So' boni tutti a mettece ‘na scritta
Ranieri invece del cartello "non si vende" alla Monchi, ha detto che si potrebbe farlo; invece dei trofei promessi con Juric ha parlato solo di lavoro. Finalmente

(GETTY IMAGES)
Settembre l’anno scorso è stato il mese delle bugie. Proprio in questo periodo si stava subdolamente covando la defenestrazione di De Rossi in un clima insopportabile di ipocrisia che si respirava dentro Trigoria. De Rossi lottava contro i mulini a vento, ma fuori il venticello della calunnia lo raccontava come un allenatore aziendalista. Appena ha detto pubblicamente un A, lo hanno cacciato. L’anno scorso a settembre hanno tradito la Roma, oltraggiato una bandiera, e messo al suo posto Juric con un comunicato che spiegava (?!) il perché: “per vincere i trofei”. Non erano impressioni di settembre, erano vere e proprie eresie conclamate a ottobre, novembre e a dicembre. Poi si è visto. Poi si è capito tutto.
Fortunatamente gli artefici di questo falso non stanno più alla Roma, così come, fortunatamente, non c’è più Monchi che venne qui con un curriculum d’applausi (e chi se li aspettava Pastore, Bianda e Coric...) e con un cartello dove non c’era scritto “Vendesi” perché “La Roma non è un supermercato”. Poi si è venduto tutto. D’altronde, soprattutto sul Grande Raccordo Anulare, “so boni tutti a mettece una scritta”.
Dentro la Roma è stata recuperata una credibilità con gli arrivi di Gasperini e di Massara, a partire da quello di Ranieri che ha scelto sia l’uno, sia l’altro. Gasperini è il lavoratore indefesso, la formichina che solo con l’impegno sa far diventare una sua squadra farfalla, un Geppetto artigiano del pallone venuto a intagliare un sogno abbandonando la Padania per una cena alla Garbatella. Massara è uno che non cicaleggia, uno a cui hanno già ritagliato dimissioni nemmeno mai pensate e giudizi troppo affrettati per chi è arrivato troppo tardi per il nostro stupore. Ranieri ieri ha raccontato quello che da sempre un tifoso della Roma chiede alla società: chiarezza. Lo aveva già fatto, un paio di volte, per un paio di finestre di mercato, ma evidentemente niente, come cantava Giovanni Lindo Ferretti: le insegne luminose attirano gli allocchi. Allora è intervenuto Gasperini che con il suo linguaggio stringente, da marcatura a uomo, ha rimesso le cose a posto. Ieri la palla al centro l’ha riportata definitivamente Ranieri sottolineando che c’è da lavorare fuori e dentro il campo, e invece del cartello “Qui non si vende” ha detto che bisognerà anche farlo, che invece dei trofei promessi con Juric ha solo ribadito la bontà della via del Campo. L’anno scorso a settembre qualcuno ha prima illuso e poi tradito la Roma, quest’anno qualsiasi cosa accadrà nessuno potrà attaccarsi all’ipocrisia di chi promette e poi va via. Saranno solo impressioni di settembre, ma assomigliano tanto a sogni di maggio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA