La costante su Cristante è Cristante
Stupisce chi ancora si stupisce di una dinamica trita e ritrita. Fate pace con Bryan, che tra dieci anni lo ricorderemo per quello che è sempre stato: uno che ha dato tutto per la Roma

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Tanto è sempre così. Stupisce chi ancora si stupisce di una dinamica trita, ritrita e sempre uguale a sé stessa che catapulta, suo malgrado, Bryan Cristante al centro dei tormentoni e dei pregiudizi – negativi, sì. Ma anche positivi – di chi lo tira, e se lo tira, per la giacca a seconda del risultato della partita.
Perché, fateci caso, se la ROMA vince i social, i giornali e le radio vengono invasi, manco fosse una campagna napoleonica, dalla frase pronunciata da Daniele De Rossi in quel triste 14 maggio 2019: «Di Cristante ne vorrei altri cento». Al contrario, e certe volte non serve nemmeno perdere perché potrebbe essere sufficiente un pareggio, escono fuori come funghi quelli che non ne vorrebbero neanche uno e così indovinate chi è il primo a finire sul banco degli imputati? Domanda retorica, risposta scontata: sempre lui... questo ragazzo friulano che in otto stagioni in giallorosso ha messo in fila più di quattrocento partite, e quasi quaranta gol, riuscendo a mettere d’accordo soltanto gli allenatori.
L’ha pensata in modo differente, questa estate, Massara e così, più ancora degli altri anni, Cristante per Gasperini non è solamente titolare ma anche inamovibile.
E, allora, fate pace verrebbe da dire: con l’ego, con gli stucchevoli «Lo avevo detto», il partito preso, l’illusione che della nostra/vostra opinione importi per davvero qualcosa a qualcuno. E poi, pace, fatela pure con Bryan Cristante che tanto, poi, tra dieci anni quando gli capiterà di passare da queste parti lo ricorderemo tutti – finalmente – per quello che è sempre stato...
Uno che ha sempre dato tutto per la ROMA.
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