L'Alfabeto

L'Alfabeto di Lazio-Roma: scortesie per gli ospiti

In principio fu Volk, il primo uomo-derby. E poi Manfredini, Montella, Nela, Prati, Totti, Paolo Negro e Mapou. Tutti a ribadire ciò che era già ovvio: a Roma «c’è solo l’A.S. Roma»

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
21 Settembre 2025 - 06:30

Astutillo

A - Nome di battesimo di Malgioglio, idolo della tifoseria romanista ben al di là della sua breve militanza nella Roma: l’uomo capace di calpestare (non soltanto metaforicamente) la maglia di quegli altri merita eterno rispetto e affetto.

B, serie

B - Undici, anzi, dodici anni: tanto hanno trascorso i biancocelesti nel campionato cadetto, categoria difesa con le unghie e con i denti nel 1986-87 nell’ormai celebre spareggio contro il Campobasso.

C'è solo l'A.S. Roma

C - Lo striscione a corredo della coreografia della Sud per il derby del 27 novembre 1994 è decisamente profetico: la Roma di Mazzone, data per spacciata alla viglia, travolge 3-0 la Lazio di Zeman grazie alle reti di Cappioli, Balbo e Fonseca. Finisce con la corsa di Carletto sotto la Curva e con Giannini che, portato in trionfo, mostra le tre dita.

Elsha

E - Il Faraone apre le danze nel 4-1 con cui li polverizziamo il 3 aprile 2016: segnano anche Dzeko, Florenzi e Perotti; in mezzo la rete di Parolo. 

Figli di Roma

F - Per il derby dell’11 gennaio 2015, la Curva Sud realizza una delle più belle coreografie di sempre: ci sono i ritratti dei «figli di Roma, capitani e bandiere»: da Carpi e Ferraris IV a Rocca, Conti e Giannini, passando per Losi, Di Bartolomei e Taccola. C’è spazio anche per De Rossi e Totti, quel giorno in campo: proprio una doppietta di Francesco rimette in sesto la gara, cominciata malissimo, e ci regala un 2-2 reso immortale dal gesto tecnico del Dieci per il secondo gol.

Giovannelli

G - L’eroe per caso del primo derby degli Anni 80, il primo dopo la morte di Paparelli. Un suo gol all’85’ ci regala il successo per 2-1, dopo che D’Amico aveva risposto a Pruzzo.

Horror

H - «L’incubo peggiore è svejasse laziali», recita uno striscione geniale nel derby del 18 novembre 2017. Sul campo, la Roma di Di Francesco vince 2-1 grazie alle reti di Perotti e Nainggolan.

Inferiorità

I - Certificata dai numeri (e non solo), la nostra supremazia è da sempre fonte di estremo rodimento per gli altri. Come la luna con il sole, vivono di luce riflessa. Le gerarchie, del resto, sono chiare fin dal primo derby, giocato l’8 dicembre 1929: allo Stadio della Rondinella, la Roma vince 1-0 grazie alla rete di Volk.

Leggendari

L - Il derby del 18 aprile 2010 ci vede in vetta alla classifica, ma nel primo tempo andiamo sotto. A inizio ripresa loro hanno anche la chance per raddoppiare, ma Julio Sergio para il rigore di Floccari. Quindi la doppietta di Vucinic ribalta il punteggio e ci regala il successo per 2-1. Finisce con Totti che mostra il pollice verso una Curva Sud in delirio.

Mapou

M - L’uomo del destino, quello che il 25 maggio 2015 ha deciso il derby-spareggio per un posto in Champions League: col punteggio sull’1-1 in virtù dei gol di Iturbe e Floccari, il centrale francese di testa all’85’ ci manda in estasi. 

‘Nvidiosi

N - Uno striscione diventato leggenda, quello realizzato dalla Sud per il derby del 26 febbraio 1984: la Roma è Campione d’Italia in carica e sta volando anche in Europa, mentre i biancocelesti neopromossi faticano a mantenere la Serie A. Ecco dunque il messaggio «ciao ‘nvidiosi», con tanto di mano stilizzata a salutarli beffardamente. 

Ottanta

O - Un decennio piuttosto avaro di derby, e di certo non per colpa nostra. Loro bazzicano frequentemente la Serie B in quegli anni, al punto che dal 1980 al 1989 vanno in scena soltanto 9 sfide: 3 vittorie romaniste, 5 pareggi e una sola sconfitta.

Paolonegrogò

P - Scritto così, tutto attaccato: sei sillabe capaci di evocare i più dolci ricordi, legati a quell’indimenticabile 17 dicembre del 2000. Ricordi che sanno di respinte, rimpalli, gol nella porta sbagliata (che poi è quella giusta) e Scudetti scuciti dal petto.

Quindici maggio 1983

Q - Nel giorno in cui la Roma festeggia lo Scudetto allo Stadio Olimpico battendo 3-1 il Torino, nel giorno in cui Antonello Venditti si esibisce al Circo Massimo davanti a centinaia di migliaia di tifosi in delirio, quegli altri sono impegnati nella 34esima giornata di Serie B, nella quale rimediano un sonoro 5-1 dal Milan. A ciascuno il suo.

Recordmen

R - Come Totti e Da Costa, migliori marcatori del derby di Roma con 11 centri a testa in gare ufficiali. Alle loro spalle altre tre leggende romaniste: Delvecchio (9 reti), Montella (8) e Volk (7).

Sorpasso

S - Un gol di Prati ci regala l’1-0 il 23 marzo 1975: un successo che vale il sorpasso in classifica ai danni dei rivali. A fine stagione la squadra di Liedholm chiuderà al terzo posto.

Ti amo

T - La più bella coreografia nella storia del derby risale al 23 ottobre 1983 si riduce a cinque lettere, le più importanti che esistano al mondo: quella sfida noi la giochiamo col tricolore sul petto, loro da neopromossi. L’enorme striscione è ancora steso quando Nela ci porta in vantaggio al 4’, nella ripresa Pruzzo sigla il definitivo 2-0.

Uno a cinque

U - Altro derby col tricolore sul petto, altro trionfo: il 10 marzo 2002 non esiste avversario, giochiamo praticamente da soli e vinciamo di goleada grazie a un superbo Montella (4 gol) e alla magia di Totti. Si tratta della più larga vittoria in un derby di Roma nel XXI secolo.

Ventisei febbraio 2006

V - Pur orfana di Totti, infortunato, la Roma di Spalletti centra l’undicesima vittoria di fila in Serie A battendo 2-0 quegli altri: decidono Taddei e Aquilani. Tutto il resto è gioia.

Zero a quattro

Z - Biancocelesti presi a pallonate il 13 novembre 1960: Manfredini, scatenato, segna tre reti; di Orlando il poker. All’indomani il titolo del Corriere dello Sport è chiaro: «Non c’è stata lotta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI