Cogito Ergo Sud

Dammi solo un minuto

Dall'ultima volta a Cagliari il mondo è andato sottosopra: ora sta nel verso giusto

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Tonino Cagnucci
07 Dicembre 2025 - 06:30

Era il 18 agosto 2024, piena fine estate, la Roma era allenata da Daniele De Rossi, l’amministratore delegato era Lina Souloukou che aveva appena venduto Paulo Dybala e non ancora comprato – Soulé a parte – i calciatori indicati dal tecnico della Roma.

Il direttore sportivo non poteva farsi vedere nemmeno all’aeroporto per prendere i calciatori e, in assoluto, non li prendeva lui: a parte Le Fée che era titolare. Claudio Ranieri l’ultima volta che aveva allenato alla Roma era quando Daniele De Rossi aveva giocato la sua ultima partita da calciatore della Roma, il 26 maggio 2019. Nel frattempo si era ritirato dal calcio, aveva deciso che la sua ultima avventura avrebbe dovuto essere Cagliari e il Cagliari, la sua Isola che (non) c’è, la sua casa acquisita a forza di promozioni (dalla C alla A, e dal 14esimo posto in B alla A al 93’ con Pavoletti) e di salvezze. Quella avrebbe dovuto essere l’ultima partita di Dybala che infatti per questo partì dalla panchina: titolare era Nicola Zalewski

Le speranze dei tifosi erano verso il proprio allenatore bandiera, che aveva fatto una Coppa Uefa alla Mourinho e riportato la Roma ancora in Europa, e in campionato sopra alla Lazio dopo un derby tutto romanismo (lui in panchina, Mancini sotto la Sud a fine partita, Agostino prima, durante e dopo, dalla Tevere all’eternità). La gente sognava la Bestia ucraina, un Baptista biondo 2.0 arrivato dalla Spagna, pagato ottanta miliardi di lire, e capocannoniere con 24 reti della Liga con il Girona, oltre che sperare in una miracolosa permanenza del loro gioiellino del cuore, cioè Dybala stesso. Dybala entrò a una ventina di minuti dalla fine e fece in tempo ad aumentare la tristezza per la sua imminente partenza, illuminare l’isola e mettere un pallone morbido, dolce e bianco per il colpo di testa di Dovbyk: su quella traversa rimbalzò tutta la stagione romanista. In una ellisse tipo Odissea 2001 che trasforma l’osso in astronave, quel pallone ha allontanato De Rossi, Souloukou, Juric che non si sa perché era arrivato, Le Fée, confermato Dybala, fatto ritornare Ranieri e una serie di incredibili eccetera dentro questi 500 giorni fino ad arrivare a un allenatore che oggi – 500 giorni dopo che sembrano anni – in conferenza dice una frase che mi ha commosso: «Ghilardi e Ziolkowski non hanno saltato nemmeno un minuto in allenamento». Fate voi analisi logica, grammaticale, tattica e morale di quest’espressione, io ne godo talmente tanto che non spreco una parola, nemmeno un minuto per parlare di questa partita. Cagliari-Roma è stato sempre un inizio importante (la prima dell’82/83 oltre che la prima di 500 anni fa l’anno scorso) oggi qualsiasi cosa accadrà noi sappiamo che dovremo soltanto continuare con questo allenatore, che non va più in ricordi, suggestioni, speranze, lotte interne, faide, ma che si misura il suo tempo solo con il lavoro. Dammi solo un minuto, un attimo ancora, e stare insieme non sarà finita, com’è successo invece chissà quanto tempo fa già a Cagliari.

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