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Per la Roma

Diario di una Coppa del mondo raccontata

Che cosa resterà di questo mondiale? Farà la fine dello stadio 974, oppure, anche tra qualche anno, ci ricorderemo qualcosa oltre alla squadra che alzerà la coppa?

La Coppa del Mondo

La Coppa del Mondo (GETTY IMAGES)

14 Dicembre 2022 - 11:01

Che cosa resterà di questo mondiale? Farà la fine dello stadio 974, a Doha, di cui non rimarrà traccia – perché hanno già iniziato a smontarlo – oppure, anche tra qualche anno, ci ricorderemo qualcosa oltre al nome della squadra che riuscirà, domenica pomeriggio, ad alzare la coppa? Dovessi tirare le somme sono sei le immagini, o le suggestioni, che, a oggi, mi hanno colpito.

 1) Da quando seguo il calcio è la prima volta in cui non ho visto una sola partita dell’intera competizione. Eppure – grazie ai Tg, ai social, ai giornali e ai siti – posso ugualmente compilare questa lista. A dimostrazione di quanto i media ormai riescano a sviscerare un evento fino a farlo arrivare ovunque. A chiunque. Anche a chi nemmeno interessa.

2) Tutti d’accordo: Cristiano Ronaldo è antipatico, non fa gioco di squadra, spacca lo spogliatoio e ha altri 2.613 difetti tutti insieme. Bene. Mi chiedo, però, quanto erano distratti tutti questi critici fino a quando il portoghese vestiva la maglia bianconera visto che, in tutto quel periodo, nessuna di queste sue debolezze veniva mai sottolineata durante la santificazione – quotidiana – che gli stessi gli dedicavano. Strano.

3) Al dodicesimo minuto del secondo tempo supplementare, di un quarto di finale, il Brasile – in vantaggio – ha preso gol dalla Croazia. In contropiede. Lo scrivo di nuovo: in contropiede. "Eh, ma se non giochi in modo offensivo non vinci…".

4) Leggenda narra che Nando Martellini, durante le telecronache, limitava al massimo ogni parola superflua perché, sosteneva, gli spettatori vedono quello che sta accadendo e non c’è bisogno di spiegarglielo: sono davanti alla tv. Non è una radiocronaca dove le parole devono far immaginare tutto. Questa lezione andrebbe fatta ascoltare a quegli invasati, di sé stessi, che – da prima o, soprattutto, seconda voce – non prendono fiato per 90’ nella convinzione che lo spettacolo, più che in campo, possano essere i loro voli pindarici. Tasto muto.

5) Durante Argentina-Olanda sapete chi ha preso il primo cartellino giallo? Walter Samuel, da vice allenatore. Dalla panchina, perciò. Partecipazione. E poesia. Ché se penso che per screditare Mourinho si è riusciti a criticare anche il suo comportamento – e dello staff – nell’area tecnica sorrido. Per non piangere.

6) Nel 1992 Luca Barbarossa cantava Portami a ballare: la canzone di un figlio che portando a ballare sua madre avrebbe voluto allontanarla dai suoi problemi e regalarle – regalarsi – un momento di complicità simile a quella capace di legarli quando lui era ancora un ragazzino. Il centrocampista del Marocco Sofiane Boufal, subito dopo essersi guadagnato la semifinale eliminando il Portogallo, quel ballo, alla sua mamma, è riuscito a farglielo fare in mezzo a un campo di calcio. Come se, di colpo, questo mondiale di sponsor, mazzette e mazzate fosse tornato semplicemente quello che era. Un meraviglioso gioco.

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