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La via del silenzio scelta da Mourinho e gli abbracci per Nicolò

Prosegue la preparazione dei giallorossi, altra doppia seduta. I tifosi all’esterno del centro Fulvio Bernardini aspettano e acclamano Zaniolo

Mourinho a Trigoria (As Roma via Getty Images)

Mourinho a Trigoria (As Roma via Getty Images)

Matteo Vitale
09 Luglio 2022 - 09:30

Shh, silenzio: (non) parla José Mourinho. Ci scherza su lo Special One, con tutto il suo carisma e tutta la sua potenza mediatica, usa i social per i veicolare messaggi e per indirizzare gli umori. Il suo intervento su Instagram di ieri, ultimo in ordine temporale, lo ritrae mentre “zittisce” qualcuno, forse qualcosa. La litania del periodo è che lui non stia parlando perché arrabbiato con la società, o peggio addirittura deluso dall’operato della dirigenza. Tante, troppe chiacchiere intorno alla Roma, la sua Roma, che spesso e volentieri ha definito famiglia, utilizzando un’immagine potente, simboleggiante l’amore. Eppure lui era stato chiaro fin dal suo ritorno nella Capitale, quando ai cronisti presenti aveva detto «parliamo il 13 agosto», facendo riferimento alla conferenza pre-match della prima di campionato. Dalla sua ricomparsa post vittoria in finale il tecnico ha comunicato solo tramite storie di Instagram. I piedi incrociati un po’ ovunque, poi la storia che mostra i quadretti dei tre trofei europei vinti, poi quella di ieri: il portoghese sta coltivando l’imagery del silenzio.

Non parla Mourinho, eppure da giorni gli vengono attribuiti malumori e pensieri negativi sul mercato della Roma, ma spesso si tratta semplicemente delle versioni di alcune parti in causa, naturalmente interessate, diffuse senza filtro e senza considerare tutte le campane. Il tecnico è esigente, con se stesso e con le società per cui lavora, lo dice la sua storia, lo ha dimostrato in tutti i modi la scorsa stagione, anche quando pochi istanti dopo essersi asciugato sincere lacrime d’amore e gioia per il trionfo ha “chiesto” (a modo suo) alla proprietà e alla dirigenza di rinforzare la rosa, per fare meglio l’anno successivo. Non è arrabbiato lo Special One, non c’è rancore dietro i suoi post social, per quanto ovviamente gli piacerebbe che le cose venissero fatte in fretta (anche vista la natura e le tempistiche del prossimo campionato) e nel miglior modo possibile, ma a Trigoria non accade nulla senza che lui lo sappia e senza che lui ne sia informato. Anche perché è una situazione comune a più squadre e non è esclusiva della Roma. La volontà è quella di regalargli una rosa più competitiva, che ci sarebbero voluti dei giorni di attesa era il segreto di Pulcinella. Pinto è al lavoro e ieri fuori Trigoria è stato fermato dai tifosi, uno gli ha detto: "Sei più importante di tutti i giocatori".

Al lavoro al sole

La squadra, intanto, lavora. Prosegue la preparazione della prossima stagione, gli allenamenti a Trigoria vanno avanti al ritmo di due sedute al giorno. leri mattina la squadra alle 10.30 ha svolto lavoro in palestra prima di scendere su uno dei campi di Trigoria (dopo il quale Spinazzola ha lasciato il raduno), stessa cosa il pomeriggio, per l’allenamento che è durato dalle 17 alle 19. All’esterno del Centro Sportivo Fulvio Bernardini c’era un nutrito gruppo di tifosi. "Ciao, senti, ci sono i giocatori? Arrivano?", ci si domanda vicendevolmente, cercando di vedere qualcosa dietro il grande cancello rosso che li divide dal Quartier Generale giallorosso. Trepidazione fra i presenti, tra bambini e bambine colorati di giallorosso con le magliette dei loro idoli, e diversi adulti già in postazione dalle 15.30. Con la speranza di incrociare lo sguardo di un calciatore, strappare una foto, un autografo (Zalewski si è fermato ed è stato abbracciato dai tifosi), qualche battuta, soprattutto nel caso di Zaniolo.

Quasi tutte le attenzioni sono dedicate all’ex Inter e non potrebbe essere altrimenti, non si fa che parlare di lui e non per questioni relative al campo, tutt’altro. Tanti bambini indossavano la maglia 22, altri avevano anche il calendario o il cappellino da far firmare a Nicolò, a prescindere dal suo futuro. All’uscita erano tutti lì, ad aspettarlo e lui ha scelto di fermarsi: spetta ai singoli giocatori, "a loro sentimento". È stato il più acclamato, disponibile con tutti, tante foto, selfie e maglie firmate, ma non ha detto niente, non ha risposto alle (poche) domande sul suo futuro. Ieri c’era solo voglia di farsi una foto insieme. In silenzio.

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