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Nazionale, Gattuso: "Mondiali o devo scappare"

Calafiori non ce la fa, Mancini si candida per una maglia da titolare

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
16 Novembre 2025 - 07:30

La testa è già a marzo, quando si disputeranno i playoff per andare ai Mondiali americani (la FIGC ha scelto Bergamo per la prima gara in casa, all’Olimpico semmai la finale). Ma stasera (20.45) c’è l’ultimo atto del girone di qualificazione: a San Siro arriva la Norvegia, prima a punteggio pieno (21 punti) e capace di travolgerci 3-0 lo scorso 6 giugno. Per scavalcare Haaland e compagni in vetta e prendersi così la qualificazione diretta al torneo iridato servirebbe una vittoria con 9 gol di scarto: fantascienza, e il Ct Gattuso lo sa bene. Ma sa altrettanto bene che agli spareggi non si potrà fallire: «I meriti me li prenderò - dice “Ringhio” nella conferenza stampa della vigilia - se riuscirò a centrare l’obiettivo, altrimenti andrò a vivere molto lontano dall’Italia: di questo sono consapevole, così come sono consapevole che c’era gente che aveva fatto molto più di me per ambire ad allenare la Nazionale. Ma l’ho presa con grande responsabilità. Al Mondiale dobbiamo andarci a tutti i costi».

Gli fa eco l’interista Federico Dimarco, intervenuto in conferenza con il Ct: «Andare al Mondiale è un obbligo, e ce lo meritiamo per quello che abbiamo fatto vedere nel girone». Senza Calafiori («Ha provato ad esserci, ma abbiamo deciso di non rischiarlo», dice Gattuso), si candida per una maglia da titolare Gianluca Mancini, protagonista nel successo contro la Moldavia di giovedì: il romanista è in ballottaggio con Buongiorno per una maglia da titolare. Se la gioca per una maglia da titolare anche Cristante, seppure indietro rispetto a Locatelli, per fare da partner a Barella. In avanti probabile il tandem composto da Retegui e Pio Esposito. Gattuso torna anche sulla dura contestazione da parte di alcuni tifosi azzurri a Chisinau, e replica a Ignazio La Russa, il quale aveva dichiarato che «non si può dire “vergogna” a un tifoso che fischia». Il Ct chiarisce: «Si è sentito benissimo: c’era gente che augurava la morte, altri che minacciavano di venire a Coverciano, altri dicevano di andare a lavorare. Non si trattava di fischi, ma di cose ben più gravi e inaccettabili»

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