Roma 5-Milan Niente
È il dominio della squadra di Zeman: ancora oggi è il più grande ko in trasferta in A dei rossoneri (“eguagliato” da Pioli a Bergamo). E la Sud canta: «Capello mettete a sede»

(AS ROMA)
Roma-Milan 5-0. Scritto anche così: “cinque a zero”. Se non è da farci un film come per quello del 1931 alla Juventus, poco ci manca. Roma-Milan 5-0, giorno 3 del mese di maggio, dell’anno 1998, diventa, in un’ottica storica, la partita simbolo dell’era più bella di Zdenek Zeman con la Roma: una squadra capace di fare 4 gol al blasone e alla storia dei rossoneri in un tempo soltanto, per poi frenare nella ripresa e segnare quasi per inerzia la cinquina. Roma-Milan 5-0 serve per raccontare il miglior calcio di Zeman e quella Roma che dopo troppo tempo a fine campionato tornava giustamente in classifica sopra alla Lazio, com’è naturale ma come non stava capitando dal 1993 (!!!).
Roma-Milan 5-0 racconta anche il miglior attacco di quel campionato di una squadra che 5 gol li aveva fatti già al Brescia (e al Verona in Coppa) e 6 al Napoli. Ma l’esempio migliore è questo Roma-Milan 5-0. Cinque Roma, zero Milan. Va scritto e riscritto, così come i tifosi della Roma quel pomeriggio di inizio maggio cantavano e ricantavano «Capello mettete a sede» durante la partita. Una goduria, roba da non crederci solo pochi mesi prima: vedere umiliata e annichilita la squadra delle Champions stravinte e dei mille campionati di fila, la squadra degli invincibili o degli imbattibili o quello che erano. Erano.
C’era una volta il Milan, adesso c’è la favola della Roma. Questo ci raccontavamo quel giorno, ma non erano favole: era tabellino. Roma 5-Milan niente (come quasi strillava mitico Pato, non quello che poi un giorno arriverà al Milan, ma il fratello di “lecce” di Falcao). Ci sentivamo la nouvelle vague che vince, la forza di una squadra nuova e di una società finalmente audace nella scelta di Zeman, convinta di aver cominciato il suo futuro. In fondo era così. E sarebbe stato così perché, di lì a tre anni, sarebbe arrivato il Tricolore.
Quel giorno il capovolgimento è stato storico. E più dei gol (splendido il primo di Vincent Candela, poi doppietta di Luigi Di Biagio con un rigore e un tiro da Testaccio, quaterna con balletto di Paulo Sergio, e pokerissimo con una spizzata di testa alla Mapou di “Super” Marco Delvecchio), questo Roma-Milan 5-0 lo raccontano meglio di tutti le parole di Fabio Capello e Franco Sensi. Prima il presidente. Il Nostro presidente:
«Un anno fa, contro il parere di un sacco di gente, decidemmo la rivoluzione e scegliemmo Zdenek Zeman. Un gesto coraggioso, che oggi ci dà questo risultato: siamo di nuovo in Europa, con una partita che è forse la più bella della Roma di quest’anno. Abbiamo avuto la forza di costruire da zero una squadra che, adesso, sarà facile integrare con tre o quattro pedine importanti. Non avessimo fatto questa scelta, l’estate scorsa, oggi staremmo come il Milan».
Ecco, come sta il Milan? «A pezzi. Ma risorgerà». Tutto vero, a pezzi però lo aveva fatto la Roma: la peggiore sconfitta in trasferta del Milan nella storia dei campionati a girone unico (ancora a oggi, è stata eguagliata solo dall’Atalanta pochi anni fa), la peggiore sconfitta come allenatore di Fabio Capello. Eccolo Capello, o almeno quel che restava di lui dopo quella partita:
«Scusate, ma non sono qui in conferenza stampa per rispondere alle vostre domande. Sono qui solo per fare una dichiarazione: chiedo scusa ai nostri tifosi e al dottor Silvio Berlusconi, il nostro presidente. Mi vergogno di quello che ho visto». La cosa fantastica di tutta questa storia è che tre anni dopo la Roma sarà campione d’Italia con in panchina Fabio Capello e Zdenek Zeman seduto chissà dove. Potenza e stranezza della vita, del tempo, del paradosso. La forza della Roma, quella della nostra vita.
Roma: Chimenti, Aldair (Cap.) (32’st Tetradze), Zago, Petruzzi, Candela, Tommasi, Di Biagio, Di Francesco, Paulo Sergio (32’st Gautieri), Delvecchio, Totti.
Allenatore: Zeman.
Milan: Rossi, Daino, Costacurta, Cruz, Maldini, Ba (32’pt Cardone), Desailly (24’st Nilsen), Donadoni, Ziege (1’st Leonardo), Maniero, Weah.
Allenatore: Capello.
Arbitro: Farina di Novi Ligure.
Marcatori: 16’pt Candela, 20’pt rig. e 28’pt Di Biagio, 39’pt Paulo Sergio, 37’st Delvecchio.
Note: Ammoniti: Maldini, Desailly, Delvecchio, Totti. Spettatori: 55.125 (di cui 34.702 abbonati). Muta da gioco: Maglia, calzoncini e calzettoni rossi.
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