempre di meno, ai nomi inseguiti – chissà se per finta o per davvero – e mai raggiunti o a quei popcorn rimasti ancora nella busta a dispetto di certe facili promesse date in pasto a quei tifosi che stanno ancora aspettando di vederli scoppiare quei benedetti chicchi di mais.
Magari!
La ROMA è lì dove dovrebbe stare... anche se quei cinque uno a zero non impareremo mai a digerirli, pure se dopo ogni sconfitta nessuno di noi ha voglia di parlare e ce ne restiamo lì a galleggiare come se fino alla testa sul cuscino tutto il resto del tempo non è altro che attesa. Ecco, mi piace questa parola: attesa. Per il mercato di gennaio pur ricordando, di parole, anche quelle di Ranieri sui tanti-troppi vincoli che dovremo rispettare. Ma attesa, soprattutto, per domani perché poi, in fondo, di quello ci nutriamo: partite, corse e pallonate. Cullando il desiderio di vedere la ROMA lottare a prescindere da ogni suo limite perché poi con l’ideale della maglia sudata ci siamo nati e un giorno, tra mille anni, ci moriremo pure.
C’è ancora tempo.
E, allora, no: in amore non vince chi fugge... vince chi anziché continuare a chiedersi dove potrà arrivare questa squadra avrà la cura di starle accanto al traguardo. In due parole, i Romanisti!
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