Stadio della Roma, torna a parlare Veloccia: «Nessun passo indietro»
L'Assessore all'Urbanistica sull'impianto di Pietralata: «Il progetto arriverà dopo l’estate. La Roma ha già speso tanto. Il verde? Già compensato»

Sono giorni in cui si va delineando il futuro prossimo della Roma. E che il futuro passi anche per il nuovo stadio di Pietralata è affare ormai più che noto. Il cambio dei vertici a Trigoria, con l’abbandono di Lorenzo Vitali e la promozione sul campo per l’affaire stadio di Lucia Bernabè, non sembrano affatto casuali ed estranei all’accelerata che sembra esserci nelle ultime ore. Almeno sul piano comunicativo, con nuovi render resi disponibili, e una sensazione palpabile che questa volta si sia davvero vicini all’agognato traguardo.
Il nuovo stadio rappresenta infatti un’occasione da non farsi scappare, e l’approssimarsi delle elezioni per il rinnovo della Giunta Capitolina, non consiglia sonni tranquilli, o pause di riflessione. Soprattutto in un momento in cui la politica sembra volere questo nuovo impianto più che mai. Prova ne sono le ripetute prese di posizioni del Sindaco Roberto Gualtieri, che anche ieri, a margine dell’evento “Festa della Musica 2025 di Roma e di Roma in Musica 2026”, ha parlato dello stadio. «Lo stadio della Roma si farà - ha detto Gualtieri - e sarà un’occasione importantissima non solo per dotare la città di un grande impianto sportivo ma anche per riqualificare e rigenerare il quadrante di Pietralata. Sarà una rigenerazione all’insegna del verde e della fruibilità. Ci saranno 800 alberi, 9 ettari di verde e finalmente la possibilità per i cittadini di usufruire in sicurezza di un quadrante che oggi è stato di degrado e abbandono».
Una posizione chiara e che fa il paio con quanto detto a Radio Romanista dall’Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia. Molti gli spunti offerti dall’uomo che più di ogni altro ha seguito l’iter del nuovo stadio in Campidoglio, dai rapporti con la Roma, alle tempistiche necessarie per completare il progetto, passando per alcune delle questioni che in queste settimane e mesi si sono messe di traverso, su tutte quella del bosco di Pietralata. Il Comune è stato spesso accusato dal Comitato contrario allo stadio di voler sacrificare un’area verde della città a beneficio di un privato, e a queste tesi Veloccia ha voluto rispondere. «Qualcuno non vuole lo stadio - ha detto ai microfoni di Radio Romanista - e quindi cerca di trovare qualsiasi pretesto per non farlo. Prima si parlava degli espropri, o dei cittadini che abitavano in quelle aree, o ancora dell’autodemolitore. Ora è la volta del bosco. Proprio ieri ho fatto un sopralluogo, ed ho potuto verificare come attualmente ci siano aree in cui bisogna stare attenti al calar del sole: luoghi di spaccio e prostituzione, pericolose anche per la presenza di particolari rifiuti. Lì sorgerà un’area verde di 7 ettari di parco pubblico, 9 considerando tutte le zone del complesso. Francamente, pensare che aree verdi attrezzate e fruibili, con un parco urbano e una nuova vocazione, data anche dal polo di ricerca e sviluppo della Sapienza, non sia dare un nuovo volto al quartiere, significa non avere interesse per la città, e preoccuparsi solo di un interesse particolare. Lo comprendo, ma non lo posso accettare. Dopo aver visto lo stato attuale dell’area sono ancora più convinto del progetto».
Manca però ancora la perizia di Mauro Uniformi, presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali, perito incaricato dal Comune di dirimere la questione. «Io credo che non manchi molto - ha detto Veloccia - Posso intanto dire che il progetto della Roma è, per le dotazioni di verde, un progetto che già comprende quella dotazione ambientale che il sito fa perdere. Tutto questo viene già compreso e considerato. La Roma per esempio ha da tempo consegnato un indagine vegetazionale, che ha determinato la decisione di piantare nuovi alberi, circa 900 in più di quanti previsti nello studio di fattibilità. Il verde che verrà perso sappiamo già dove andremo a compensarlo, proprio nei 7 ettari di parco già previsti. In futuro, avremo un verde fruibile, nella bellezza di un parco urbano». Una notizia questa che fa ben sperare e che lascia presagire come non sarà necessario riprogettare le aree per rispondere all’emersione del bosco, risparmiando quindi tempo e soldi.
Significative le parole dell’Assessore su come si sita procedendo e sui rapporti con la Roma. «Stiamo andando avanti - ha detto Veloccia - Stiamo procedendo in modo positivo. Abbiamo avuto interlocutori diversi (negli anni il dossier è passato dalle mani di Berardi a quelle della Souloukou, per arrivare in quelle di Vitali, ed ora della Bernabè, ndr), ma il rapporto del sindaco con la proprietà è sempre stato diretto e chiaro. Noi con gli uffici della Roma abbiamo sempre avuto un rapporto lineare. La proprietà della Roma ha finora manifestato l’interesse per lo stadio in modo concreto, con azioni. Ieri sono stato a vedere gli scavi già fatti, c’è una quantità enorme di interventi già fatti. Sono tantissimi i professionisti che la Roma ha messo sul campo e c’è un investimento importante anche in questa fase di progettazione». Sforzo che va di pari passo con quello prodotto dalla pubblica amministrazione. «Quel che il Comune deve fare è risolvere qualsiasi polemica e criticità emerga - ha detto ancora l’Assessore - Sposteremo alcune alberature, faremo una mitigazione ambientale. Proprio sul tema ambientale abbiamo fatto evolvere il progetto per andare incontro a chi ce lo chiedeva. Chi lo utilizza come pretesto per non fare lo stadio rimarrà deluso».
Altra questione che sembra in via di soluzione è quella dell’autoricambi. «Chiudere un autodemolitore a Roma, seppur in un’area nostra, è una cosa molto complicata - ci ha spiegato Veloccia - Il dipartimento lavori pubblici ha risposto a tutti i vari gradi di giudizio, ha sempre vinto e alla fine il soggetto ha riconsegnato le chiavi. In questo modo, i risultati arrivano. L’area, quando abbiamo visto le prime foto, era immersa nei pezzi delle automobili. Oggi è libera, si stanno ultimando le pulizie, ci vorrà qualche giorno ancora, 4 o 5 al massimo». L’obiettivo resta sempre quello di inaugurare l’impianto nella stagione del centenario, anche se per ogni giorno che passa il risultato appare sempre più complicato. Anche se questo l’Assessore ha tentato di rassicurare, senza però nascondere le difficoltà di quella che ad oggi appare una vera impresa. «L’ho detto dal primo giorno: abbiamo una corsa ad ostacoli, un procedimento da oltre 1 miliardo di euro, con tanti problemi da superare. Se tutto va per il verso giusto i tempi possono essere rispettati tranquillamente. Ma i se sono molti. Se il progetto definitivo arriva nei tempi giusti, se la conferenza dei servizi procede senza problemi, se non emergono altri impedimenti. Ci sono sempre cose da affrontare. La questione centrale è per nel metodo. Se rispetto alle questioni che vengono di volta in volta evidenziate si va avanti, ci si ferma o si torna indietro. Noi, come amministrazione e come Roma, siamo sempre andati avanti, mai indietro. A volte più lentamente, per attendere il pronunciamento per esempio dei vari tribunali. E proprio il fatto che non siamo mai andati indietro mi fa essere ottimista. Quando ho visto gli scavi, ho capito che le cose stanno andando. Potranno poi esserci mille problemi, come fu per esempio per il ritrovamento archeologico a Piazza Pia. Ma se c’è un lavoro coordinato, i problemi si risolvono. Ne sono convinto e il lavoro fatto lo ha dimostrato».
Parole incoraggianti, anche se i tempi stringono. Per completare gli scavi archeologici alla Roma serviranno ancora circa tre mesi, e solo dopo l’estate verrà consegnato il progetto definitivo. Serviranno poi ancora importanti passaggi istituzionali, a partire dalla verifica del progetto da parte dei dipartimenti competenti. Poi ci sarà un passaggio in Assemblea Capitolina, ed a seguire la Conferenza dei Servizi decisoria in Regione. Solo a quel punto si potrà posare la prima pietra e vedere il nuovo stadio oltre un semplice render.
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