L'anno di Claudio Ranieri
In passato, nella notte di capodanno, era diffusa l’abitudine di gettare oggetti vecchi dalla finestra come gesto simbolico.
(MANCINI)
In passato, nella notte di capodanno, era diffusa l’abitudine di gettare oggetti vecchi dalla finestra come gesto simbolico. Questa tradizione viaggiava a metà tra il desiderio di liberarsi del vecchio anno e la voglia di disfarsi, soprattutto, di ciò che era inutile o negativo. Intanto, in cielo, i fuochi d’artificio – oggi come allora – salutavano e salutano, di anno, l’arrivo del nuovo. Viene naturale, allora, chiederci cosa dimenticare in fretta del 2025 che si concluderà questa notte: beh… Lina Souloukou e la sua consuetudine algida, che portò all’esonero di Daniele De Rossi e ai cinquantatré giorni di Juric, appartiene addirittura al 2024. Ma senza quella parentesi e quella ROMA anemica che perdeva senza sussulti non potremmo chiederci come sia stato possibile totalizzare, in questo anno solare, più punti di qualsiasi altra squadra: ottantadue. Grazie a chi? C’è un nome: Claudio. E un cognome: Ranieri! Eccolo, allora, il fuoco d’artificio: questo uomo navigato e dal sorriso cordiale che, come un parroco del dopoguerra, è stato capace di ricompattare la comunità, seppur in mezzo alle macerie, riuscendo a ricostruire con quegli stessi mattoni che, ormai, sembravano inutilizzabili. Ranieri, proprio la persona che ha scelto Gian Piero Gasperini: il filo conduttore che, con un piede al passato e uno al futuro, unirà questi due – e non solo – anni.
Ecco l’augurio, allora: accontentate l’allenatore. Ed ecco, pure, un’altra cosa da gettare da quella finestra: le trattative fiume, nelle precedenti sessioni di mercato, durate settimane e settimane per portare un giocatore nella Capitale. Cosa serve è noto da mesi, il gong d’inizio è il due gennaio: riusciremo a vedere almeno un volto nuovo, e soprattutto realmente utile, il tre a Trigoria? E se nei derby il duemilaventicinque è stato per la tradizione – ROMA imbattuta: due vittorie e un pareggio – l’anno che verrà, finalmente, della tradizione ne sarà il manifesto grazie al ritorno, dalla prossima stagione, dello stemma con l’acronimo ASR. Noi siamo pronti. Romantici custodi della storia ma, al tempo stesso, affamati di futuro: buon anno, amore mio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PRECEDENTE