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Le pagelle di Roma-Cremonese: Kristensen si sacrifica

Rasmus da esterno e centrale, fra tempra e fisico: in pieno spirito mourinhano. Azmoun cambia ancora l’inerzia del match. Dybala entra e decide, Lukaku si fa perdonare

La foto di squadra prima di Roma-Cremonese

La foto di squadra prima di Roma-Cremonese (GETTY IMAGES)

04 Gennaio 2024 - 07:00

Serata da cuori forti. Alla fine arriva la vittoria, eppure la Roma prova in tutti i modi a complicarsi la vita e aggiungere ulteriori patemi d’animo ai propri tifosi, ancora una volta impagabili. La missione del passaggio di turno è compiuta, ma la sofferenza è fin troppa. La prossima sfida richiederà ben altro approccio.

IL MIGLIORE 7 KRISTENSEN. Non sarà la riedizione bionda di Cafu, ma da qualche tempo incarna lo spirito prediletto da Mou, che gli renderà merito nel post-gara. E in un tempo fa tutto. Un po’ centrale, un po’ esterno: tempra da vendere, ci mette fisico, dinamismo e sì, anche tocchi giusti. C’è del calcio in Danimarca.

IL MISTER 6,5 MOURINHO L’emergenza e l’esigenza di un solo risultato non permettono troppi calcoli da turnover, ma il primo tempo impone cambi netti: ancora una volta indovinati. 

6 SVILAR. Non solo Europa: la titolarità con la Cremonese lo designa portiere di coppa. L’unico tiro in porta fa male, ma ha poche colpe e in uscita appare reattivo. 

4,5 CELIK. Braccetto di destra, nei 45’ in campo è spesso in difficoltà. Una palla persa male lo costringe a un affannoso recupero che gli costa il giallo. Nell’intervallo resta negli spogliatoi, senza rimpianti.

5,5 CRISTANTE. Di nuovo al centro della difesa per la piena emergenza del reparto, palesa i limiti in un ruolo non suo quando viene beffato da Tsadjout. Poi si arrangia di mestiere fino a fine match.

5 LLORENTE. Unico centrale di professione, dopo la mezz’ora è costretto al fallo dal limite che gli costa il giallo. La combina grossa sullo 0-1 e non sembra mai riuscire a contenere la velocità degli avversari. Cambio inevitabile.

4,5 KARSDORP. Riesce nella non facile impresa di trovare un solo cross (sprecato dal Gallo) e sbagliare ogni altra possibile scelta.

6 BOVE. Dopo appena un minuto subisce un intervento durissimo, ma non si scompone e continua a dedicarsi alla lotta. Meno efficace del solito però in fase di governo.

7 PAREDES. Riprende a verticalizzare come da tempo non si vedeva e legge bene la gara soprattutto nella seconda parte, unendo contrasti e geometrie. L’interpretazione “emotiva” del finale è forse la più adeguata dell’intero gruppo.

6 PELLEGRINI. Torna a tirare punizioni e inquadrare la porta, ma l’occasione migliore arriva in movimento, con la traversa colpita a botta sicura. S’impegna, ma i ritmi alti sono ancora lontani.

6,5 EL SHAARAWY. Esterno a tutta fascia: sulle sue nella prima parte, accelera nella ripresa, andando più volte vicino alla rete. Colpisce il palo, lo risfiora con un lob e sul gong ci prova da metà campo a porta sguarnita. Al di là dei tentativi, resta effervescente.

6 LUKAKU. Comincia spalle alla porta, provando a fare da sponda più che a tirare, senza grande successo. Nei primi 2’ della ripresa ha due possibilità macroscopiche che spreca. Ma è lui a firmare il pari riaprendo gara e qualificazione.

5 BELOTTI. Di nuovo titolare, sembra avere lo spunto giusto quando è il primo a concludere in porta. Ma è soltanto un’impressione e poco dopo si divora  un gol fatto a un niente dalla porta lombarda.

6,5 DYBALA. Impiega un attimo a spalancare lo specchio di Jungdal a Big Rom, ma quando si mette in proprio non sembra altrettanto efficace. Eppure il suo ingresso coincide col momento di maggior pressione e ogni volta che ha palla fa tremare gli avversari. Fino al rigore che decide il match.

6 ZALEWSKI. Prima a sinistra, poi dal lato opposto: con diligenza, discreta lena e buon senso tattico.

6,5 AZMOUN. Contribuisce ancora a cambiare l’inerzia della partita. L’assist a Lukaku è un gioiellino, il bis non arriva per un soffio, ma la sua vivacità è fuori discussione.

6,5 SPINAZZOLA. Lo spunto che frutta il rigore è degno dei bei tempi.

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